SVOLTA UCRAINA: ECCO COME PUÒ FINIRE LA TERZA GUERRA MONDIALE

Il pressing di Usa e NATO inizia a “sentirsi” anche sul fronte Governo Ucraina: vedere per credere le ultime dichiarazioni del braccio destro di Zelensky in merito alla potenziale fine del conflitto, evitando l’esplosione di una vera e propria “terza guerra mondiale”. «La guerra con la Russia può finire anche prima della liberazione totale dei territori ucraini occupati», ha detto il consigliere presidenziale Mykhail Podolyak in un briefing con i giornalisti ucraini. L’uomo solitamente depistato alle dichiarazioni durissime contro la Russia di Putin, ammette pubblicamente la possibilità di una fine “diversa” da quella richiesta da mesi dallo Stato invaso lo scorso 24 febbraio.



Certo, il n.2 di Zelensky ha anche detto che «Qualsiasi compromesso territoriale non porterebbe la pace ma moltiplicherebbe le vittime. Ogni concessione alla Federazione Russa sarà la vittoria di Putin, legalizzerà l’assassinio e renderà la guerra uno strumento nelle relazioni internazionali. Questa sarà la fine del diritto internazionale. C’è qualcuno che vuole davvero questo?». Ma la diplomazia si muove sempre tra le “mezze frasi”, le ammissioni e dichiarazioni che possono realmente cambiare le sorti di un conflitto: tali parole arrivano poi l’indomani delle considerazioni del Pentagono che puntavano a convincere Kiev che sula fine della guerra potrebbero non esserci tutte le condizioni richieste dall’Ucraina, tipo la liberazione della Crimea. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha menzionato stamane la necessità di «rilanciare negoziati tra Mosca e Kiev» durante una telefonata con l’omologo russo Vladimir Putin, in cui ha affermato che il «prolungamento della guerra in Ucraina comporta molti rischi». Da ultimo, Papa Francesco nell’intervista a “LaStampa” si dice convinto che la pace tra Russia e Ucraina è «possibile», ma «bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi. Il Vaticano è disposto fare tutto il possibile per mediare e porre fine al conflitto in Ucraina» e alla «terza guerra mondiale».



LA TERZA GUERRA MONDIALE AD UN PASSO DURANTE LE ORE DELLA CRISI IN POLONIA: GLI SCENARI

La terza guerra mondiale non è mai stata così vicino come nelle ore immediatamente successive alla caduta di un missile sul confine tra Polonia e Ucraina: decisiva è stata la prudenza operata dalla NATO, dagli Usa e dalla stessa Varsavia nelle prime indagini sulle cause di quei due cittadini polacchi uccisi all’interno della azienda agricola colpita da un missile il 15 novembre. Duda e Biden ieri hanno confermato che al momento l’ipotesi più plausibile riguarda un incidente avvenuto con un missile della contraerea ucraina che, nel tentativo di intercettare i raid sul territorio ucraino, è andato a colpire al di qua del confine polacco causando le due vittime. Solo qualche ora prima però, appena giunta notizia dall’Ucraina che quel missile potesse essere russo, il mondo intero ha guardato con terrore al G20 di Bali dove i leader riuniti avrebbero potuto attivare l’articolo 5 del codice NATO che avrebbe significato terza guerra mondiale.



