La Francia ha deciso di accogliere le richieste italiane e ha arrestato 9 terroristi, salvo poi concedere la libertà vigilata in attesa del processo, perché non c’è rischio di fuga. Qualcuno l’ha definita una svolta, ma leggendo alcuni interventi sembra che il clima attorno agli ex militanti della lotta armata non sia affatto cambiato, almeno da parte dal punto di vista culturale. Questo perché, come accaduto nel 2008, quando fu concessa l’estrazione in Italia all’ex brigatista Marina Petrella, gli intellettuali francesi sono scesi in campo in difesa dei terroristi italiani scappati oltralpe. Lo hanno fatto rivolgendo un appello al presidente francese Emmanuel Macron, con una lettera collettiva tra i cui firmatari c’è pure Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista italiana naturalizzata francese, sorella di Carla Bruni Sarkozy. Quel che resta della gauche in Francia si è mobilitata contro la scelta di arrestare i terroristi, accusando il presidente di aver tradito la dottrina Mitterand. I toni sono quelli che caratterizzeranno la battaglia giudiziaria. Nella lettera appello pubblicata su Libération si parla infatti di vendetta (smentita dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia), «tornata all’ordine del giorno», perché «è uno strumento per manipolare l’opinione e disturbare la coscienza». Si cita l’estrema destra italiana, «responsabile dei due terzi dei morti degli anni di piombo, osa parlare a nome delle vittime».
TERRORISTI ARRESTATI, LETTERA APPELLO A MACRON
Gli intellettuali in Francia ricordano, quindi, che quarant’anni fa «gli attivisti italiani di estrema sinistra impegnati nella violenza politica negli anni ’70 sono stati accolti nel nostro Paese con l’espressa condizione di abbandonare ogni attività illegale». Quindi, per i firmatari si tratta di una decisione da cui non si può tornare indietro. Alcuni di loro si sono sposati e hanno avuto figli che sono cittadini francesi, a volte nipoti anche loro francesi. «Hanno contribuito alla ricchezza nazionale attraverso il loro lavoro per diversi decenni, alcuni sono stati persino impiegati dallo Stato francese. Tutti hanno mantenuto il loro impegno a rinunciare alla violenza». Oltre a ricordare che ora hanno tra i 65 e gli 80 anni, con acciacchi legati all’età, mettono in guardia Emmanuel Macron, sostenendo che «alcuni in Italia li usano come comodi spaventapasseri per scopi politici interni che non ci riguardano. La loro campagna equivale ad accusare decine di funzionari dei nostri servizi amministrativi, la polizia, la giustizia e l’amministrazione della Repubblica francese di avere, per quarant’anni, protetto degli assassini». Nella chiosa finale affermano che l’Italia dovrebbe «approvare la tanto attesa legge sull’amnistia» e quindi «voltare pagina e guardare al futuro» e ad Emmanuel Macron chiedono che quei terroristi non vengano estradati dalla Francia. «La ragione e l’umanesimo sono alla base delle nostre democrazie, non è bene aggiungere inutilmente l’infelicità all’infelicità».