Dove scoppierà la Terza Guerra Mondiale? A questa domanda cercano quotidianamente di rispondere gli strateghi di mezzo mondo. Sebbene dall’Italia possano apparire discorsi anacronistici, se non addirittura fantascientifici, i fronti caldi che rischiano di innescare un conflitto su larga scala sono molteplici. Quello maggiormente indiziato di dar vita ad uno scontro senza precedenti è certamente Taiwan, l’isola che la Cina considera di propria pertinenza e che in più occasioni ha dichiarato di volere riannettere entro il 2049, centesimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare. Uno scenario che vede contrari gli USA, non a caso da mesi impegnati nel Mar Cinese Meridionale in operazioni di disturbo a livello marittimo della flotta cinese, nonché protagonisti di interazioni militari con Taiwan, come dimostra anche la recente vendita di armi approvata dall’amministrazione Biden. Le provocazioni militari a largo di Taiwan da parte delle imbarcazioni di Pechino sono ormai all’ordine del giorno, al punto che molti strateghi non credono sia molto lontano il giorno in cui i soldati cinesi piazzeranno i loro stivali sul terreno di Taiwan. A quel punto bisognerà capire quale sarà la mossa statunitense: ufficialmente Washington non si è impegnata a difendere l’isola da un’invasione cinese, ma l’idea di consegnare il controllo di quella parte di Pacifico alla potenza asiatica potrebbe portare l’America sul piede di guerra.
TERZA GUERRA MONDIALE? LA MINACCIA COREA DEL NORD
Tra i dossier che non possono essere mai totalmente archiviati quando si parla di possibile Terza Guerra Mondiale c’è poi quello che risponde al nome di Corea del Nord. Dal 1948 in avanti Pyongyang rappresenta una spina nel fianco degli Stati Uniti, e il governo di Kim Jong-un ha confermato perfettamente questa tradizione. A parte la corrispondenza di amorosi sensi tra Donald Trump e il leader nordcoreano, infatti, la questione 38esimo parallelo rappresenta una costante preoccupazione per gli USA. A descriverla bastano le parole pronunciate pochi giorni fa dal dittatore nordcoreano, che ha detto di stare preparando la nazione ad uno “scontro militare” con gli Stati Uniti, convinto com’è della necessità di essere pronti tanto al dialogo quanto ad un conflitto. Il problema che nessuna amministrazione USA è ancora riuscita a risolvere è quello relativo alla capacità nucleare di Pyongyang: Kim Jong-un, infatti, non ha alcuna intenzione di smantellare il suo arsenale, considerato di fatto una polizza sulla sua vita. Ecco perché sono sempre valide le parole pronunciate dal dottor Jeffrey Lewis, del Middlebury Institute of Strategic Studies, e riportate dal ‘Sun’, che una volta disse: “Dovremo convivere con la capacità della Corea del Nord di colpire gli Stati Uniti con armi nucleari“.
TERZA GUERRA MONDIALE: I FRONTI IRAN E TURCHIA
Spostiamoci ora in Medio Oriente, dove il nemico per eccellenza degli Stati Uniti è sempre l’Iran. Anche in questo caso la volontà statunitense è quella di impedire a Teheran di entrare nella disponibilità di una bomba atomica. Il presidente Joe Biden ha assicurato che questo non avverrà, ma la salita al potere in Iran del presidente ultra-conservatore Raisi non è stata interpretata dagli analisti come una buona notizia sul fronte del dialogo tra USA e Iran. A più di un mese dalla fine del sesto giro di consultazioni in quel di Vienna, il Jcpoa, l’accordo sul nucleare del 2015 siglato da Obama, che aveva posto limiti al programma nucleare civile dell’Iran, è ancora lontano dall’essere ripristinato. Restando nel Mediterraneo allargato, restando in tema di Terza Guerra Mondiale non può non preoccupare l’attivismo della Turchia. Oggetto di tensione tra le due potenze è in particolare la Siria, con Washington divisa tra la necessità di arginare le ambizioni di stampo neo-ottomano e l’intenzione di utilizzare la Turchia in chiave di contenimento anti-russo. Di certo c’è che Biden ed Erdogan non si amano, per usare un eufemismo: un motivo in più per restare sul chi vive.