RISCHIO GUERRA MONDIALE NUCLEARE, IL CASO ZAPORIZHZHIA E CRIMEA
«La guerra finirà con la liberazione della Crimea»: lo ha detto il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky senza rivendicare ufficialmente l’attacco alla base russa militare in Crimea di Saki, ma senza neanche smentire del tutto un coinvolgimento. La terza guerra mondiale come spauracchio resta “alla finestra” di una comunità internazionale ancora incapace di trovare una via diplomatica netta tanto sul fronte ucraino, quanto su quello Taiwan-Cina.«La guerra della Russia contro l’Ucraina è iniziata con la Crimea e deve finire con la Crimea, con la sua liberazione. L’occupazione russa della Crimea costituisce una minaccia per tutta l’Europa e per la stabilità mondiale. Non ci sarà una pace stabile e duratura in molti Paesi sulle rive del Mar Mediterraneo finché la Russia sarà in grado di usare la nostra penisola come base militare», ha poi concluso Zelensky nel suo messaggio alla nazione.
A preoccupare poi in queste ore è sempre la situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa e sotto il controllo dei russi: prosegue il rimpallo di responsabilità circa le esplosioni dei giorni scorsi attorno alla centrale, con Mosca che ha richiesto ufficialmente la riunione del Consiglio di Sicurezza Onu per «i recenti attacchi ucraini contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia e le catastrofiche conseguenze che potrebbero comportare». Kiev contraccusa il Cremlino per le responsabilità sulla centrale, sostenuta dall’Agenzia AIEA che invita a stoppare ogni ostilità per evitare incidenti nucleari. Mentre continuano le bombe sul territorio del Donbass e del sud dell’Ucraina (13 vittime a Nikopol nelle sole ultime ore), il G7 fa sapere che il controllo russo su Zaporizhzhia deve finire al più presto, «mette in pericolo l’intera regione». Dall’esercito ucraino e dall’operatore Energoatum scatta poi l’allarme definitivo: «Le forze russe che occupano la centrale nucleare di Zaporizhzhia nel sud-est dell’Ucraina si stanno preparando a collegare la centrale alla Crimea, annessa da Mosca nel 2014, e la stanno danneggiando riorientando la sua produzione di elettricità: il loro piano è di danneggiare tutte le linee della centrale nucleare e di togliere il collegamento al sistema elettrico ucraino». Sul fronte Taiwan, sono concluse le esercitazioni su ampia scala della Cina al largo di Taipei ma proseguiranno dei test mirati per tutta la prossima settimana. L’ambasciatore cinese a Londra è stato convocato dalla Gran Bretagna per fornire spiegazioni circa l’escalation militare su Taiwan. Il timore di una imminente invasione resta e lo scenario sempre più ampio di una “terza guerra mondiale” globale non è purtroppo da escludere.
COLPITA BASE RUSSA IN CRIMEA: NYT “UCRAINA HA RIVENDICATO L’ATTACCO”
La maxi esplosione avvenuta stamane nella base aerea militare di Saki, vicino a Novofedorovka in Crimea, potrebbe essere stato un attacco mirato dell’esercito dell’Ucraina: inizialmente il Ministero della Difesa russo aveva parlato di «esplosione accidentale di munizioni», ma con il correre delle ore le notizie in arrivo dalla Crimea sembravano delineare ben altro scenario. Un ennesimo colpo durissimo alle possibilità di pacificazione in Ucraina, con annessi rischi e scenari da terza guerra mondiale: «Era una base aerea da cui partivano regolarmente aerei per attacchi contro le nostre forze nel teatro meridionale», avrebbe detto un alto funzionario ucraino citato dal New York Times, rivendicando l’attacco alla base in Crimea.
Pochi minuti dopo è poi il portavoce del Presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, a scrivere su Twitter: «Il futuro della Crimea sarà quello di essere una perla del Mar Nero, un parco nazionale con una natura unica e una località turistica mondiale, non una base militare per terroristi: questo è solo l’inizio». Secondo Serghiei Aksionov, il leader filorusso della Crimea, vi sarebbe un morto almeno e diversi feriti a Saki: secondo una giornalista vicino a Putin, Margarita Simonyan, l’opzione più probabile non è il lancio di raid bensì un atto di sabotaggio interno ordito da Kiev. In attesa di sviluppi più concreti sulla vicenda, va ricordato che la Crimea è la regione/penisola ucraina annessa dalla Russia nel 2014 da cui tutto (o quasi) si è originato nella guerra tra Mosca e Kiev.
