LA TELEFONATA CHOC DEL TERRORISTA DI HAMAS AI GENITORI: “HO UCCISO GLI EBREI, GUARDATE LE FOTO!”

«Papà guarda le foto che ti ho mandato, ho ucciso 10 ebrei con le mie mani!»: esatto, è tutto vero e non è una “boutade” di qualche fake social, ma nemmeno uno straziante estratto di una nuova serie tv distopica. L’audio in questione arriva da una telefonata intercettata dall’esercito di Israele il 7 ottobre scorso, proprio durante gli attentati lanciati dalle milizie di Hamas nei territori dei kibbutz israeliani appena al di là della Striscia di Gaza: da quegli attacchi è nata la guerra terribile in corso da tre settimane fra Israele e le milizie islamiste palestinesi e fin da subito sono emerse alcune prove inquietanti sulla natura delle “azioni” ignobili compiuti dagli jihadisti entrati nel territorio di Israele per uccidere, stuprare, bruciare e rapire i civili inermi.



L’ultima testimonianza arriva dall’audio di una telefonata partita da un terrorista di Hamas direttamente ai propri genitori, nei secondi in cui si sente in sottofondo che lui stesso dà ordini agli altri compagni miliziani di continuare a sparare contro i civili ebrei: «Papà, papà, ho ucciso degli ebrei! Ne ho uccisi 10!». Così si sente nell’audio diffuso dal portavoce dell’esercito di Israele, Daniel Hagari, recuperato all’interno del cellulare di una delle 1400 vittime uccise da Hamas il 7 ottobre 2023. «Sono a Mefalsim, a Mefalsim» ripete con tono eccitato e vibrante Mahmoud, così dice di chiamarsi al telefono il giovanissimo terrorista.



LA STRAGE DI HAMAS E L’INQUIETANTE RISPOSTA DEI GENITORI

A papà e mamma all’ascolto da Gaza, il miliziano racconta di essere a Mefalsim dove aveva da poco sterminato intere famiglie di ebrei: «Uccidi, uccidi, vai verso la città», si sente in sottofondo dalla voce dello stesso Mahmoud, mentre continua a raccontare ai genitori i dettagli della mattanza appena compiuta. Dice loro di accedere a WhatsApp per guardare le immagini choc di quanti corpi innocenti straziati e massacrati dalla mano jihadista, e lo fa con gioia ed eccitazione.

«Li ho uccisi con le mie mani papà, guarda!! Lo sto uccidendo, lo sto uccidendo!» e l’audio prosegue con urla ed esaltazioni del genere. L’inquietudine nell’udire quei toni oltre ai contenuti non finisce però con le sole parole del ragazzo terrorista: è la risposta dei genitori a raggelare il sangue pensando a quanto profondo sia scavato il fondamentalismo che odia l’altrui persona in quanto ebreo (o cristiano). Sono le risposte dei genitori di Mahmoud a impressionare non appena evidentemente riescono a vedere le immagini delle uccisioni del figlio: «Allah Akbar, che Dio ti protegga figlio mio» continua a ripetere il padre anche lui esaltato. La mamma è addirittura commossa e dice «Come vorrei essere lì con te». Il male nella sua dimensione più raggelante.