Marco Mancini, ex 007, in una intervista a Il Resto del Carlino, ha parlato dei rischi legati al terrorismo in Italia. L’attentato in Russia ha infatti di recente alzato l’allerta. “Se pensiamo all’Isis-K, la cellula sunnita che ha agito a Mosca, direi che non ce ne sono. Però in Europa e nel nostro Paese sono già presenti elementi legati all’Isis. E possono colpire in qualsiasi momento”, ha avvertito.
Gli episodi negli anni scorsi d’altronde non sono mancati. In Belgio ad esempio in autunno scorso l’uccisione di due turisti svedesi da parte di un terrorista legato all’Isis che era arrivato in Europa tramite Lampedusa. “Non dobbiamo temere coloro che ha combattono i russi. Dobbiamo guardarci dal pericolo dei terroristi salafiti, cani sciolti che possono attivarsi da soli e coprire ovunque”, ha spiegato l’esperto. Anche perché un vero punto di riferimento fisico non c’è più. “La centrale terroristica dell’Isis era a Raqqa, in Siria, ma è stata annientata dai bombardamenti russi e americani”.
Terrorismo, l’ex 007: “Italia deve temere i cani sciolti”. Il pericolo
L’ex 007 Marco Mancini in tal senso non è convinto del fatto che l’Italia stia gestendo nel migliore dei modi il rischio terrorismo. “Il Ministro Matteo Piantedosi ha fatto bene ad alzare il livello di sicurezza, ma non è sufficiente. Bisogna individuare gli elementi pericolosi e neutralizzarli prima che arrivino in Italia. Nei Paesi dove trovano riparo prima dell’Europa. È il controspionaggio offensivo che con il mio staff al Sismi abbiamo praticato a lungo”.
Inoltre, è necessario attrezzarsi dal punto di vista psicologico. “Esiste un’agenzia cyber che è in grado di individuare le aree da cui partono le minacce hacker, ma non l’identità degli autori. L’Italia è forse il Paese più cyberminacciato d’Europa. Non bisogna però affidarsi solo all’informatica. I terroristi seri non comunicano in rete. L’errore del Mossad nel non avere previsto l’attacco del 7 ottobre è una lezione per tutti”, ha concluso.