Siamo ormai arrivati al 194 giorno di conflitto tra Russia e Ucraina, che ha tutte le carte in regola per diventare la terza guerra mondiale, dopo che i primi a febbraio hanno invaso il territorio ucraino tentando di conquistarne i territori, seppur il Cremlino parli di una “missione speciale” per cacciare i nazisti dalla regione del Donbass. In questo periodo la guerra si sta combattendo soprattutto attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, recentemente occupata dalle forze di Mosca.



Oltre a questo, però, nell’ultima giornata di questa sorta di terza guerra mondiale, si discute anche molto attorno alle sanzioni, che sembrano star ottenendo un effetto lento ma efficace sull’economia della Russia. Un discorso analogo si può fare anche per la situazione del gas, che dopo l’interruzione delle forniture in Europa per via di una manutenzione al gasdotto Nord Stream 1, è tornato a crescere di prezzo. Infine, dal punto di vista del conflitto armato vero e proprio, le notizie che arrivano sono piuttosto confuse, tra esperti internazionali che ritengono che l’Ucraina sta iniziando a cedere, ed altri esperti che pensano che questo stia avvenendo tra le fila del Cremlino.



Terza guerra mondiale, Cremlino smentisce dimissioni Kadyrov

Una notizia che nell’ambito della probabile terza guerra mondiale ha fatto molto discutere nella giornata di ieri è stata quella delle dimissioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov, annunciate da lui stesso su Telegram con un video nel quale diceva di volersi prendere una pausa “lunga e indefinita” dal suo incarico. La notizia ha fatto il giro del mondo, soprattutto per via del fatto che Kadyrov è uno degli uomini più duri e fedeli della Russia, che governa in Cecenia con il pugno di ferro dal 2007, guadagnandosi il titolo di uno dei leader delle repubbliche federate russe più longevi in assoluto.



Nella mattinata, comunque, il Cremlino, attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov, ha ripreso e commentato la notizia, smentendola fermamente ed assicurando che Kadyrov continuerà a fare il suo lavoro come sempre. “Abbiamo visto l’annuncio in merito”, ha continuato Peskov, “ma finora questi annuncia non si sono materializzati in alcun modo, pertanto Kadyrov continua a guidare la Repubblica cecena”. Il leader ceceno, nel frattempo, non sembra aver ancora detto nulla in merito, ma attenderemo certamente nuovi sviluppi significativi in merito alla vicenda.

Terza guerra mondiale, la battaglia del gas e delle sanzioni

Tra le cose più importanti di cui si discute in merito alla situazione tra Ucraina e Russia, che potrebbe portare alla terza guerra mondiale, emerge la battaglia in merito al gas e alle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. In merito al gas, in seguito all’interruzione del Nord Stream 1, questa mattina ad Amsterdam il prezzo è schizzato a 275 euro, con un rialzo del 28% rispetto a venerdì quando il gasdotto è stato chiuso. In virtù di queste delicata situazione del gas, è intervenuto anche l’Iran che ha dichiarato di poter soddisfare i bisogni energetici dell’Europa, purché venga nuovamente siglato il patto sul nucleare del 2015 e vengano rimosse le sanzioni contro Teheran.

Per quanto riguarda le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia fin dallo scoppio di questa guerra mondiale, si è espresso il giornalista del Corriere Marco Imarisio che ritiene che stiano funzionando. Secondo lui l’economia di Mosca si sta contraendo e i cittadini sono sempre più poveri, mentre Mosca rimane a galla solamente grazie a gas e petrolio e che gli permettono, peraltro, di continuare la guerra. L’alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, conferma che l’impatto delle sanzioni sull’economia russa sta aumentando. Secondo lui, ora, è importante “continuare ad avere una pazienza strategica, essere consapevoli che servirà tempo e a continuare usare le sanzioni in un modo coordinato”.

Terza guerra mondiale, ispettori Aiea lasciano la centrale di Zaporizhzhia

Tra le notizie più importanti e che hanno destato maggiore preoccupazione a livello globale in questa terza guerra mondiale, spicca l’occupazione russa della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Recentemente l’Agenzia interinazione per l’energia atomica aveva inviato nella centrale alcuni esperti che dovevano verificare il funzionamento della centrale affinché si evitassero rischi nucleari. Ora, il Cremlino ha annunciato che gli ispettori AIEA hanno lasciato la centrale, mentre 2 di loro rimarranno nell’impianto in modo permanente. Nel frattempo, uno dei due reattori della centrale nucleare è stato fermato per via di alcune riparazioni necessarie, sempre secondo fonti del governo russo.

Al Corriere della Sera un tecnico dell’impianto ha rilasciato un’intervista che attesta come scorra la vita all’interno di Zaporizhzhia. Secondo lui “i reattori per ora sono sicuri, ma i rischi sono tanti”. “Prima dei bombardamenti”, ha dichiarato, “i militari russi spariscono”, lasciando intuire che siano stati avvertiti in precedenza. Nella centrale, inoltre, il clima è violento e teso, “molti colleghi sono stati picchiati e torturati con scosse elettriche e non vediamo un ragazzo della nostra unità da oltre due mesi”.

Terza guerra mondiale, cosa succede sul fronte dei combattimenti

Lasciando perdere, infine, le notizie “secondarie” che riguardano questa probabile terza guerra mondiale, passiamo al fronte dei combattimenti veri e propri. Attualmente il fronte caldo è quello a sud dell’Ucraina, con focus nella regione di Dnipro e nel Kherson. Non vi sono particolari sconvolgimenti o notizie in merito, ma gli esperti internazionali sembrano confusi su come stia procedendo la guerra. Per alcuni l’Ucraina sta tenendo le retrovie, mettendo in difficoltà il Cremlino a Dnipro, distruggendo tank e blindati, anche tramite raid con droni di fabbricazione turca. Similmente, l’Ucraina ha inflitto ingenti danni a traghetti e ponti indispensabili ai russi in Crimea, rendendo difficile i rifornimenti.

Nel frattempo, Zelensky nel suo videomessaggio serate, diventato ormai una consuetudine in questa guerra mondiale, ha annunciato di aver liberato tre insediamenti russi nella regione del Donetsk e a sud del paese. Uno è il villaggio di Visokopillya, nella regione di Kherson, mentre l’altro sembra essere quello di Ozerne, sulle rive del Siverskyi. Contestualmente, gli 007 britannici hanno stimato che l’esercito russo nel Donbass sta precedendo “solamente ad un chilometro alla settimana verso la località di Bakhmut”. Sempre secondo gli 007 GB, le autorità ucraine hanno ricevuto informazione del fatto che alle forze russe è stato ordinato di portare a termine l’operazione entro il 15 settembre, ritenendolo però “molto improbabile” in termini pratici.