Joe Biden è convinto che Vladimir Putin abbia deciso di invadere l’Ucraina, col rischio di far scoppiare una terza guerra mondiale, ma non intende inviare truppe a Kiev, bensì aiuti. È questo in sintesi quanto ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti nella conferenza stampa in cui ha fatto il punto della situazione sulla crisi Ucraina-Russia dopo la conference call con i Paesi alleati della Nato. «Ho parlato oggi con gli alleati e i partner transatlantici per discutere il rafforzamento militare russo dentro e intorno all’Ucraina. Abbiamo concordato sul nostro supporto all’Ucraina, di continuare i nostri sforzi diplomatici, e affermato che siamo pronti a imporre costi massicci alla Russia se dovesse scegliere un ulteriore conflitto», aveva twittato poco prima di prendere la parola alla Casa Bianca. Poi avverte: «Kiev mostra prudenza ma è circondata».
A proposito dei piani della Russia, Joe Biden ha sottolineato che sta provando a provocare l’Ucraina e a creare «false giustificazioni» per una guerra contro Kiev. In tale circostanza, ha precisato: «Non invieremo truppe, ma sosterremo Kiev». D’altra parte, ha sottolineato che l’accordo con gli alleati prevede «costi massicci» per la Russia in caso di attacco. Quindi, Biden ha spiegato di avere «solide informazioni dell’intelligence per credere che che Putin abbia preso la decisione di invadere l’Ucraina». Ma non per questo la strada della diplomazia è chiusa. «C’è sempre spazio per la diplomazia, fino a quando Mosca non attacca». (agg. di Silvana Palazzo)
I spoke today with Transatlantic Allies and partners to discuss Russia’s military build-up in and around Ukraine. We agreed on our support for Ukraine, to continue diplomatic efforts, and affirmed our readiness to impose massive costs on Russia should it choose further conflict.
— President Biden (@POTUS) February 18, 2022
UCRAINA-RUSSIA, FORTE ESPLOSIONE A LUGANSK
Nel giorno in cui le autoproclamate repubbliche separatiste filorusse di Lugansk e Donetsk , nell’Ucraina orientale, annunciano l’evacuazione della popolazione civile a causa del rischio di un’offensiva da parte delle forze armate di Kiev, si segnalano due esplosioni. Prima a Donetsk, ora una forte deflagrazione a Lugansk, secondo quanto riferito dall’agenzia russa Ria Novosti.
Secondo le prime informazioni, l’esplosione potrebbe aver innescato un incendio all’oledotto Druzhba, come si evince anche dalle fiamme ben visibili in lontananza nei video che stanno circolando sui social. Intanto gli Stati Uniti e i Paesi alleati della Nato che hanno partecipato ad una conference call sulla crisi Ucraina-Russia sono «tutti concordi sul fatto che il pericolo di un attacco russo all’Ucraina sia molto reale», si legge nel comunicato congiunto. (Agg. di Silvana Palazzo)
Газопровод “Дружба” горит в Луганске после мощного взрыва https://t.co/3gyRWKffw3 pic.twitter.com/mc4csOI4uN
— РИА Новости (@rianru) February 18, 2022
USA “ESPLOSIONE DONETSK MESSINSCENA”
La potente esplosione di un veicolo avvenuta nel centro di Donetsk è un’operazione «sotto falsa bandiera» per gli Stati Uniti. Ad affermarlo, infatti, un portavoce del Dipartimento di Stato Usa. Invece un alto dirigente dell’amministrazione Usa in un briefing ha spiegato che «il governo russo è responsabile per gli ultimi cyber attacchi in Ucraina». L’esplosione si è verificata vicino al palazzo del governo dei separatisti filo-russi, come riferito dall’agenzia russa Interfax, facendo crescere i timori per il rischio che le tensioni possano portare ad una terza guerra mondiale. Denis Sinenkov, capo dell’autoproclamata Milizia popolare ha detto all’agenzia che ad esplodere è stata la sua auto. Questo suggerisce che l’Ucraina potrebbe essere accusata di aver tentato di ucciderlo, ma gli Stati Uniti hanno già smontato l’ipotesi, spiegando che l’esplosione è un’azione simulata.
