BOMBE SU MYKOLAIV, ODESSA E KHARKIV: PUTIN ANCORA CONTRO L’OCCIDENTE

L’alta tensione su Crimea e il rischio concreto di una terza guerra mondiale nucleare presso la centrale di Zaporizhzhia rischia di far dimenticare per un attimo che bombe e raid sull’Ucraina continuano comunque ad imperversare, con anche la costante in crescita delle reazioni di Kiev contro l’avanzata del nemico. Tra la notte e le prime ore del mattino, sono state colpite le città di Kharkiv, Odessa – anche vicino al porto dove prosegue il lento percorso delle navi cariche di grano fuori dall’Ucraina – e Mykolaiv, oltre che altre aree del Donetsk (come la città di Kramatorsk, letteralmente sventrata dalle bombe). In particolare, due nuovi missili russi sono stati Cagliari contro l’Università Nazionale del Mar Nero a Mykolaiv: «Pochi giorni fa ho pubblicato un video e ho mostrato che lì non c’è una base militare e che vi lavorano impiegati universitari», spiega il sindaco della città nuovamente colpita.



Nella regione di Odessa invece si segnalano almeno 5 civii feriti, mentre l’avanzata nel Donbass ucraino è sempre più pressante secondo Valeriy Zaluzhny, comandante in capo delle forze armate ucraine: «i russi continuano ad avanzare sull’asse di Avdiivka-Pisky-Mariinka. Il nemico effettua circa 700-800 bombardamenti delle nostre posizioni ogni giorno, utilizzando da 40 a 60.000 pezzi di munizioni». Alla vigilia del vertice di Leopoli tra Zelensky, Erdogan e Guterres, il leader del Cremlino Vladimir Putin prosegue nelle minacce contro l’Occidente: nel discorso alla 10ma Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale, “lo zar” ha detto che i Paesi occidentali «hanno bisogno di conflitti per mantenere la loro egemonia». Non solo, il Presidente russo ha paragonato le situazioni di Ucraina e Taiwan, accusando gli Stati Uniti in particolare di voler «destabilizzare la situazione globale». Secondo il Cremlino, l’Occidente vuole creare un’alleanza simile alla Nato anche nella regione Asia-Pacifico: «serve ripristinare il rispetto del diritto internazionale», oltre che «rafforzare le posizioni dell’Onu e delle altre piattaforme di dialogo». Nel frattempo una notizia giunta stamane rischia di cambiare e non poco gli scenari geopolitici già così instabili nell’area: la Cina ha fatto sapere che invierà truppe in Russia per «esercitazioni militari congiunte»: il rischio “terza guerra mondiale” non è mai stato così elevato



I FILORUSSI ACCUSANO L’UCRAINA DI NUOVI RAID CONTRO LA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA

Il livello di tensione in Ucraina tra i bombardamenti russi contro il Donbass e lo scontro alle porte di Zaporizhzhia è ormai a livelli incontrollabili: in serata, le autorità filorusse che controllano l’area attorno alla centrale nucleare più grande d’Europa hanno lanciato l’ultimo atto di accusa contro l’esercito di Kiev. «Gli ucraini hanno attaccato la centrale di Zaporizhzhia nella parte del sistema di raffreddamento», denunciano dal Sud dell’Ucraina alla Tass, «le forze di Kiev hanno sparato decine di colpi ,che potrebbero provocare un disastro peggiore di Chernobyl».



Assume a questo punto ancora più rilevanza l’importante vertice geopolitico previsto per il prossimo giovedì 18 agosto: si terrà il trilaterale tra il segretario generale ONU Antonio Guterres, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. La sede del vertice dove verrà discusso del “caso Zaporizhzhia” (tra gli altri temi) sarà Leopoli: a seguire, il segretario generale delle Nazioni Unite si recherà venerdì al porto di Odessa e quindi andrà all’Istanbul Joint Coordination Center in Turchia.

