Otto terroristi legati ad Hamas sono stati arrestati nelle ultime ore tra Danimarca, Olanda e Germania, nel corso di due differenti operazioni di polizia, slegate tra di loro. In tutti e otto i casi si trattava di persone di differenti etnie, che non sono state rese note, e che appoggiavano direttamente o indirettamente il movimento che detiene il potere nella Striscia di Gaza e che è impegnato in una violenta guerra contro Israele. Similmente, in ognuno di questi casi si trattava di veri e proprio terroristi che nel nome di Hamas e della causa palestinese, stavano pianificando diversi tipi di attentati a varie istituzioni ebraiche.



I terroristi di Hamas arrestati in Danimarca, Olanda e Germania

La prima delle due operazioni che hanno portato all’arresto dei terroristi di Hamas è stata condotta congiuntamente dalla polizia olandese e danese, ai danni di quattro persone, tre in Danimarca ed uno in Olanda. Le autorità hanno preferito mantenere il riserbo, sottolineando che “non possiamo dirvi le motivazioni o quali oggetti volevano colpire per non danneggiare le indagini”. Hanno, però, parlato di “legami con l’ambiente delle gang criminali, in particolare con LTF, e con persone che vivono in Danimarca e all’estero”.



Poche ore dopo, poi, è stata data la notizia di altri quattro terroristi di Hamas arrestati in Germania per aver attivamente pianificato un attentato. I quattro, che riferivano direttamente agli alti gradi dell’organizzazione in Libano, avrebbero cercato di individuare un vecchio deposito di armi dell’organizzazione palestinese, al fine di mettervi le mani sopra per concludere, armati, “potenziali attacchi terroristici contro istituzioni ebraiche in Europa”, spiega la procura federale tedesca. Commentando l’arresto degli otto terroristi, l’intelligence di Israele, il Mossad, ha sottolineato come “Hamas cerca di estendere le proprie capacità operative nel mondo e in Europa in particolare, nell’intento di colpire obiettivi israeliani, ebraici ed occidentali”. Viene espresso anche un ringraziamento nei confronti delle autorità europee, che con gli arresti avrebbero contribuito a “esporre la vasta infrastruttura” dei terroristi.

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