TERZA GUERRA MONDIALE, TENSIONE ALLE STELLE: MISSILE CADUTO OLTRE CONFINE UCRAINO IN MOLDAVIA
L’intera giornata di raid contro l’Ucraina e – di contro – degli attacchi con drone in due aeroporti militari russi – si conclude con una nuova tensione alle stelle per il rischio di una terza guerra mondiale: un razzo è caduto oltre il confine ucraino all’interno dello stato di Moldavia, secondo quanto riferito dal Ministero dell’Interno citato da Ria Novosti (agenzia di stato russa). Le guardie di frontiera moldave hanno trovato il missile caduto vicino a Briceni, nel nord del Paese: a pochi chilometri il fitto lancio di razzi contro l’Ucraina sono in corso da questa mattina, contrastati dai missili della contraerea di Kiev.
Si è rischiata la tragedia come quando lo scorso 15 novembre un missile lanciato con ogni probabilità dall’Ucraina per contrastare i raid russi, cadde sul territorio della Polonia: in quel caso ci furono due morti mentre al momento in Moldavia non vengono rilevati vittime o feriti dal razzo caduto “per errore” fuori dal territorio russo e ucraino. «È un drone ucraino», è la conferma che arriva dal Cremlino in merito ai raid lanciati da Kiev contro gli aeroporti militari di Ryazan (3 morti e 5 feriti gravi) e Engels-1 a Saratov (danneggiati due bombardieri Tu-95, 2 feriti). Nel frattempo il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin nella giornata di massima tensione per il rischio di una terza guerra mondiale (proprio da quel 15 novembre scorso, ndr) ha visitato il ponte che collega la Crimea con la Russia, colpito da un attentato lo scorso ottobre: «Stiamo percorrendo il ponte sul lato destro. Il lato sinistro, come ho capito, è a posto, ma ha bisogno di essere completato. Ha sofferto più o meno gli stessi danni, è necessario portarlo in condizioni ottimali», ha commentato lo stesso Putin mentre guidava l’auto (una Mercedes, ndr) assieme al vice primo ministro Marat Khusnullin, osservando i lavori in corso per ripristinare la piena funzionalità del ponte di Crimea.
BOMBE SU KHERSON, ATTACCO DRONI SULLA RUSSIA: IL CLIMA DA TERZA GUERRA MONDIALE
Nel giorno in cui il “Financial Times” nomina Volodymyr Zelensky uomo dell’anno 2022, la Russia bombarda il suo paese natale Kryvyi Rih nel sud del Paese: il clima da terza guerra mondiale non è però ovviamente solo un “botta e risposta” tra fatti diplomatici e bombe sul campo, è un generale senso di tensione perenne che sfocia purtroppo in continui raid (sebbene più mirati rispetto ai primi mesi di combattimenti) ininterrotti da 285 giorni. La città di Kherson ha subito nelle ultime 24 ore almeno 50 raid, spiega su Telegram Kyrylo Tymoshenko, numero due dell’ufficio presidenziale ucraino: secondo il Ministero dell’Interno, nella giornata di domenica «gli occupanti hanno bombardato la regione 46 volte con mortai, carri armati, artiglieria e Mlrs. Edifici privati e condominiali e altri edifici sono stati distrutti».
Di contro, la Ukrainska Pravda fa sapere che stamane un drone ha colpito la pista della base aerea russa di Engels-1, nella regione di Saratov in Russia: altra esplosione da un drone ha colpito un aeroporto vicino Ryazan, a sudest di Mosca. Stando invece a quanto riportato da fonti dei filorussi in Donbass, sarebbero almeno 9 i morti stamane in un bombardamento delle forze ucraine su edifici residenziali ad Alchevsk, località nella Repubblica di Lugansk. Ancora raid in un costante clima da terza guerra mondiale nella regione strategica di Zaporizhzhia: ieri le forze russe avrebbero attaccato le infrastrutture industriali ed energetiche attorno alla centrale nucleare più grande d’Europa, tanto che oggi il Presidente Zelensky commenta «il nemico spera di usare l’inverno contro di noi: di rendere l’inverno freddo e le difficoltà parte del suo terrore. Dobbiamo fare di tutto per sopravvivere a questo inverno, non importa quanto sia difficile. Sopportare questo inverno significa sopportare tutto».
ONU E NEGOZIATI: LA “NORIMBERGA” SU PUTIN E IL RISCHIO DI TERZA GUERRA MONDIALE
A complicare e non poco i piani di un conflitto in “stile” terza guerra mondiale che non sembra avere una fine vicina, le voci arrivate ieri dal “Guardian” circa la possibilità di una bozza di risoluzione dell’ONU per la creazione di un tribunale in ‘stile’ Norimberga per ritenere la Federazione Russa responsabile dei crimini di aggressione in Ucraina. Al momento, specifica il quotidiano inglese, gli Stati Uniti non gradirebbero l’idea anche perché comprometterebbe il tentativo di negoziato di pace da instaurare nelle prossime settimane: Kiev però insiste e Beth Van Schaack, ambasciatrice Usa per la giustizia penale, ha fatto sapere che tale bozza di risoluzione «è qualcosa che al Presidente Zelensky tiene molto. Ma la domanda è se avranno i voti all’assemblea generale».
Di ritorno dal recente viaggio in Usa, il Presidente francese Emmanuel Macron continua l’appello per una pacificazione immediata che spenga il fuoco della terza guerra mondiale: «le altre nazioni occidentali non stanno cercando di distruggere la Russia, che ha attaccato l’Ucraina. Non è mai stata la nostra prospettiva in Francia», ha spiegato alla CBS il capo dell’Eliseo, aggiungendo «Inoltre abbiamo relazioni molto strette dal punto di vista culturale e storico” con Mosca, e abbiamo sempre rispettato il popolo russo». I punti di contatto sono continui e regolari tra Macron e Putin, fa sapere la Francia spiegando come l’isolamento «è la cosa peggiore» per impostare la pace, «l’unica strada per trovare una soluzione al conflitto in Ucraina è tramite trattative». Capitolo price cap sul petrolio russo inaugurato in questi giorni dall’Europa, il commento del Cremlino è drastico: «Misure come il price cap sul petrolio non influenzeranno l’andamento dell’operazione militare russa in Ucraina», spiega il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.