È ANCORA ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE NUCLEARE A ZAPORIZHZHIA

Non si placa l’allarme attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, neanche davanti alle pressioni dell’ONU affinché si possa fermare il conflitto almeno attorno ai 6 reattori presenti in Ucraina, con il rischio sempre più forte di una reale e non più distopica terza guerra mondiale nucleare: «Gli atti criminali dell’Ucraina contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia spingono il mondo sull’orlo di un disastro nucleare paragonabile a Chernobyl», ha detto ieri l’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzia, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, «Abbiamo ripetutamente avvertito i nostri colleghi occidentali che se non riescono a portare alla ragione il governo di Kiev, ricorrerà ad atti più atroci e insensati che si riverbereranno ben oltre i confini dell’Ucraina. Purtroppo, questo è esattamente ciò che sta accadendo ora». Oggi rincara la dose lo speaker della Duma, Vyacheslav Volodin: «La responsabilità per le potenziali tragiche conseguenze degli attacchi alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia sarà del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky».



Replica in prima persona il leader di Kiev che invece sottolinea come le responsabilità sui vari raid attorno a Zaporizhzhia siano da imputare esclusivamente a Mosca: «Il mondo intero deve reagire immediatamente per cacciare gli occupanti dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Solo il ritiro completo dei russi… garantirebbe la sicurezza nucleare di tutta l’Europa». La Russia si è detta possibilista circa la visita dei commissari Aiea all’interno della centrale, anche se suonano ancora più inquietante le parole riferite dalla Tass del vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitry Medvedev: «Non dobbiamo dimenticare che ci sono centrali nucleari nell’Ue, e anche li’ sono possibili incidenti. Gli ucraini vogliono organizzare una nuova Chernobyl a Zaporizhzhia». Intanto notizie preoccupanti arrivano sempre dal Sud ucraino, vicinissimo alla centrale nucleare: stamane un colpo d’artiglieria sarebbe stato sparato dalle forze ucraine si è abbattuto a soli dieci metri da un deposito di combustibile nucleare esaurito nella centrale di Zaporizhzhia, spiega Vladimir Rogov, membro dell’autorità civile-militare della parte della regione occupata dalle forze di Mosca.



LA TERZA GUERRA MONDIALE NUCLEARE: NUOVI ATTACCHI A ZAPORIZHZHIA

«Invito le forze militari di Russia e Ucraina a cessare immediatamente tutte le attività militari nelle immediate vicinanze dell’impianto di Zaporizhzhia. Esorto le parti a ritirare dall’impianto tutto il personale e le attrezzature militari e ad astenersi da qualsiasi ulteriore dispiegamento di forze o attrezzature sul sito»: prima del Consiglio di Sicurezza ONU, il segretario generale Antonio Guterres aveva avvertito Russia e Ucraina del rischio sempre più forte di una “terza guerra mondiale nucleare” alle porte dell’Europa. Ma l’appello è rimasto del tutto inascoltato: Kiev e Mosca si accusano a vicenda per i nuovi attacchi lanciati a pochi chilometri dalla centrale nucleare più grande d’Europa.



I filorussi che controllano l’area attorno a Zaporizhzhia hanno denunciato che l’Ucraina ha effettuati «nuovi attacchi verso la centrale nucleare», mentre poco dopo è Kiev a denunciare – con l’ente nazionale per l’energia, Energoatom – «cinque raid russi nei pressi di un deposito di sostanze radioattive». La situazione al momento all’interno della centrale resta abbastanza tranquilla, salvo per alcuni danni provocati ai sensori di rilevamento delle radiazioni. Gli Stati Uniti appoggiano l’idea di una zona demilitarizzata alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e lo porteranno all’attenzione del Consiglio ONU in avvio dopo le ore 21 (in Italia).

