La Nato è pronta a intervenire in caso di escalation del conflitto ucraino. Innanzitutto, mettendo in essere la dottrina tecnica relativa alle comunicazioni denominata StratCom e, in secondo luogo, applicando in modo ampio e capillare operazioni di guerra psicologica allo scopo di contrastare le strategie di guerra ibrida attuate dalla Russia che, secondo fonti dell’intelligence, non possiede in questo momento in Ucraina. In terzo luogo, la Nato Response Force (Nrf), la forza di risposta rapida, è in grado di dispiegare almeno 40mila soldati sul terreno al comando del generale americano Tod D. Wolters.
Non c’è dubbio che la componente terrestre, in ambito Nato, sia soprattutto in mano ai francesi, come dimostra la centralità della Rapid Reaction Corps France a Lille e del Joint Force Air Component, sito presso l’infrastruttura aerea 942 di Lyon-Mont Verdun.
Per quanto riguarda invece la dimensione strategica navale, i due centri nevralgici sono da un lato Londra e dall’altro Napoli.
Nel caso la situazione dovesse precipitare – e quindi dovesse essere necessario un dispiegamento ancora più rapido – la Nato possiede la Very High Readiness Joint Task Force, che può dispiegare fino a 20mila uomini, che possono essere messi in campo nel giro di 72 ore al massimo.
Ma il dispositivo navale in funzione di contenimento anti-russo può contare anche sulla portaerei americana Uss Harry S. Truman e su quella francese Charles de Gaulle, che si muoveranno tra l’Adriatico e il Mar Ionio. Complessivamente il Mediterraneo centrale e orientale e il Mar Egeo stanno svolgendo un ruolo sempre più rilevante in questo contesto di crisi.
Nel caso in cui l’offensiva russa dovesse procedere oltre i confini e quindi lambire i Paesi baltici o comunque i Paesi che hanno aderito alla Nato, le forze dell’Alleanza atlantica sono dislocate sia in Romania (Constanta e Mikhail-Kogalniceanu) che in Polonia. Proprio allo scopo di prevenire una nuova offensiva russa nei Paesi baltici sono stati inviati dalla Nato rinforzi anche in Estonia, dove si trova la Enhanced Forward Presence.
Sempre sul fronte navale, la presenza Nato è molto evidente anche nel Mar Nero, soprattutto per controllare con funzioni di deterrenza eventuali offensive russe. Su quello della divergenza aerea, infine, le forze Nato stanno sorvolando gli spazi aerei di Polonia ed Estonia.
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