I nuovi dati rilasciati da Pfizer mercoledì 28 luglio 2021 sul suo vaccino anti-Covid sono davvero sorprendenti e regalano decisamente più di un sorriso in questa lunga e travagliata lotta che l’umanità intera sta conducendo contro la pandemia di Coronavirus. Come rilevato dalle osservazioni scientifiche più recenti, infatti, la terza dose del preparato targato Pfizer/BioNTech può “fortemente aumentare” la protezione contro la variante Delta (ex indiana) rispetto alla copertura fornita da un solo ciclo vaccinale completo (che consta di due dosi, ndr).
I dati pubblicati online dal colosso farmaceutico a stelle e strisce suggeriscono che i livelli di anticorpi sviluppati contro la variante Delta nelle persone comprese all’interno della fascia d’età che va dai 18 ai 55 anni e che ricevono la terza dose del vaccino Pfizer (basato, ricordiamo sulla tecnologia a mRna) sono cinque volte maggiori rispetto a chi è vaccinato con due sole dosi. Non solo: tra gli individui d’età compresa tra i 65 e gli 85 anni, i dati suggeriscono che i livelli di anticorpi contro la variante Delta dopo aver ricevuto la terza dose Pfizer sono maggiori addirittura di 11 volte rispetto a quelli rilevati in seguito a un solo ciclo vaccinale.
TERZA DOSE PFIZER METTE AL RIPARO DALLA VARIANTE DELTA “FINO A 100 VOLTE DI PIÙ”
Secondo quanto comunicato da Pfizer, insomma, la vaccinazione con tre dosi metterebbe tutti al sicuro dalla variante Delta, tanto che vi è “un potenziale stimato per un aumento fino a 100 volte nella neutralizzazione dell’ex indiana dopo la terza dose di siero Pfizer/BioNTech”, come si legge nelle diapositive sottoscritte dai ricercatori che hanno elaborato le statistiche e i dati di natura medico-scientifica.
Questi ultimi sono stati diffusi da poche ore, e non sono nemmeno stati ancora sottoposti a peer-review o a pubblicazioni su riviste ufficiali. Si tratta, insomma, di un’anteprima assoluta, nella quale si rileva con estrema facilità che i livelli di anticorpi sono molto più elevati dopo la terza dose contro le varianti del virus SARS-CoV-2, Delta e non solo. Una scoperta, insomma, a dir poco clamorosa ed entusiasmante.