LA MINACCIA DI PUTIN SULLA TERZA GUERRA MONDIALE

Una terza guerra mondiale diplomatica tra Occidente e Russia-Cina è purtroppo già cominciata da tempo: lo scontro sanguinoso sul campo di battaglia in Ucraina e il potenziale, ancora più devastante, conflitto che potrebbe aprirsi a Taiwan nei prossimi mesi rischiano di far assumere il grado di “mondiale” ad una guerra su ampia scala con coinvolti direttamente gli eserciti occidentali. L’ultimo appello-minaccia arriva dal Presidente della Russia Vladimir Putin, intervenuto alla Tass dopo aperto il Forum Internazionale Army 2022 a Mosca: «L’Occidente usa l’Ucraina come carne da cannone».

Secondo il Cremlino infatti, gli Stati Uniti concedendo armi e sostegno militare a Kiev «vogliono prolungare il conflitto in Ucraina»: non lo cita direttamente, ma per Putin i costanti attacchi di questi giorni in Crimea e nelle aree occupate dai russi nell’sud-est Ucraino (si veda il caos a Zaporizhzhia) rappresentano un tentativo dell’Ucraina “occidentalizzata” di voler proseguire il conflitto e non aprire i negoziati. Ieri si è tenuto il colloquio a distanza tra il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres: hanno discusso della sicurezza attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, messa a dura prova dagli attacchi incrociati di Kiev e Mosca (che continuano ad accusarsi a vicenda), «Sergei Shoigu ha condotto negoziati telefonici con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in merito alle condizioni per il funzionamento sicuro della centrale nucleare di Zaporizhzhia», fa sapere il Ministero della Difesa di Mosca.

GUERRA, ARMI UCRAINA E CAOS ZAPORIZHZHIA: COSA STA SUCCEDENDO

Mentre proseguono i combattimenti e le bombe nel Donetsk ucraino e nell’area a Sud del Paese, l’ONU ha ricevuto ancora oggi alcune condizioni per la visita dei commissari Aiea nella centrale di Zaporizhzhia: «un’eventuale missione non deve passare attraverso la capitale ucraina», fanno sapere fonti russe al Guardian. «Qualsiasi incidente radioattivo alla centrale nucleare di Zaporozhzhya può infliggere un duro colpo ai Paesi dell’Unione Europea, alla Turchia, alla Georgia e ai Paesi delle regioni più lontane. Tutto dipende dalla direzione e dalla forza del vento», attacca il Presidente ucraino Zolodymyr Zelensky vedendo nella centrale del Sud una potenziale “miccia” per una vera e propria terza guerra mondiale alle porte dell’Europa. «Al riparo della stazione, gli occupanti bombardano le città e le comunità circostanti», ha accusato ancora il leader di Kiev, rispedendo al mittente le accuse di coinvolgimenti ucraini.

«Se le azioni della Russia portano alla catastrofe, le conseguenze potrebbero colpire coloro che per ora rimangono in silenzio. Servono nuove sanzioni alla Russia, non cedere al ricatto nucleare», è il monito finale di Zelensky direttamente rivolto all’Occidente. Quello stesso Occidente che però sta aumentando l’invio di missili e armi made in Usa a Kiev per poter colpire anche la Crimea. «L’operazione di demilitarizzazione continuerà fino alla completa liberazione dei territori ucraini occupati», fa sapere su Telegram il capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, Andriy Yermak, «la Crimea è Ucraina». Nel frattempo dalla Tass giungono notizie di nuove esplosioni vicine alle basi russe: «l’incidente odierno alla base russa di Dzhankoi, in Crimea, è stato causato da un’operazione di sabotaggio», rende noto il ministero della Difesa russo. Inoltre Mosca ribadisce che non serve usare armi nucleari per raggiungere i propri obiettivi in Ucraina: il solo fatto però di “toccare” l’argomento, inevitabilmente, fa schizzare la tensione nell’area alle stelle.