LA MINACCIA DELLA RUSSIA SULLA FINE DELLA GUERRA IN UCRAINA

Tra una manciata di giorni saranno 6 mesi dall’inizio della guerra in Ucraina e l’ipotesi di porre fine al conflitto che rischia di generare – assieme alla potenziale “polveriera” a Taiwan – una terza guerra mondiale tra Occidente e Russia-Cina, è sempre più lontana. L’ultima pessima notizia sul fronte diplomatico giunge dopo giorni di scontri sul campo (nel Donetsk e nel sud dell’Ucraina, presso la centrale di Zaporizhzhia e pure in Crimea) e trova la firma diretta del Cremlino: «L’operazione militare speciale russa in Ucraina ha già superato il suo punto di non ritorno. Continuerà senza alcun dubbio», fa sapere il presidente della Commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato russa Leonid Slutsky.

Replica immediata da Kiev con il Presidente Volodymyr Zelensky nel consueto e quotidiano messaggio alla nazione: «Quando finirà la guerra? Tutto dipende dalle perdite della Russia. Più perdite subiranno i russi prima saremo in grado di liberare la nostra terra e garantire la sicurezza dell’Ucraina. Se quasi 43mila soldati russi morti non convincono Mosca a trovare una via d’uscita dalla guerra, allora sono necessari più combattimenti». Gli spiragli di negoziati da riaprire dopo gli accordi sul grano non sembrano reggere davanti allo scontro sempre più esacerbato tra le due nazioni, e in generale dall’Occidente contro la Russia e i suoi alleati (Iran, Bielorussia, Siria e, su tutte, la Cina). Oggi il Parlamento della Lettonia ha adottato una risoluzione con cui definisce la Russia «Stato sponsor del terrorismo. Le azioni in Ucraina costituiscono un genocidio mirato contro il popolo ucraino». Il timore per i Paesi immediatamente vicini all’Ucraina è che una potenziale terza guerra mondiale possa realmente scatenarsi anche dopo la conclusione del conflitto ucraino.

CRIMEA E ZAPORIZHZHIA: LO SPAURACCHIO DELLA “TERZA GUERRA MONDIALE” ARRIVA ALL’ONU

Timore che si estende però anche nell’intera comunità internazionale, con le Nazioni Unite chiamate nelle prossime ore ad affrontare il nodo delicato di quanto successo a Zaporizhzhia: è attesa per le ore 21 in Italia la riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu, convocato su richiesta della Russia per discutere la situazione della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzia, che Kiev e Mosca si accusano reciprocamente di aver bombardato. Un potenziale rischio per “terza guerra mondiale nucleare” si è elevato negli scorsi giorni con le esplosioni avvertite a pochi chilometri dai reattori, al momento sotto controllo delle forze filo-russe: ieri il G7 ha accusato il Cremlino di mettere in «forte pericolo la regione intorno a Zaporizhzhia», e ha chiesto la restituzione dell’impianto all’Ucraina. Tanto a Zaporizhzhia quanto poi anche nell’esplosione avvenuta due giorni fa nella base militare russa a Saki in Crimea, lo scambio di accuse reciproche rende decisamente più complesso risalire alla verità effettiva.

Kiev afferma poi che «nove aerei da guerra russi sono stati distrutti in una serie di esplosioni in una base aerea in Crimea» come risultato di un attacco ucraino. I funzionari ucraini però non hanno avanzato al momento alcuna rivendicazione delle responsabilità per le esplosioni sulla base aerea di Saki. Come ha spiegato oggi al “Sussidiario.net” il generale Giorgio Battisti, restano tre ipotesi al momento per spiegare il caos avvenuto in Crimea che rischia di elevare ulteriormente il grado di guerra in Ucraina: «Andando sul piano militare, ci sono tre soluzioni. La prima è che sia stato un drone ucraino, infilatosi nel territorio russo. C’era già stato un precedente un mese fa alla base navale di Sebastopoli. La seconda possibilità è che forze speciali ucraine si siano infilate in territorio russo con elicotteri, provocando l’esplosione. La terza È quella che potrebbe essere la più critica – anche nei confronti degli Usa». Si tratta cioè di un possibile lancio di missili con sistemi Himars: spiega ancora il generale Battisti, «Se emergesse questa ipotesi, potrebbero esserci problemi: gli Stati Uniti, come confermato anche da Biden, hanno annunciato che avrebbero fornito missili che potevano arrivare al massimo a 80 km di gittata. Se sono stati consegnati anche dei missili con gittata di 300 chilometri, potrebbero sorgere ulteriori problemi tra Russia e Usa».