“INVIO TANK USA ALL’UCRAINA”: L’ANNUNCIO DI BIDEN AVVICINA ALLA TERZA GUERRA MONDIALE
Un centinaio di carri armati dall’Europa, “solo” 31 dagli Stati Uniti per quella che sembra sempre di più una terza guerra mondiale: dopo settimane di tentennamento, ora anche gli Usa annunciano (poche ore dopo il via libera decisivo di Scholz) l’invio di tank verso l’Ucraina, sebbene potrebbero arrivare solo tra qualche mese. «Gli Usa invieranno all’Ucraina 31 tank Abrams M1, in un accordo dal valore di 400 milioni di euro», fa sapere il Presidente Usa Joe Biden in un breve discorso alla nazione, «I tank saranno costruiti da General Dynamics Corp e finanziati dal programma Ukraine Security Assistance Initiative», perciò non saranno prelevati dalle scorte americane. «Non c’è alcuna minaccia alla Russia in tutto questo», ha voluto specificare Biden annunciando l’invio dei tank Abrams a Kiev, «aiutiamo l’Ucraina a difendersi, la nostra non è un’offensiva contro la Russia».
Tradotto nella “lingua diplomatica” – come ha ben spiegato l’esponente di Forza Italia Paolo Guzzanti al Tg4 – questa svolta significa che Biden con gli Stati Uniti non stanno ponendo come condizione necessaria la caduta politica di Vladimir Putin dal Cremlino: discorso diverso invece dai più di 100 carri armati in arrivo a Kiev da diversi Paesi Ue-Nato, come a voler fare la spallata decisiva ad una escalation di guerra che si avvicina sempre più al concetto reale di terza guerra mondiale. In serata Biden ha sentito i suoi principali alleati occidentali per fare il punto sulla guerra in Ucraina dopo le decisioni di inviare carri armati all’esercito di Kiev: «Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti Biden, il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz e il Primo Ministro britannico Sunak nel quadro dello stretto coordinamento euroatlantico sul sostegno all’Ucraina. Prendendo atto della situazione sul terreno a quasi un anno dall’invasione russa, i leader hanno ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi», è il comunicato diffuso in serata da Palazzo Chigi.
TERZA GUERRA MONDIALE, UFFICIALE: GERMANIA INVIA TANK IN UCRAINA, IRA RUSSIA
Forse davvero la terza guerra mondiale è più vicino e non solo perché lo “dice” il fantomatico “orologio dell’Apocalisse”: il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato l’invio di 14 carri armati Leopard 2A6 all’Ucraina. Èquello che si legge in una nota diramata dal portavoce Steffen Hebestreit. Allo stesso tempo, la Germania autorizza gli altri Stati che hanno in dotazione questi mezzi corazzati a consegnarli a Kiev. Secondo “Der Spiegel” però i numeri dei carri armati di fabbricazione tedesca in arrivo per le forze ucraine potrebbero essere molti di più: in tutto sarebbero infatti circa 80 i panzer in arrivo dalla complessità dei Paesi Ue, per formare due battaglioni di 40 veicoli. Durante l’ultimo raduno degli alleati a Ramstein sarebbero stati 12 i Paesi che hanno accettato l’invio dei carri armati Leopard a condizione che la Germania fosse d’accordo.
Dopo il lungo tira e molla, una svolta quella del cancelliere Olaf Scholz che rischia di portare il grado di conflitto ad uno stadio sempre più vicino alla terza guerra mondiale: «Confermo ufficialmente che l’escalation interna della guerra in Russia è inevitabile. E saranno effettuati diversi attacchi a vari obiettivi. Perché, da chi e per quale scopo è un’altra questione, e non possiamo discuterne oggi. Mancano le informazioni pubbliche», ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvertendo che l’Ucraina non attaccherà la Russia ma che ora i russi «anche nelle grandi città possono sentire la guerra». Per la Nato la svolta tedesca, che si aggiunge a quella dei tank Abrams dagli Usa all’Ucraina, è da premiare: «Accolgo con grande favore la leadership del cancelliere Olaf Scholz e della Germania nel fornire i carri armati Leopard 2 all’Ucraina in consultazione con altri alleati e partner della Nato: in un momento critico della guerra contro la Russia, questi tank possono aiutare l’Ucraina a difendersi, vincere e prevalere come nazione indipendente», scrive il segretario generale Stoltenberg. Tutt’altro commento ovviamente da Mosca dove il timore di una terza guerra mondiale viene nuovamente agitato: «la decisione su Leopard 2 è estremamente pericolosa, porta il conflitto ad un nuovo livello di confronto. La decisione distrugge quello che resta della fiducia reciproca, infligge un danno irreparabile ai legami con Berlino, è completo rifiuto della Germania di riconoscere la responsabilità storica per i crimini nazisti», rileva durissimo l’ambasciatore russo in Germania, Nechaev. A fine mattinata ha parlato anche lo stesso Scholz: «Non lontano da qui c’è una guerra in Europa e dobbiamo chiarire che noi facciamo tutto il necessario per sostenere l’Ucraina, ma allo stesso tempo che noi dobbiamo evitare una escalation che porti a uno scontro fra Nato e Russia. Questo è il principio seguito finora e continueremo a seguirlo». Immediato il commento in lode del Presidente ucraino Zelensky: «sinceramente grato per la decisione presa dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’invio di carri armati tedeschi in Ucraina (che arriveranno non prima di 3 mesi, ndr). Bene anche l’ulteriore ampliamento del sostegno alla difesa e per le missioni di addestramento oltre al via libera ai partner per la fornitura di armi simili». Citato dalla Tass, il Presidente Putin non ci sta e afferma: «Le forze americane in Germania sono truppe d’occupazione, in termini legali ed effettivi […] La Russia non può consentire che vengano minacciati i suoi territori storici».
