IL RISCHIO PER UNA TERZA GUERRA MONDIALE: NUOVE BOMBE IN UCRAINA

Nel 231esimo giorno di guerra in Ucraina si attenua l’attacco russo con bombardamenti e missili rispetto alle ultime 48ore: questo non toglie la fortissima tensione per una possibile terza guerra mondiale all’orizzonte, con tutte le “armi diplomatiche” dell’ONU impegnate in queste ore per porre un iniziale negoziato tra Occidente e Russia volto a interrompere il massacro su ampia scala. Nuove bombe sono piovute stamane sul mercato centrale della città di Avdiivka nel Donetsk uccidendo almeno 7 civili: «dialogo con Putin? Solo con un altro leader russo al suo posto», è la condizione esposta dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel vertice in videoconferenza del G7.



La crisi sociale e militare si unisce a quella potenzialmente ancora più ampia sul fronte energia e materie prime: l’emergenza è sempre più totale e in questo senso già si può iniziare a parlare di “terza guerra mondiale” almeno sul fronte economico. La Russia con le proprie forze armate denuncia Kiev e i suoi servizi segreti di essere responsabili dell’attentato sul ponte Krech che collega Crimea ai territori russi, prontamente smentito dal Cremlino. Davanti alla richiesta di ricevere maggiori armi dall’Occidente, il primo a rispondere a Zelensky è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz con la proposta di uno scudo antimissile europeo: al momento sono 13 gli Stati che si dicono a favore,  margine della riunione a Bruxelles dei ministri della Difesa Nato. Con la Germania ci sono infatti Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Norvegia, Lituania, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi: Italia, Francia e Polonia, per il momento, si dicono contrarie.



GUERRA MONDIALE, VERTICE PUTIN-BIDEN: USA E CREMLINO FRENANO…

La terza guerra mondiale con la minaccia atomica da un lato, il rischio di un inverno al gelo totale per la mancanza di gas dall’altro: le “armi” di minaccia russa verso l’Occidente proseguono su entrambi i fronti, con le parole durissime usate da Vladimir Putin oggi intervenuto da Mosca, «Pronti ad aumentare le forniture all’Ue ma dipende da loro. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia». Per il leader russo, la questione del “price cap” sul gas «è un gioco truccato di cui a trarne beneficio saranno gli Usa, che ora potranno fornire risorse energetiche a prezzi elevati, ma anche i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative come Ucraina e Polonia». Secondo Putin lo scopro dell’attacco al ponte in Crimea e contro i gasdotti Nord Stream «era quello di minare la sicurezza energetica dell’intero continente. Dietro il sabotaggio, c’è qualcuno che vuole tagliare completamente i legami tra la Russia e l’Ue e così indebolire l’Europa».



Replica diretta alle parole di Vladimir Putin arriva da diversi esponenti europei, in primis la portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann: «La Russia non è più un fornitore affidabile. Già prima dei danni al gasdotto Nord Stream 1, il gas non era più fluito. Non esiste un embargo sul gas russo». Gazprom intanto rilancia l’allarme gelo per le città europee nei prossimi mesi: «Intere città europee potrebbero congelare durante il picco di freddo invernale. Nessuno può garantire che l’Europa potrà superare l’inverno con l’attuale volume delle riserve di gas», ha detto il ceo del colosso russo, Aleksey Miller. Davanti alla possibile proposta di un vertice bilaterale al prossimo G20 tra Putin e Biden lanciata da Mosca nelle scorse ore, con a tema l’emergenza energetica e il rischio di una terza guerra mondiale, si registra una frenata dalla Casa Bianca. «Dipende da cosa vuole discutere. Se venisse da me al G20 e mi dicesse di voler parlare di Griner lo incontrerei. Dipende. Non ho intenzione di negoziare, e nessuno è pronto a farlo, con la Russia sull’Ucraina, sul mantenimento di parte dell’Ucraina. Quindi dipenderebbe in modo specifico da cosa vuole discutere»; a queste parole del Presidente Usa alla CNN replica anche il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, spiegando come «Per quanto ne so, né la parte russa né quella americana hanno preso iniziative per organizzare contatti bilaterali al più alto livello».