Due dosi di vaccino potrebbero non bastare, per questo potrebbe essere resa obbligatoria una terza. Gli scienziati stanno infatti cominciando a suggerirne tre. Tra questi c’è il massimo esperto, il dottor Anthony Fauci, che è consigliere della Casa Bianca sull’emergenza Covid. Visto che da recenti studi è emerso che i vaccini Pfizer e Moderna garantiscono una protezione per almeno sei mesi, si può valutare una dose “booster” ad un anno dalla prima dose. «Sappiamo per certo che è efficace per sei mesi e molto probabilmente sarà efficace per un periodo di tempo considerevolmente più lungo», ha spiegato Fauci sul vaccino Moderna nell’intervista rilasciata a MSNBC. Invece lo studio condotto da Pfizer, e di cui ha parlato il CEO Albert Bourla, ha confermato la copertura per sei mesi, ma sono necessari altri studi per determinare quando e come la protezione diminuisce.
Secondo Anthony Fauci, il modo migliore per avere queste risposte è seguire le persone vaccinate, monitorando in primis il livello degli anticorpi e poi quelli tra loro che si infettano. «Quindi, se emerge che la protezione dura un anno o un anno e mezzo, potremmo benissimo avere bisogno di richiami per mantenere il livello di protezione».
TERZA DOSE VACCINI? REZZA “VALUTARE QUANDO E CON QUALE”
Parere convergente quello di Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute. «Noi non sappiamo ancora con precisione la durata della protezione sia dopo l’infezione naturale che dopo la vaccinazione. Si misura con un test sierologico per analizzare gli anticorpi. Così vediamo per ora che resistono anche dopo sei mesi», la premessa durante la conferenza stampa per l’analisi dei dati del monitoraggio. Poi ha spiegato le valutazioni che sono in corso a livello europeo: «Ci sono due cose importanti che si stanno studiando a livello europeo: quando dare la dose booster, con quale dose, ad esempio se con un vaccino diverso, e contro quale ceppo, perché ci sono vaccini indirizzati contro una variante». Ci sono case farmaceutiche che, ad esempio, si stanno concentrando su quella sudafricana, «che è quella che dà maggiori problemi di evasione immunologica, mentre quella brasiliana può ridurre solo parzialmente l’effetto degli anticorpi».
Gianni Rezza ha confermato, dunque, che la comunità scientifica sta approfondendo la questione. «Sono domande che ci stiamo ponendo ora, avranno delle risposte a breve. Si sta programmando quello che avverrà nel 2022. Una delle possibilità è quella di una terza dose per un vaccino che ha un ciclo completo con due dosi».