Clima da terza guerra mondiale. Prosegue la battaglia in Ucraina, con gli attacchi e i bombardamenti dei russi che non conoscono sosta. Ma c’è anche un altro fronte da non sottovalutare a livello internazionale. Parliamo di Taiwan, al centro di una diatriba con la Cina. E la Russia si è schierata al fianco di Pechino: “Indubbiamente siamo solidali”, le parole del portavoce Dmitry Peskov.



“Noi rispettiamo la sovranità e l’integrità territoriale cinese e pensiamo che nessun Paese al mondo dovrebbe avere il diritto di metterla in dubbio o di fare passi che istighino o di altra natura”, le parole di Peskov riportate da Sky Tg 24. Il portavoce del Cremlino si è poi soffermato sull’atteggiamento degli Usa su Taiwan: “Noi riteniamo che questo comportamento sulla scena internazionale possa solo causare ulteriori tensioni, con il mondo già sotto stress per una serie di problemi regionali e globali. Certamente questi passi possono solo essere distruttivi”. (Aggiornamento di MB)



BOMBE SUL DONBASS: UCRAINA ANCORA SENZA PACE

156 giorni di guerra senza sosta, con la minaccia sempre all’orizzonte di una “terza guerra mondiale” globale; il primo giorno però con una minima speranza per quanto riguarda l’effettivo funzionamento dell’accordo siglato tra Ucraina e Russia sul grano: è infatti in partenza da Odessa la prima nave con a bordo il carico di grano, con ONU e Turchia che monitoreranno che almeno questi carichi non vengano mirati da bombardamenti e raid come avvenuto in questi giorni nella zona del porto ucraino più importante sul Mar Nero. La situazione nel resto dell’Ucraina non vede però netti miglioramenti, anzi: al tentativo di controffensiva ucraina nell’area di Kherson la risposta russa è stata ingente, con piogge di missili e raid su aree di nuovo pericolosamente vicino alla capitale Kiev.



Nel frattempo, salgono a a 8 i civili morti e 19 quelli feriti per i bombardamenti russi di ieri sera a Bakhmut, area cruciale nella regione del Donetsk: inoltre, nella notte vengono segnalati missili S-300 russi lanciati sul centro di Kharkiv, in Ucraina, e tra gli obiettivi c’era anche un edificio a due piani e un istituto di istruzione superiore. Secondo lo Stato maggiore di Kiev, al momento per confondere l’esercito ucraino i russi «hanno utilizzato l’uniforme da campo delle Forze armate ucraine con bende bianche su braccia e gambe durante un tentativo di assalto nell’area di Piskiv nel nord est dell’Ucraina», si legge su l’Ukrainska Pravda. «Ogni giorno combattiamo affinché tutti sul pianeta capiscano che non siamo una colonia o un’enclave o un protettorato. Vivere in cattività non è vivere, combatteranno fino alla fine, fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo proiettile, fino all’ultimo soldato», ha spiegato il Presidente Zelensky nel suo discorso quotidiano alla nazione.

LA TERZA GUERRA MONDIALE: USA CONTRO RUSSIA (E MINACCIA CINA)

Mentre nella giornata di ieri si è registrata l’importante telefonata di oltre due ore tra Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping, provando a disinnescare la minaccia di una “terza guerra mondiale” ipotetica a partire dall’invasione di Taiwan, si registra un’ulteriore frenata nella diplomazia mondiale tra gli stessi Stati Uniti e la Russia di Putin. Mentre l’Ucraina continua ad essere bombardata, con la controffensiva ucraina con armi occidentali che al momento non starebbe registrando grandi passi avanti, il Cremlino e la Casa Bianca avevano riavvicinato i rapporti negli ultimi giorni per un tentativo di contatto verso l’inizio agosto tra i due rappresentanti della diplomazia estera, Lavrov e Blinken. Ebbene, si è di nuovo tutto arenato come mostrano le ultime notizie in arrivo tanto dal Senato americano quanto dal Cremlino.

Il Senato Usa ha approvato all’unanimità una risoluzione non vincolante per chiedere al segretario di Stato Antony Blinken di designare la Russia come stato sponsor del terrorismo per le sue azioni in Cecenia, Georgia, Siria e Ucraina: «azioni il cui risultato è la morte di migliaia di innocenti uomini, donne e bambini». Medesima risoluzione verrà introdotta anche alla Camera, aumentando così la pressione sull’amministrazione Biden affinché la Russia venga inserita nella “black list” del terrorismo come Cuba, Corea del Nord, Siria e Iran. La replica a distanza del Cremlino è netta e irritata: «Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov valuterà la richiesta di colloquio con Blinken quando il tempo lo consentirà, il ministro attualmente ha un’agenda troppo fitta», fa sapere la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova. Lo scorso mercoledì infatti il Segretario di Stato Usa aveva annunciato nei “prossimi giorni” una telefonata con l’omologo Lavrov per discutere di grano, guerra e detenuti americani in Russia.