La guerra dell’estremismo islamista in Francia prosegue a colpi di decapitazioni e accoltellamenti. Dopo Parigi e la testa mozzata al prof. Samuel Paty, a pagare dazio è stata in primo luogo Nizza, già straziata dall’autocarro impazzito che il 14 luglio 2016 lasciò per strada 86 morti e 302 feriti.
Nel suo calendario personale del terrore, la città della Costa Azzurra può adesso aggiungere anche la data del 29 ottobre 2020, per quella che verrà ricordata come la strage della Cattedrale di Notre Dame: 3 morti, un uomo e due donne (una pressoché decapitata), più diversi feriti, ad opera del coltello di un ventunenne di origine tunisina, giunto come “migrante” in territorio francese ad ottobre direttamente da Lampedusa e ora in rianimazione perché ferito dalla polizia. Il tutto alle 9 circa del mattino.
Nel frattempo, arrivava da Gedda, in Arabia Saudita, la notizia di una guardia del consolato francese accoltellata e ferita, ma fortunatamente non in gravi condizioni.
Si sperava che con la decapitazione del prof. Paty l’estremismo avesse soddisfatto la sua sete di sangue almeno per qualche tempo. Tuttavia, l’incitamento anti-francese a cui sono state sottoposte le grandi masse musulmane in tutto il mondo ha portato rapidamente a maturazione nuovi frutti amari. A gettare benzina, benzina, sempre più benzina sul fuoco senza freno alcuno è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha fatto ricorso al peggio del proprio repertorio di falsificatore della realtà, inventando fantomatiche persecuzioni contro i musulmani attualmente in corso in Europa e paventando addirittura un prossimo olocausto.
Naturalmente, i veri perseguitati sono i turchi sotto il suo regime fondamentalista e poliziesco, ma i tanti musulmani sparsi per il mondo hanno una scarsa se non nulla conoscenza di quel che accade in Europa e sono stati così indotti dalla propaganda di Erdogan, supportato dai media e dai portavoce della galassia islamista dei Fratelli musulmani, al boicottaggio dei prodotti francesi e a manifestazioni di profondo odio contro il presidente Emmanuel Macron.
La serie di attacchi terroristici compiuti ieri è la diretta conseguenza di giorni e giorni d’incitamento, che hanno reso ancor più incandescente la psiche di soggetti già radicalizzati e che hanno quindi colto l’occasione per impugnare la spada (la stessa messa in mostra durante la cerimonia di conversione in moschea del museo di Haga Sophia a Istanbul) e colpire gli “infedeli”.
L’attentatore di Nizza, mentre veniva generosamente soccorso, avrebbe ripetutamente invocato il ritiro della legge contro il “separatismo” annunciata da Macron qualche settimana fa, come fosse un provvedimento davvero persecutorio nei confronti dei musulmani e non volto a combattere esclusivamente l’estremismo, che punta a stabilire entità territoriali sotto la propria sovranità all’interno della Francia.
Un segno, questo, della grande abilità di manipolazione ideologica da parte del fronte islamista nell’alterare la percezione del giovane tunisino, e in generale di un segmento significativo della comunità musulmana in Francia, rispetto ai termini della legge, strumentalizzando l’islamofobia a mo’ di clava per colpire il governo centrale. Missione compiuta, presidente Erdogan?