Blitz contro il terrorismo attuato in queste ore a Genova, con il tribunale della Superba che, dopo un’indagine della Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova condotta dalla Digos e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Polizia di Stato (congiuntamente agli Uffici Antiterrorismo di Spagna e Francia, coordinati dall’ECTC- European Counter Terrorism Centre di Europol), ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone, quasi tutte di nazionalità pachistana.



Come scrive “La Repubblica”, “per l’accusa stavano progettando attentati e sono legate a Zaheer Hassan Mahmoud: il reato contestato è associazione con finalità di terrorismo internazionale”. Ma chi è Zaheer Hassan Mahmoud? Si tratta di un 25enne nato in Pakistan che “aveva gravemente ferito due giornalisti con una mannaia davanti alla vecchia sede del giornale Charlie Hebdo e, prima di entrare in Francia fingendosi un minore non accompagnato, era passato dall’Italia”.



TERRORISMO, 14 ARRESTI A GENOVA: PERCHÉ L’INCHIESTA È IN ITALIA?

Per quale motivo l’inchiesta contro il terrorismo è localizzata a Genova? Perché, come spiega “La Repubblica”, uno degli arrestati vive nel Chiavarese, anche se “la maggior parte di loro si spostava fra Emilia-Romagna, Spagna e Francia: la cellula terroristica è riconducibile ad un più ampio gruppo di giovani pakistani, auto-denominatosi ‘Gruppo Gabar’, tutti facenti parte dei contatti diretti dell’attentatore di Charlie Hebdo”.

Il procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, pochi giorni dopo l’attentato a Parigi il 25 settembre 2020, aveva rivelato: Zaheer Hassan Mahmoud si era presentato “davanti alla vecchia sede di Charlie Hebdo, dove cinque anni prima terroristi legati ad Al Qaeda avevano ucciso dodici persone e ferito altre undici. Ferì gravemente due persone a colpi di mannaia. Le vittime erano sì giornalisti, ma dell’agenzia ‘Première ligne'”. Stando inoltre alle indiscrezioni filtrate sino a questo momento, il leader della cellula islamica in Italia aveva lo status di rifugiato nel nostro Paese sin dal 2015.