A partire dalla fine del mese di settembre, inizio ottobre, scatterà la campagna di vaccinazione anti covid per la terza dose. Ad annunciarlo è stato il ministro della salute Roberto Speranza, e si partirà dai fragili, ma anche da chi non ha avuto risposte immunitarie dopo le prime due dosi di vaccino, dal personale sanitario (i primi a vaccinarsi), e infine, dagli anziani ospiti delle Rsa e che hanno ottenuto l’immunizzazione a inizio anno e che hanno probabilmente le difese immunitarie in ribasso, essendo ormai passati diversi mesi dalla prima somministrazione. I vaccini che si utilizzeranno per il richiamo, o booster, come si usa chiamare negli Stati Uniti, saranno solamente quelli a tecnologia mRNA, quindi Pfizer e Moderna, e solo per la prima tornata, come ricorda ll Messaggero, serviranno circa 4 milioni di dosi.



Concorde con la somministrazione della terza dose è Giorgio Palù, stimato virologo e numero uno dell’Aifa, l’Agenzia Italia del Farmaco, nonché stimato membro del Cts, il Comitato tecnico scientifico: «Per i soggetti a rischio, come immunodepressi e anziani c’è n’è assolutamente bisogno. Per i bambini fino ai 12 anni invece bisogna attendere gli studi in corso e poi valutare rischi e benefici». Gli studi clinici, ha aggiunto Palù, dimostrano «una scarsa risposta in soggetti immunodepressi e anziani», anche se «queste sono decisioni di sanità pubblica. Prevenire è sempre meglio che curare e in questi casi è addirittura giustificato agire anche prima che le agenzie regolatorie si esprimano, perché lo fanno unicamente sui dati forniti dall’industria farmaceutica».



TERZA DOSE, SCIENZIATI DIVISI: PER LA GISMONDO NON E’ URGENTE

Diverso invece il pensiero di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano: «In questo momento non si sente la necessità della terza dose. Draghi ha detto giustamente che bisogna attendere l’approvazione dell’Ema e terrei presente che sia l’Ema sia l’Ecdc hanno sottolineato che in questo momento» della terza dose per tutti «non si sente, appunto, la necessità». «Eventualmente più in là si potrebbe tener conto, ma solamente per gli immunodepressi».



Via libera invece dai governatori, a cominciare dal presidente del Veneto Luca Zaia, che dopo aver aperto all’obbligo vaccinale si dice anche d’accordo sulla terza dose: «Faccio un appello al governo, che si decida velocemente per la terza dose, il prima possibile: Il 21 settembre inizia l’autunno e se è sì per la terza dose per i fragili e gli anziani, vuol dire che dobbiamo mettere il nostro focus sulle case di riposo, e per noi sono 30 mila ospiti».