La diplomazia di Biden e degli leader del G7 (Italia compresa) ha evitato il peggio, esprimendo parole di netta prudenza sulle responsabilità del missile e predicando l’attesa per le prime indagini significative: è così emerso che «molto probabilmente la Russia non ha lanciato alcun missile». Resta la condanna per i raid lanciati su territorio ucraino, con gli Usa e il segretario NATO Stoltenberg che intimano Putin di fermarsi: ma è nella penombra che le trattative diplomatiche continuano e avrebbero invece potuto chiudersi del tutto dopo la caduta del missile in Polonia. Addirittura, la risposta misurata di Biden ha incassato l’apprezzamento del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che la definisce «molto professionale». Questo, assieme alla richiesta sempre più spinta della Casa Bianca a Kiev per impostare un vero negoziato di pace – e assieme anche ai continui contatti tra le rispettive intelligence per preparare il “tavolo” della trattativa – rende la crisi polacca al momento quasi del tutto superata. Nel lungo colloquio “a distanza” che continua ormai da settimana tra Stati Uniti e Russia, si inserisce la dichiarazione di stamane fatta dal Presidente Erdogan che conferma come «Russia e Stati Uniti si asterranno dall’uso di armi nucleari»: la Turchia loda la prudenza avuta dalla NATO nella gestione della crisi polacca di due giorni fa, invitando tutte le parti – da Kiev fino a Mosca – a sedersi al più presto ad un tavolo per ripetere quanto ottenuto, a fatica, in questi mesi sul grano. Un accordo per evitare la terza guerra mondiale.

BIDEN VS ZELENSKY: “SERVE NEGOZIARE”. ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE

Certo, tutto questo non significa che la guerra in Ucraina sia conclusa: nel suo 267esimo giorno di potenziale “rischio” per lo scoppio della terza guerra mondiale, il conflitto tra Mosca e Kiev vede nuovi raid russi lanciati contro quasi tutte le principali città ucraine, scatenando la controffensiva in Crimea contro le forze filo-russe. «Ecco un’altra conferma dal Dnipro che i terroristi vogliono la pace. Mattina. Una città tranquilla e il desiderio delle persone di vivere una vita normale. Vai a lavorare, per affari. Attacco missilistico! Lo stato terrorista in realtà vuole portare agli ucraini solo quanto più dolore e sofferenza possibile», lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha anche pubblicato un video dell’attacco missilistico su Dnipro.

Evitare la terza guerra mondiale resta il primario obiettivo però per Occidente e NATO tanto che ancora oggi arriva il “no” secco alla richiesta di no-fly zone in Ucraina, così come la fornitura di armi di precisione e jet da guerra. L’irritazione di Kiev non è poca, specie dopo che in seguito al missile lanciato in Polonia la NATO non è intervenuta come sperava Zelensky: «Non ho dubbi sul fatto che non si trattasse di un nostro missile. Vogliamo stabilire tutti i dettagli, ogni fatto. Ecco perché abbiamo bisogno che i nostri esperti si uniscano all’indagine internazionale e abbiano accesso a tutti i dati disponibili ai nostri partner oltre che al sito dell’esplosione», ha detto ieri il Presidente ucraino allontanando l’ipotesi di un missile ucraino che sia per errore finito su territorio polacco. Lo scontro con la Casa Bianca è ormai avviato, visto anche la replica di Biden alle parole di Zelenksy: «Non è quello che dicono le prove». Gli attriti proseguono, anche se la comunità internazionale continua a ribadire che qualsivoglia negoziato di pace avverrà con l’ok dell’Ucraina e mai “senza”: quello però che continuano a ripetere da qualche tempo al Pentagono e in sede NATO – da ultimo nella giornata di ieri – è che ci sono ben poche probabilità che Kiev ottenga tutti i territori che aveva prima dell’inizio della guerra. «L’Ucraina ha probabilità molto basse di conseguire una vittoria militare cacciando via tutti i russi dal Paese, inclusa la Crimea», ha detto ieri il capo di Stato maggiore Usa, Mark Milley, sottolineando tuttavia che «potrebbe esserci una soluzione politica in cui la Russia si ritiri». La “finestra” è offerta dall’arrivo dell’inverno dove inevitabilmente per le condizioni del territorio l’offensiva si raffredderà: a quel punto sarà ideale lanciare un negoziato di pace dove tutti attorno ad un tavolo si “disegnino” i contorni futuri di una regione ormai da anni, non mesi, in guerra. Nell’ultima settimana gli Stati Uniti avevano già “consigliato” l’Ucraina «di valutare richieste realistiche e priorità nelle trattative»,, ergo rinunciando di fatto a una riconquista della Crimea.