Un prigioniero della famigerata Guantanamo Bay, a Cuba, sospettato di essere un ex terrorista del gruppo Al-Qaida, ha accusato la CIA di averlo torturato a lungo, con la complicità anche delle spie britanniche dell’MI5, dell’MI6 e del GCHQ. L’uomo, oggi 58enne, è accusato di essere uno degli autori dell’attentato al cacciatorpediniere USS Cole del 12 ottobre 2000, fatta esplodere grazie ad un’imbarcazione kamikaze, causando la morte di 17 Marines americani. Detenuto dal 2002 nelle prigioni chiamate “siti neri” dalla CIA, ora il terrorista di Al-Qaida attende il processo a Cuba, dove ha preteso di parlare con il Tribunale per i poteri investigativi britannico in merito alle accuse mosse contro le intelligence inglesi.
Terrorista di Al-Qaida: “Waterboarding, alimentazione rettale e finte esecuzioni”
Insomma, Abd al-Rahim al-Nashiri, il terrorista accusato di aver collaborato con Al-Qaida, faceva parte di quei progetti segreti di interrogatori “rafforzati” condotti dalla CIA dopo l’attentato alle torri gemelle del 2001, ed ora, se le accuse a suo carico venissero confermate, rischia la pena di morte davanti ad una commissione militare. L’intelligence americana non avrebbe commentato le accuse di tortura, come sempre accade in questi casi, mentre il governo britannico si sarebbe opposto all’intervento del Tribunale apposito.
Di certo nella storia del terrorista di Al-Qaida c’è che, dopo il suo arresto nel 2002, venne spedito e detenuto nelle prigioni segrete che hanno poi preso il nome di “siti neri“. Si trattava di una fitta rete di prigioni tra Afghanistan, Thailandia ed Europa Orientale, in cui la CIA conduceva i suoi interrogatori contro le persone accusate di collaborare con i terroristi tramite “tecniche di interrogatorio rafforzato”. Dopo il suo trasferimento a Guantanamo nel 2006, il Senato degli Stati Uniti diede ragione al terrorista di Al-Qaida, sostenendo che aveva subito nei siti neri torture che andavano dal waterboarding, alle finte esecuzioni, passando anche per l’alimentazione tramite il retto. Complessivamente, se le accuse di Nashiri contro l’intelligence britannica venisse confermata, per lui non sarebbero previste attenuanti o sconti sulla pena, ma la questione potrebbe creare un vero e proprio caso mediatico e politico nel Regno Unito.