BOMBE SU ZAPORIZHZHIA, ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE
Il 273esimo giorno di guerra in Ucraina si apre come purtroppo tanti altri nei precedenti mesi: bombardamenti su Zaporizhzhia, in tutta la regione e pure vicino alla centrale nucleare, con un allarme continuo sulla possibile “terza guerra mondiale” che purtroppo non si placa. Da segnalare purtroppo anche la morte di un neonato in seguito ad un attacco missilistico russo che ha colpito anche un reparto maternità di un ospedale vicino a Zaporizhzhia (Ucraina sud-orientale). L’annuncio è stato dato dal governatore della regione, Oleksandr Starukh citando i due missili missili russi S-300 che nel sorvolare la cittadina ucraina ha colpito il reparto di maternità e il reparto terapeutico.
Qui è certa l’origine dell’attacco – le forze russe lanciate dal Cremlino – mentre sul fronte centrale di Zaporizhzhia prosegue il rimpallo delle responsabilità per quello che ad oggi è la più grande minaccia di una terza guerra mondiale atomica, qualora realmente la centrale dovesse venire colpita. «Il nemico ha deciso ancora una volta di provare a realizzare attraverso il terrore e l’omicidio ciò che non è riuscito a fare in nove mesi e non riuscirà a fare», ha commentato il presidente ucraino Zelensky riferendosi agli ultimi attacchi sulla regione di Zaporizhzhia. Nel frattempo il Ministero dell’Interno di Kiev fa sapere in una nota come le truppe russe avrebbero rapito i sindaci di diverse comunità nell’oblast di Kherson e li avrebbero portati sulla sponda orientale del fiume Dnipro.
LA “TERZA GUERRA MONDIALE” DALL’UCRAINA AL KOSOVO FINO IN MEDIO ORIENTE
La grave minaccia di una terza guerra mondiale è stata resa effettiva ancora una volta ieri nelle parole molto nette proferite dal cancelliere tedesco Olaf Scholz a margine di una conferenza a Berlino: «Alla luce degli sviluppi della guerra e dei visibili e crescenti fallimenti della Russia, dobbiamo essere pronti a un’escalation», ha spiegato il leader socialdemocratico, conscio che gli ultimi accadimenti dopo la “sfiorata” crisi in Polonia (il missile caduto sul suolo polacco una settimana fa, ndr) potrebbero portare ad una ulteriore escalation, annullando gli attuali sforzi (comunque esistenti) per dei prossimi negoziati di pace. Secondo Scholz, l’escalation che sarebbe pronta ad esplodere tra Kiev e Mosca potrebbe cominciare con «la distruzione delle infrastrutture»: in questo senso, l’allarme gettato ancora ieri dall’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell sta a certificarlo: «Un altro attacco come quello dei giorni scorsi da parte della Russia lo distruggerà completamente. E in quel caso – aggiunge il diplomatico europeo – non si potranno più usare le infrastrutture di carico e scarico nei porti, con effetti anche sulla capacità di esportazione di prodotti alimentari».
Ma non è mica solo l’Ucraina a soffrire di un contesto e un clima che potrebbero sfociare al più presto in una reale terza guerra mondiale su ampia scala: solo in queste ultime ore vanno segnalati focolai di guerra “iniziali” o già in corso in Medio Oriente e nei Balcani. A Bruxelles è stato dichiarato fallimentare il tentativo di mediazione messo in atto tra Serbia e Kosovo nella cosiddetta “guerra delle targhe” in corso per ora solo a livello diplomatico da mesi. I Ministri italiani di Difesa ed Esteri – Crosetto e Tajani – si sono già recati nel Kosovo cercando di capire da vicino quali siano le reali condizioni, e sono purtroppo gravi: «Entrambi i Paesi – è stato il commento ancora di Josep Borrell – hanno la piena responsabilità per il fallimento dei negoziati odierni e per qualsiasi escalation e violenza che potrebbe verificarsi sul campo». Con la Serbia si schiera la Russia mentre in Kosovo è forte la presenza della NATO: ecco quindi che un possibile tumultuo della minoranza serba all’interno del protettorato dell’Alleanza Atlantica potrebbe far esplodere ulteriormente la terza guerra mondiale. Oggi a Gerusalemme sono ripresi gli attentati in città, con lo scontro apertissimo tra mondo arabo e Israele che non promette nulla di buono all’orizzonte: se poi si unisce il tutto all’iniziativa militare mossa da Erdogan contro i curdi in Siria e alle proteste in atto sia dentro (diritti e libertà) che fuori dall’Iran (minaccia nucleare, di ieri l’allarme di Uk-Francia-Germania), ecco la cornice “perfetta” per quella che è impossibile non chiamare “terza guerra mondiale a pezzi”. Papa Francesco lo diceva anni fa, oggi forse tutti lo stanno ammettendo.