Il termine “terrone” deve essere rivisto: lo chiede un ingegnere campano che si chiama proprio così, Francesco Terrone, e che ha deciso di intentare una causa contro l’Accademia della Crusca, di fatto la più alta istituzione della lingua italiana, per ottenere una revisione del vocabolo. La notizia, in verità, risale ad alcuni mesi fa, ma è tornata d’attualità in queste ore perché proprio oggi, giovedì 16 settembre 2021, prende il via il processo, nel quale il professionista di Mercato San Severino (Salerno), sottolineerà a gran forza l’importanza del recupero del “vero e antico significato del termine terrone” (e, di conseguenza, del suo cognome), legato alla terra dei latifondisti e dei feudatari, e, inevitabilmente, alla ricchezza. ”
Il diretto interessato, ai microfoni di TgCom 24, ha tuttavia inteso precisare che non si tratta di una battaglia personale e individuale, dal momento che coinvolge anche la Fondazione Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra e il Movimento Economico Social Popolare Intereuropeo Culturale, che hanno eseguito studi e ricerche per risalire al vero significato di questa parola.
“TERRONE”, INGEGNERE PORTA L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA IN TRIBUNALE: “IN NOME DELLA VERITÀ”
Come ricordano sempre i colleghi di TgCom 24, questa diatriba ha preso il via a colpi di posta elettronica certificata (pec) da parte dell’ingegnere salernitano, senza però che quest’ultimo ricevesse risposte esaustive. A quel punto, l’uomo ha incaricato l’avvocato salernitano Antonio Cammarota di citare dinanzi al tribunale di Nocera Inferiore (Salerno) l’Accademia della Crusca “in nome della verità: è un dovere morale e civile ri-definire il termine ‘terrone'”, ha espressamente detto il professionista campano.
L’ingegnere Terrone ha quindi aggiunto: “Sicuramente sarà un motivo forte per aprire interessanti dibattiti che rimetteranno, inevitabilmente, in atto la sempre presente e atavica Questione Meridionale“. D’altro canto, proprio lui, nelle settimane passate, aveva raccontato di essere stato, nel 1993, vittima di un episodio di discriminazione a livello occupazionale, quando in Lombardia, nel corso di un colloquio di lavoro, gli fu detto che “un Terrone può fare soltanto l’operaio”, pregiudizio del periodo che, purtroppo, persiste ancora oggi in certi ambiti.