Si è chiusa la visita di Xi Jinping in Nord Corea. L’agenda verteva sul rafforzamento dei rapporti bilaterali, ma il dossier nordcoreano può essere considerato solo in una prospettiva più ampia, quella delle relazioni sino-americane, che vedranno un nuovo appuntamento a Osaka il 28 giugno. L’analisi di Francesco Sisci, profondo conoscitore della Cina ed editorialista di Asia Times. “Xi ha mandato a dire agli Usa che la carta nordcoreana è anche in mano cinese”. Se riprendessero le relazioni commerciali, Xi vanificherebbe le sanzioni americane, spiega Sisci. Ecco come e perché la Nord Corea entra nella partita complessiva Usa-Cina.



Si è conclusa la visita di Xi Jinping a Pyongyang. Perché questa visita, perché adesso?

La visita è avvenuta a una settimana dal previsto vertice con il presidente americano Donald Trump a margine del G20 a Osaka il 28 giugno e dopo due settimane di proteste esplosive a Hong Kong. Tali manifestazioni secondo Pechino sono state sostenute e forse aiutate anche da gruppi americani, e qui Pechino ha preso le distanze e fatto ritirare la proposta di legge sull’estradizione che aveva scatenato le proteste. Trump rimane molto interessato a raggiungere un accordo di pace con la Nord Corea, quindi Xi manda a dire agli Usa che la carta nordcoreana è anche in mano cinese.



Cosa si diranno i due a Osaka?

Con Trump, Xi dovrebbe parlare di accordo sul commercio, ma è chiaro che secondo la Cina la partita è a tutto tondo: commercio, Nord Corea e sostegno americano alle proteste di Hong Kong.

Cosa può dirci dell’agenda Nord Corea-Cina?

L’agenda è vaga, rafforzare i rapporti bilaterali, ma sembra che la Cina possa essere interessata a intensificare le relazioni commerciali con Pyongyang, che romperebbero di fatto le sanzioni volute dagli Usa e vanificherebbero l’arma di pressione di Washington sulla Nord Corea.

Sia Xi che Kim sono alle prese con le pressioni americane del presidente Trump. Il presidente cinese potrebbe spingere Kim a riprendere il processo di denuclearizzazione così da avere in cambio da Trump un ammorbidimento sui dazi commerciali?



Secondo la Cina la partita è complessiva. Se Xi riesce a ottenere un accordo sul commercio che lo possa soddisfare allora è disposto a fare pressioni sulla Nord Corea, altrimenti forse le cose a Pyongyang potrebbero complicarsi.

Come il rapporto tra Cina e Corea del Nord cambia o sta cambiando l’area del Far East?

Questa della Cina è ancora una mossa di apertura, l’evoluzione ci sarà dopo l’incontro con Trump. D’altro canto c’è anche una differenza di sistemi. Mentre Xi ha a grandi linee controllo su tutto, e può sterzare da una parte o dall’altra, in America Trump non ha il controllo totale. Le questioni di Hong Kong per gran parte sfuggono al suo dominio. È possibile quindi che anche con un accordo sul commercio e sulla Nord Corea la questione di Hong Kong possa continuare a ribollire per settimane o mesi innervosendo tutti o peggio.

Secondo il Sipri, Kim ha costruito nuove armi nucleari. Secondo lei è una forma di pressione che Kim utilizza per poter trattare da una posizione di forza con l’America?

Pyongyang ha cercato sempre di trattare alzando la posta e ha tentato anche di aprire un canale privilegiato di trattative con gli americani che escludessero la Cina. In passato Pechino lasciava fare, anche per lavarsi le mani di un vicino così difficile da gestire, oggi invece Pechino sembra chiudere questo canale per riprendere il controllo dell’alleato storico. Non si sa se e quanto ci riesca, ma la partita certo si è complicata.

(Marco Tedesco)