TERZA GUERRA MONDIALE, CARRI ARMATI A KIEV E DIMISSIONI GOVERNO UCRAINA: LE NOVITÀ
Dallo scontro in Occidente per l’invio di carri armati in Ucraina fino alla guerra diplomatica tra Russia e Paesi Baltici, per non parlare del continuo naufragare di ogni ipotesi di negoziato: la “mano lunga” della terza guerra mondiale si staglia purtroppo all’orizzonte, come riferito ieri ancora dalla minaccia provocatoria dell’ex Presidente russo Medvedev. Lo scontro non accenna a concludersi tra Ucraina e Russia ma è ormai l’intero mondo occidentale ad esser visto da Mosca come un potenziale nemico da contrastare dopo 335 giorni di conflitto sul campo ucraino. «Non verrà niente di buono dalla fornitura di carri armati tedeschi Leopard all’Ucraina», attacca il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, mentre la Polonia chiede ormai con insistenza alla Germania il consenso per l’invio dei panzer Leopard al Governo di Zelensky, «I tedeschi hanno già ricevuto la nostra richiesta di consenso al trasferimento dei carri armati in Ucraina. Faccio appello anche alla parte tedesca affinché si unisca alla coalizione di Paesi che sostengono Kiev con i carri armati Leopard 2. Questa è la nostra causa comune, perché riguarda la sicurezza dell’intera Europa», spiega il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak.
Nelle scorse ore il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha sottolineato come gli alleati dell’Ucraina sono disposti a consegnare carri armati Leopard e anche a cominciare fase di addestramento per i militari ucraini: secondo quanto riferito dal gruppo di armamenti tedesco Rheinmetall, si parla di 139 carri armati Leopard di tipo 1 e di tipo 2 che potrebbero essere consegnati a Kiev nei prossimi giorni. Secondo il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, la Nato deve «fornire un equipaggiamento più pesante all’Ucraina, impegnata a respingere l’invasione russa: è assolutamente necessario». Tornano così di stretta attualità le dichiarazioni di Medvedev che ieri ha ribadito come «il mondo si avvicina al rischio della Terza guerra mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia».
LA GUERRA DIPLOMATICA TRA RUSSIA E PAESI BALTICI: ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE
Nel frattempo il clima da terza guerra mondiale vede sconvolgimenti politici anche nella stessa Ucraina: nelle ultime ore sono in ballo infatti una ondata di dimissioni al vertice del Governo ucraino retto dal Presidente Volodymyr Zelensky. Per tutti vi sono sospetti di corruzione e mentre ancora si attendono i risultati delle indagini, già alcune cariche importanti hanno deciso di fare un passo indietro per non mettere in difficoltà l’esecutivo impegnato nella lunga guerra contro la Russia: in particolare, si sono dimessi il vice ministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, il vice capo dell’ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko, il vice ministro per lo sviluppo della comunità Ivan Lukerya, il vice delle politiche sociali Vitaliy Muzychenko e il vice procuratore generale Oleksiy Simonenko.
In particolare Shapovalov, fa sapere una nota ufficiale della Difesa, è oggetto di «sospetti ed accuse di corruzione»: secondo l’ex viceministro, «mi dimetto per non creare minacce alle Forze armate in seguito alle accuse sull’acquisto dei servizi di ristorazione. Nonostante il fatto che le accuse annunciate siano prive di fondamento, le dimissioni sono un atto degno nelle tradizioni della politica europea e democratica, dimostrazione che gli interessi della Difesa sono superiori a qualsiasi gabinetto o presidenza». Dalla raffica di dimissioni a quelle di espulsioni, il passo è breve: in ormai completo “clima” da terza guerra mondiale, si fa incandescente la crisi diplomatica tra Russia e Paesi Baltici. Tutto nasce dall’espulsione dell’ambasciatore estone, con Mosca che accusa Tallin di portare avanti una politica «di totale russofobia»; a quel punto la replica estone è decisa con l’espulsione dell’ambasciatore russo. La Lettonia prende le difese della vicina Estonia e decide così di espellere a sua volta ogni rappresentante russo dal proprio Paese: la Lituania invece l’espulsione dell’ambasciatore di Mosca l’aveva già ordinata lo scorso aprile, dopo che le accuse dell’Ucraina contro i russi per il massacro di civili a Bucha. Non solo, Lituania, Estonia e Lettonia ora chiedono con forza «alla Germania di permettere la fornitura dei suoi carri armati Leopard all’Ucraina. E Tallinn ha appena annunciato che cederà a Kiev tutti gli obici da 155 millimetri in dotazione alle sue forze armate», riportano le fonti diplomatiche all’ANSA.