ALLARME NUCLEARE A ZAPORIZHZHIA: IL RISCHIO DI UNA TERZA GUERRA MONDIALE
La Russia sta tentando di bombardare i «pozzi di cenere della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia», per «sollevare nuvole di polvere radioattiva»: la denuncia che riapre lo scenario-spauracchio di una terza guerra mondiale nucleare in Ucraina, arriva dalla direzione dell’intelligence di Kiev. In un aggiornamento pubblicato ieri sera sul canale Telegram ufficiale dell’agenzia, i funzionari sostegno che gli attacchi di mortaio alla periferia circostante di Energodar «miravano a prendere di mira i pozzi di cenere dell’impianto di Zaporizhzhia». Nel giorno in cui ricorre la celebrazione dell’indipendenza ucraina, dall’Italia un duplice intervento del Presidente Mattarella e del Premier Draghi (dal palco del Meeting di Rimini, ndr) volgono nuovamente il nostro Paese e l’Occidente in pieno sostegno di Kiev, con però richieste di pacificazione: «C’è la necessità di un’immediata cessazione delle ostilità per l’avvio di un processo negoziale per la pace», scrive il Quirinale.
«Non posso che associarmi alle parole del Santo Padre: si eviti un disastro nucleare a Zaporizhzhia», è invece l’appello fatto da Mario Draghi confermando le preoccupazioni della comunità internazionale in merito alle accuse e contro accuse che Mosca e Kiev continuano a lanciarsi sul controllo della centrale nel Sud dell’Ucraina. Bombe sul Donetsk, sirene di allarme nella Capitale, pressione russa su Kherson: la situazione è tutt’altro che statica nella lunga guerra ucraina e le attività diplomatiche sembrano sempre più inefficienti nel loro scopo. Solo il Papa continua nell’appello disperato a Putin e Zelensky di trovare una parola fine a questi mesi di conflitto totale: «Penso ad una povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra», ha detto stamane Francesco in Udienza Generale parlando dell’omicidio di Darya Dugina. Possibili spiragli di pace e negoziati, rilanciati ancora oggi dal Premier Draghi da Rimini, vengono per il momento cancellati dalle parole del Presidente Zelensky: «L‘Ucraina si batterà fino alla fine contro l’aggressore russo e non farà alcuna concessione o compromesso con il nemico. Non ci importa che esercito abbiate, ci interessa solo della nostra terra. Combatteremo per essa fino alla fine».
SCONTRO TOTALE TRA RUSSIA E UCRAINA SUL CASO DUGINA. SI RISCHIA LA TERZA GUERRA MONDIALE?
Se non è terza guerra mondiale, purtroppo, poco ci manca: almeno dal punto di vista diplomatico-geopolitico, lo scontro tra Occidente e Russia è arrivato a livelli ormai difficilmente “fermabili” nel breve termine. L’attentato a Daria Dugina è solo la “miccia” finale ad una situazione esplosiva che da 181 giorni risiede alle porte dell’Europa. Le bombe su Donetsk e Sud dell’Ucraina (specie vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia) fanno da contraltare alla controffensiva di Kiev contro le posizioni già occupate dalla Russia: i negoziati, visto anche quanto detto ieri da Zelensky, sembrano davvero lontanissimi.
La morte della figlia di Dugin intanto sta allontanando sempre più le già aleatorie presenze diplomatiche sui due schieramenti, con il rischio concreto che “qualcosa” come una terza guerra mondiale possa piombare improvvisamente nel futuro geopolitico internazionale: Mosca accusa Kiev di aver ucciso Dugina tramite una “spia” ucraina poi scappata in Estonia e forse Austria. Il tutto a soli 3 giorni dall’attentato, con i servizi segreti russi che dicono di non avere dubbi: l’Ucraina replica «Non siamo affatto coinvolti nell’esplosione che ha ucciso Daria Dugina: è opera dei servizi segreti russi», dichiara Oleksii Danilov, segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina. Il mirino dell’Occidente è puntato sul ruolo del Fsb (ex Kgb) in quanto avrebbe «fatto questo e Non lavoriamo così. I nostri uomini e donne hanno compiti più importanti».
TERZA GUERRA MONDIALE, ALLARME USA SUGLI ATTACCHI NELLE PROSSIME SETTIMANE
Intanto l’allarme dagli Stati Uniti si fa sempre più pressante per i cittadini ancora presenti sul territorio dell’Ucraina: «lasciare adesso l’Ucraina utilizzando le opzioni di trasporto via terra disponibili privatamente, se è sicuro farlo», spiega l’ambasciata degli Stati Uniti, «La situazione della sicurezza in tutto il Paese è altamente instabile e le condizioni potrebbero aggravarsi senza preavviso». Dopo l’attentato a Daria Dugina (oggi i funerali a mosca con migliaia di persone, ndr) «Il Dipartimento di Stato ha informazioni sul fatto che la Russia potrebbe rafforzare gli attacchi contro le infrastrutture civili e governative ucraine nei prossimi giorni», spiega ancora l’ambasciata Usa.
Glia attacchi russi potrebbero sposarsi sempre più su obiettivi civili, denunciano le forze d’intelligence americane: stamane intanto il sindaco di Dnipro, Borys Filatov, conferma al Guardian esplosioni in corso nella città nel sud ucraino. Denuncia che alcuni missili hanno centrato delle case di civili: «State al coperto!», è l’allarme rilanciato. Il presidente Zelensky ha intanto promesso che «la bandiera ucraina sventolerà nuovamente dove dovrebbe in tutti i territori attualmente occupati dai russi», Crimea compresa. Nel nuovo “messaggio” all’Occidente, il Governo ucraino continua a ritenere seria la minaccia di “terza guerra mondiale” avanzata dalla Russia e critica in questo senso i Paesi come Ungheria e Austria che «non hanno dato armi all’Ucraina dopo l’invasione russa», denuncia il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista riportata dal giornale Ukrainska Pravda, «la preoccupazione non è che loro (i Paesi dell’Ue) siano contrari (alla fornitura di armi); la preoccupazione è che quando lo sono, a livello pratico, emergono molte cose, questioni e discussioni diverse».