CNN: “75% FORSE RUSSIA POSIZIONATE PER ATTACCO”
Non si abbassa la tensione sul Donbass nonostante vada registrata una duplica dichiarazione d’intenti da entrambe le parti a rischio “terza guerra mondiale”: prima Zelensky aveva invocato il cessate il fuoco nell’area un tempo proprietà dell’Ucraina, poi è lo stesso Vladimir Putin a confermarlo nel colloquio con Macron, «bisogna lavorare ad un cessate il fuoco nell’Ucraina Orientale». A quel punto il segretario di Stato Usa Blinken aveva subito rilanciato l’idea di un vertice in presenza Biden-Putin per scongiurare il conflitto ucraino: «in ogni momento ed in qualunque formato. La diplomazia è possibile fino a quando i carri armati non sono realmente in movimento».
Sono però gli stessi Usa a non credere all’intenzione della Russia di voler negoziare la de-escalation, con ancora Blinken che riporta dati dell’intelligence, «Da quanto vediamo tutto sembra suggerire che siamo sull’orlo di un’invasione. Noi crediamo che il presidente Putin abbia preso la sua decisione, ma fino a quando i tank non si muovono davvero e gli aerei sono in volo, utilizzeremo tutte le opportunità e ogni istante a nostra disposizione per verificare se la diplomazia può ancora dissuadere il presidente Putin dall’andare avanti». In serata sono le fonti interne del Governo Usa alla CNN a ribadire come la Russia abbia ormai il 75% delle forze convenzionali in posizione d’attacco contro l’Ucraina: «a circa 60 km dal confine ucraino vi sarebbero 120 dei 160 gruppi tattici di battaglione (Btg) russi, pari al 75% delle principali unità da combattimento di Mosca. Mobilitati contro Kiev 35 dei 50 battaglioni per la difesa aerea, 500 tra caccia e caccia bombardieri nonché 50 bombardieri medio-pesanti». Domani l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha convocato un vertice straordinario dei rappresentanti permanenti su richiesta dell’Ucraina, a fronte del rapido deterioramento della situazione nel Donbass: nel frattempo i colloqui tra i leader internazionali si fanno fitti e nelle prossime ore Macron sentirà Draghi, Biden, Scholz e Johnson per organizzare il fronte comune dell’Occidente all’emergenza ucraina. Intanto Putin ha garantito all’Eliseo di star pianificando il ritiro delle le truppe dalla Bielorussia una volta terminate le esercitazioni.
NUOVE SCHERMAGLIE RUSSIA-UCRAINA-USA
«Crediamo che Putin abbia preso la sua decisione», così la vicepresidente Usa Kamala Harris intervenendo a margine della Conferenza di Monaco sulla crisi in Ucraina, temendo l’invasione a breve da parte dell’esercito russo.
Di contro, la replica secca arriva dal Cremlino nelle parole del portavoce di Putin, Dmitri Peskov: «Non c’e’ alcun motivo per la Russia di attaccare nessuno. Vi esortiamo a porvi la domanda: che senso ha che la Russia attacchi qualcuno?». Le contro-informazioni dei rispettivi Paesi riportano tra Mosca e Kiev mosse e contromosse per prepararsi alla guerra: da un lato il Cremlino spiega come «Vladimir Putin, ha ogni ragione per ritenere che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non sia pronto ne’ disposto ad attuare gli accordi di Minsk per la concessione di un regime di autonomia alle regioni separatiste del Donbass». Di contro, Kiev replica con con il Ministro degli Esteri invocando l’intervento dell’Occidente: «l’Europa dica subito che l’Ucraina sarà membro dell’Unione Europea». Dalla Bielorussia intanto il ministro della Difesa bielorusso, Viktor Khrenin, citato dall’agenzia Interfax spiega come Russia e Minsk hanno già formato una task force che «combatterà, se necessario». Davanti ai tentativi europei, specie sul fronte Draghi, di trovare un negoziato utile tra Russia e Ucraina, la stessa n.2 di Biden riconosce come molti Paesi membri della Nato abbiano legittimi argomenti per evitare una “terza guerra mondiale”: «sanzioni settore energetico? Non negherei all’Italia di avere le proprie preoccupazioni, è molto presente nei colloqui. La NATO è un’alleanza dove ciascuno ha le proprie priorità», ha dichiarato Kamala Harris. Dopo il colloquio telefonico di quasi due ore tra Macron e Putin, il Presidente ucraino Zelenksy ha lanciato un appello tramite il medesimo omologo francese: «serve un cessate il fuoco immediato nel Donbass».
ATTACCHI NEL DONBASS: UCRAINA CHIEDE PROTEZIONE
La tensione ora più urgente e drammatica per un possibile scoppio di una “terza guerra mondiale” in Ucraina è localizzata nel Donbass: per tutta la notte sono state segnalate nuove violazioni del “cessate il fuoco” imposto anni fa con la fine della guerra tra esercito ucraino e ribelli filo-russi: entrambe le parti accusano gli avversari degli attacchi.
Lo scorso venerdì i leader delle Repubbliche popolari nel Donbass, Lugansk e Donetsk (rispettivamente, Leonid Pasechnik e Denis Pushilin) hanno annunciato l’evacuazione degli abitanti delle repubbliche in Russia, motivando con la crescente minaccia di ostilità. Nella notte il report della missione DPR presso il JCCC (Centro congiunto per il controllo e il coordinamento) citato in Russia segnala come le forze ucraine abbiano bombardato per ore le 6 aree popolate della Repubblica di Donetsk, compresa l’omonima città. Di contro, Kiev accusa Mosca di fiancheggiare i ribelli per provocare quell’episodio “miccia” in grado di far esplodere la guerra mondiale: «Noi siamo lo scudo dell’Europa contro l’esercito russo. Difendeteci o faremo da soli», ha tuonato domenica mattina il presidente ucraino Zelensky a Monaco chiedendo la protezione della Nato e dell’Occidente.
GUERRA MONDIALE IMMINENTE? DRAGHI TENTA LA MEDIAZIONE
«La Russia vuole davvero il dialogo?», è stata la risposta indiretta lanciata dal Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel a domanda richiesta sulle possibilità di ulteriori negoziazioni tra Russia e Ucraina per evitare l’esplodere di quella che rischia davvero di essere una “terza guerra mondiale”. Secondo il Presidente Usa Joe Biden, convocante il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, in base alle informazioni raccolte ancora in questi ultimi giorni, «la Russia potrebbe lanciare un attacco contro l’Ucraina in qualsiasi momento». Lo scorso venerdì addirittura in conferenza stampa si diceva certo che l’invasione dell’Ucraina sarebbe stata solo una questione di ore: lo spazio per il dialogo si assottiglia sempre di più ed è in questo mini-frangente che il Premier italiano Mario Draghi spera di riuscire laddove invece gli omologhi di Francia e Germania, Macron e Scholz, hanno finora fallito. In settimana l’ex BCE potrebbe volare a Mosca per trattare direttamente con Putin (che oggi vede il Presidente francese, ndr) e l’obiettivo primario resta l’incontro al tavolo congiunto con il capo del Cremlino e il Presidente dell’Ucraina. Come ben sottolinea il retroscena di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”, gli obiettivi dell’Italia vanno anche ben al di là della “mera” ma significativa volontà di mediazione: la dipendenza dal gas russo e dai rifornimenti energetici in Ucraina, la posizione dell’Italia (così come quella della Germania) impone l’evitare ad ogni costo un conflitto su scala mondiale in quell’area così strategica.