Importante blitz anti terrorismo delle forze dell’ordine italiane, un uomo originario del Bangladesh è stato arrestato in quel di Genova. Secondo quanto fatto sapere dalla polizia, così come riportato dai principali organi di informazione online a cominciare da Repubblica, si tratta di una persona che frequentava siti, pagine web e forum “in circuiti telematici di matrice jihadista riconducibili ad Al Qaeda“. Attraverso il mondo social il terrorista incitava a compiere attacchi e faceva inoltre apologia di alcuni dei più efferati attentati compiuti negli ultimi anni.



Come detto sopra, l’uomo arrestato è risultato essere un cittadino del Bangladesh residente a Genova da poco più di due anni e che lavorava presso i cantieri navali di Sestri Ponente, così come raccolto dalla Digos e dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione. L’uomo avrebbe inoltre aderito “all’organizzazione terroristica pakistana denominata Tehrik-e Taliban Pakistsan (TTP)”, considerata di fatto una “cellula pakistana” di Al Qaeda, ed era inoltre pronto “al combattimento ed al martirio”.



TERRORISTA ARRESTATO A GENOVA, UN UOMO DEL BANGLADESH: TRE ARRESTI NELLE ULTIME SETTIMANE

Si tratta di un arresto che giunge da lontano visto che, come scrive Repubblica, l’indagine che ha portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta ed ottenuta dalla Direzione distrettuale antiterrorismo della Procura di Genova, era cominciata due anni fa, alla fine del 2021 e nei confronti del terrorista le accuse sono quelle di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.

Già negli scorsi giorni le autorità italiane avevano fermato due presunti terroristi, leggasi due egiziani arrestati a Milano il 17 ottobre scorso con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo ed istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Anche in questo caso era stato riscontrato l’uso della rete come metodo di addestramento e conversione, attraverso la condivisione di contenuti jihadisti. Sempre di recente un 29enne tunisino era stato rimpatriato dalla frontiera aera di Palermo dopo essere stato segnalato dall’intelligence come salafita e ricercato in patria per sospetta appartenenza a un’organizzazione terroristica.