?ORA – Grandi esplosioni alla base aerea russa in #Crimea. La base aerea è a oltre 200 km dalle prime linee più vicine
La gente in spiaggia scappa? pic.twitter.com/Kxc8TtZf5Q— Adry.W.2 Россия-Твиттер (@liliaragnar) August 9, 2022
IL RISCHIO DI TERZA GUERRA MONDIALE: UCRAINA ACCUSA ANCORA I RUSSI
Il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky torna ad attaccare il Cremlino accusandoli di voler far scattare una terza guerra mondiale nucleare: la denuncia del leader di Kiev è per i razzi che i russi avrebbero lanciato negli ultimi giorni attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (tesi smentita però da Mosca che invece accusa le milizie ucraine): «la Russia ha creato la minaccia di una catastrofe nucleare», facendo sue le parole allarmate del segretario generale Onu Antonio Guterres («fermare subito questi attacchi suicidi alla centrale»). Secondo Zelensky, l’area della centrale – ricordiamolo, sotto controllo delle forze filo-russe dopo le conquiste della prima parte di guerra nei mesi scorsi – vedrebbe continue provocazioni di Mosca per poter accusare l’Ucraina: «Il mondo non dovrebbe dimenticare Chernobyl e dovrebbe ricordare che la centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande d’Europa», ha ribadito il Presidente.
Il disastro di Chernobyl fu l’esplosione di un reattore: ebbene, conclude Zelensky, a Zaporizhzhia ve ne sono ben 6 di reattori con sestuplicati dunque i rischi di una catastrofe mondiale nucleare. Dopo l’invio di nuove armi da 1 miliardo di dollari, deciso ieri dal Governo americano, proseguono gli aiuti dell’Occidente verso Kiev che però chiede di estendere altre sanzioni economiche contro Vladimir Putin: la “risposta” arriva dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev che contesta le parole di Zelensky in merito al «chiamare a rendere conto l’intera popolazione della Russia» per i crimini commessi. Per il braccio destro di Putin, «L’ultima persona che ha cercato di implementare tali idee rivolgendole a un’intera nazione è stato Adolf Hitler. Ci sono altre domande sulla natura del governo ucraino?». Nel frattempo sul campo di battaglia si continuano a segnalare tensioni e pesanti combattimenti nel Donetsk: «La situazione nella regione è tesa, i bombardamenti sono costanti in tutta la linea del fronte. I russi stanno lanciando continui attacchi aerei ma le unità militari ucraine stanno respingendo gli assalti», spiega lo Stato maggiore di Kiev citando i raid russi su Bakhmut e Avdiiv. Al netto di ciò, conclude il governatore regionale di Donetsk Pavlo Kyrylenko, «Il nemico non ha successo. La regione di Donetsk sta tenendo».
DALL’UCRAINA A TAIWAN: LO SCONTRO TRA RUSSIA-CINA E L’OCCIDENTE
La terza guerra mondiale non solo come “possibilità” ma proprio come effettiva risultanza, è da quasi 6 mesi il problema centrale della guerra iniziata in Ucraina: i bombardamenti, le vittime, i disastri economici ed energetici, tutto concorre a creare un clima tra Occidente e Cremlino, con pure il nodo Cina se allarghiamo l’osservazione allarmata dall’Ucraina fino a Taiwan. Il presidente Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio in videoconferenza con l’ex Presidente Usa Bill Clinton, invitandolo a richiamare l’attenzione della comunità mondiale sui bombardamenti alla centrale nucleare di Zaporizhizhia e sul «terrore nucleare russo».
Spostandosi ancora più ad oriente, la situazione in corso a Taiwan rappresenta il secondo focolaio – seppur al momento senza diretti combattimenti – più inquietante per una potenziale terza guerra mondiale: dopo la visita di Nancy Pelosi a Taipei, le esercitazioni militari cinesi al largo dell’Isola “ribelle” hanno sconfinato ben oltre il limite iniziale fissato (che scadeva domenica 7 agosto). «La Cina sta usando le esercitazioni aeree e marittime intorno a Taiwan per preparare l’invasione dell’isola e per cambiare lo status quo nella regione dell’Asia-Pacifico», è l’allarme lanciato oggi dal ministro degli Esteri di Taipei Joseph Wu. In conferenza stampa, il rappresentante del Governo democratico “sostenuto” dagli americani aggiunge «la vera intenzione di Pechino è quella di alterare lo status quo nello Stretto di Taiwan e nell’intera regione dell’Asia-Pacifico».