La Casa Bianca ha anche fatto sapere di essere pronta a far fronte alle ricadute se la Russia dovesse decidere di «usare come un’arma» le sue enormi riserve di energia in risposta alle sanzioni occidentali. «Abbiamo adottato misure per coordinarci con i maggiori consumatori e produttori di energia per garantire forniture energetiche continue e mercati energetici stabili», ha dichiarato Daleep Singh, vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca per l’economia internazionale. (agg. di Silvana Palazzo)
CRISI UCRAINA RUSSIA: ESPLOSIONE A DONETSK
Non giungono buone nuove dall’Ucraina, dove i venti di conflitto con la Russia tornano a soffiare minacciosi e riacutizzano i timori legati alla genesi della Terza Guerra Mondiale. Pochi minuti fa una potente esplosione ha squarciato il centro di Donetsk, come riferito dall’agenzia di stampa RIA Novosti. Secondo le informazioni diramate online, il boato si è verificato a poche decine di metri dall’edificio del governo. Il fuoco è ora visibile sul luogo dell’esplosione, gli edifici vicini non sono danneggiati. Non ci sono informazioni, al momento, sulla presenza di vittime o feriti. Intanto, a Donetsk stanno suonando le sirene di guerra ed è cominciata l’evacuazione in massa della popolazione verso Rostov. La paura è tanta e la tensione crescente. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
⚡️Le sirene suonano a Donetsk.⚡️ Pushilin dice che l’ esercito ucraino si prepara ad una offensiva generale. pic.twitter.com/8nm5o1jtsa
— Marco Bordoni (@bordoni_russia) February 18, 2022
TERZA GUERRA MONDIALE? ALLERTA SEPARATISTI IN UCRAINA
Anche nei territori occupati dai separatisti russi nell’est dell’Ucraina scatta l’allerta. Negli ultimi due giorni sono aumentati attacchi e bombardamenti, ora i leader ribelli di Donetsk hanno deciso di ordinare l’evacuazione dei civili verso la Russia. Lo hanno comunicato gli stessi capi dell’autoproclamata repubblica, accusando il governo di Kiev di preparare un’invasione. «Oggi viene organizzata una partenza massiccia e centralizzata della popolazione verso la Federazione Russa, prima di tutto devono essere evacuati donne, bambini e anziani», ha annunciato Denis Pushilin, leader della Repubblica russofona, in un video pubblicato sul suo account Telegram. Inoltre, secondo quanto riportato da Rai News24, i separatisti avrebbero lanciato un appello a «prendere le armi».
Le autoproclamate autorità locali hanno anche accusato l’esercito ucraino di aver aperto il fuoco 30 volte nella giornata odierna. Il timore è che la tensione possa deflagrare definitivamente in un sanguinoso conflitto da cui poi potrebbe scoppiare una terza guerra mondiale. Infatti, il presidente russo Vladimir Putin si è detto «molto preoccupato» per la situazione, aggiungendo che gli occidentali troveranno «una scusa» per imporre nuove sanzioni. D’altra parte, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha evidenziato che «la Russia ha creato “false provocazioni” in Ucraina nelle ultime 24-48 ore». (agg. di Silvana Palazzo)
LE ESERCITAZIONI MILITARI DELLA RUSSIA (CON PUTIN)
Mentre ancora restano “senza risposta” le condizioni lanciate giovedì dalla Russia nella lettera inviata agli Stati Uniti, il clima da terza guerra mondiale si arricchisce di inquietanti risvolti militari con l’operazione annunciata per sabato 19 febbraio dal Cremlino.
Domani infatti il Presidente Vladimir Putin presenzierà in Russia alle esercitazioni di missili balistici e da crociera «già pianificare in precedenza rispetto alla crisi con l’Ucraina», fanno sapere da Mosca. A queste esercitazioni che arrivano in piena crisi con l’Ucraina e la Nato, prenderanno parte – fa sapere il Ministero della Difesa russo – le Forze aerospaziali e le Forze missilistiche strategiche, e anche unità di terra del Distretto militare meridionale e della marina, delle Flotte del Mar Nero e del Nord. Mentre intanto proseguono gli scontri nelle Repubbliche ex ucraine ora occupate dai ribelli separatisti filo-russi (a Donetsk e Lugansk), il Cremlino si dice «molto preoccupato» per la situazione: di contro, l’Occidente teme che i bombardamenti in atto da giorni dei “filo-russi” siano atte a provocare una reazione dell’esercito ucraino, così da avere a quel punto il “pretesto” per l’invasione e l’inizio della guerra effettiva tra Mosca e Kiev.
DRAGHI PROVA A MEDIARE TRA RUSSIA E USA
«Un attacco russo è possibile nei prossimi giorni», attacca Joe Biden dalla Casa Bianca rifiutando in questo modo altri colloqui con l’omologo presidente russo Vladimir Putin. Il discorso di Blinken, Segretario di Stato Usa, all’ONU certifica il fallimento per il momento dei negoziati di pace e la stessa lettera di ieri inviata dal Ministro degli Esteri Lavrov non fa che ulteriormente confermarlo. «Via eserciti e armi dai Paesi ex URSS altrimenti sarà guerra», è stato il monito del Cremlino. In una fase di delicatissimo equilibrio internazionale, con una terza guerra mondiale da molti considerata ormai alle porte, il ruolo di mediazione dopo Macron e Scholz passa nelle mani di Mario Draghi: «L’obiettivo è ora far sedere al tavolo il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Italia sta facendo il possibile per sostenere questa direzione», ha spiegato il Premier italiano ieri dopo il Consiglio Ue informale sulla crisi Ucraina. Nella mattinata di oggi c’è poi stato un colloquio telefonico tra Draghi e il Presidente Usa Joe Biden nel quale i due leader hanno riesaminato «gli sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo rafforzamento militare della Russia al confine con l’Ucraina». Dalla Casa Bianca si legge nella nota, Draghi e Biden «hanno riaffermato il loro impegno per la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina e il loro essere pronti ad imporre severi costi economici alla Russia se dovesse invadere ulteriormente l’Ucraina».