“UCRAINA, RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE”: L’ALLARME DELLA BIELORUSSIA
Questa volta l’allarme sulla possibile esplosione di una terza guerra mondiale sul campo di battaglia arriva da un prezioso alleato della Russia di Putin: dopo l’intento dichiarato da Mosca di non puntare solo al Donbass per far concludere la guerra in Ucraina (le regioni di Kherson e Zaporizhia e una serie di altri territori), il Presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko alla AFP manifesta tutta la sua preoccupazione per quanto può scattare nell’est dell’Europa. «L’Occidente, l’Ucraina e la Russia devono porre fine al conflitto per evitare il precipizio della guerra nucleare», ha rintuzzato l’alleato di Putin, che comunque getta la responsabilità principalmente sul campo ucraino di Zelensky, «dipende tutto dall’Ucraina, perché a questo punto la guerra potrebbe finire in condizioni migliori per loro».
Secondo Lukashenko, in sostanza, Zelensky dovrà sedersi al tavolo dei negoziati «e accettare di non minacciare mai la Russia». Nel frattempo secondo Yevgeny Balitsky, il capo dell’amministrazione civile-militare russa della regione nel sud dell’Ucraina, lancia l’allarme su quanto potrebbe emergere dall’area della centrale di Zaporizhia: «Se vengono colpiti i reattori o l’impianto di raffreddamento, rischia di saltare in aria mezza Europa». I raid tra ucraini e russi proseguono nello scontro anche in questo 149esimo giorno di guerra: 5 civili sono rimasti uccisi e 10 feriti in bombardamenti russi ieri nella regione del Donetsk, mentre nuovi attacchi vengono condotti da Mosca anche sulle regioni di Kherson e Zaporizhia (in difesa della controffensiva ucraina).
GUERRA MONDIALE SU GRANO E GAS, LA DIPLOMAZIA INIZIA A FUNZIONARE?
La situazione in Ucraina insomma è tutt’altro che in rapido miglioramento, con la minaccia continua di una terza guerra mondiale che renderebbe le già devastanti conseguenze del conflitto a quel punto insostenibili per l’intera globalità. Economia a terra, commerci rallentati, tragica emergenza gas e grano: lo scontro sul campo insomma, tra morti e feriti, non è purtroppo l’unica diretta conseguenza di una assurda guerra alle porte dell’Europa. Qualche piccolo lumicino di speranza però nelle ultime ore è apparso dopo l’annuncio di ieri dalla Turchia che oggi a Istanbul, alla presenza del segretario generale Onu Antonio Guterres, Russia e Ucraina sigleranno l’accordo sul trasporto del grano. Si tratta della prima intesa tra i due Paesi dall’inizio della guerra il 24 febbraio scorso: oggi già il prezzo del grano è dato in netta discesa dopo i picchi delle settimane scorse: le quotazioni del grano duro scendono dell’1,39% a 849,25 dollari per contratto da 5mila staia; Il grano tenero cede l’1,61% a 793,25 dollari. In questo modo il frumento torna come prezzi ai livelli precedenti l’attacco russo.
«Accogliamo con favore l’annuncio di questa intesa in linea di principio, ma ciò su cui ci stiamo concentrando ora è ritenere Mosca responsabile per l’attuazione di questo accordo e per aver consentito al grano ucraino di raggiungere i mercati mondiali», è il commento soddisfatto del portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price. Dal grano al gas, dopo il vertice a Teheran tra Erdogan e Putin, le forniture di Gazprom sono tornate a riprendere quota sopra il 40% allentando la problematica europea e mondiale sulla fornitura energetica: qualcosa si muove, con l’Europa però ancora ferma allo scontro muro contro muro con la Russia e contemporaneamente ancora incapace di organizzare un nuovo cospicuo aiuto all’Ucraina (per il veto di alcuni Paesi, tra cui anche la Germania). Serve fare di più insomma, come continua ad invocare Papa Francesco, affinché lo scontro venga fermato subito e soprattutto si eviti lo spauracchio di una terza guerra mondiale.