GUERRA IN UCRAINA, RAID SU MYKOLAIV: DISTRUTTE DUE UNIVERSITÀ
Dopo 142 giorni ancora una volta l’Ucraina si sveglia con raid e bombardamenti nelle aree del Donbass e del Sud orientale: l’avanzata della Russia in quella che Kiev continua a definire il «prodromo alla terza guerra mondiale» spaventa ancora l’Occidente, tanto per i problemi sul campo quanto per le conseguenze dirette sull’economia globale sempre più drammatiche. «Nuove sanzioni dovrebbero essere introdotte quanto prima contro la Russia, poiché l’impunità dei terroristi incoraggia altri Paesi», ha tuonato ancora il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram, «sono necessari anche un tribunale speciale per l’aggressione russa e un apposito meccanismo di risarcimento dei danni che indirizzi i fondi dello Stato terrorista a coloro che intende distruggere».
Lo scontro sul campo registra stamane nuove esplosioni a Mykolaiv, nell’area meridionale dell’Ucraina: «Oggi i terroristi russi hanno attaccato le due maggiori università di Mykolaiv. Almeno dieci razzi. Ora stanno attaccando la nostra istruzione. Chiedo alle università di tutti i Paesi democratici di affermare che la Russia è ciò che realmente è: un terrorista», ha scritto su Twitter il capo dell’amministrazione militare regionale, Vitaliy Kim. Secondo quanto raccolto dal viceministro degli Interni ucraino Yevhen Yenin, dall’inizio dell’invasione russa sono stati lanciati in tutto «17.300 attacchi contro obiettivi civili mentre poco più di 300 hanno colpito obiettivi militari». Fronte Cremlino, da registrare ieri il post sarcastico dell’ex Presidente Dmitri Medvedev, oggi vice presidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca: dopo la crisi di Governo in Italia, il braccio destro di Putin ha postato le foto in successione di Boris Johnson e Mario Draghi, poi una figura in nero con il punto interrogativo che sta a significare ‘chi sarà il prossimo?’. Replica diretta dall’Italia del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con particolare acredine verso i suoi ex compagni di partito: «A Mosca stavano brindando ieri perché è stata servita a Putin la testa di Mario Draghi. Ora anche l’Europa è più debole, questa è stata una crisi pianificata da tempo da Conte e intanto i ministri M5s restano sulle loro poltrone».
LA TERZA GUERRA MONDIALE: ALLARME USA, APPELLO FRANCIA
In attesa del vertice chiave previsto per martedì a Teheran tra i leader di Russia, Iran e Turchia, il conflitto in Ucraina assume carattere sempre più “globale” con gli allarmi costanti sulla terza guerra mondiale lanciati da Kiev e Mosca all’Occidente. Non solo, gli Stati Uniti dopo l’offensiva sempre più avanzata delle forze russe nell’est e sud dell’Ucraina ha ordinato tramite la sua ambasciata di abbandonare il Paese per tutti i cittadini americani. «Lasciare immediatamente l’Ucraina utilizzando mezzi di trasporto privato via terra se c’è la possibilità di farlo in sicurezza», si legge nell’informativa urgente sul sito dell’ambasciata. La Casa Bianca inoltre invita gli americani «a non partire per l’Ucraina e chi non riesce a lasciare il Paese è consigliato di evitare assembramenti ed eventi organizzati che potrebbero essere considerati degli obiettivi da parte della Russia». Il timore di ritorsioni contro cittadini occidentali si è fatto ancora più urgente dopo la notizia della morte di un volontario inglese catturato nelle scorse settimane in Donbass.
L’annuncio è stato dato dalla Repubblica popolare di Donetsk, tramite Tass: «Uno dei volontari britannici catturati dall’esercito russo in Ucraina, Paul Urey, è morto a causa di malattie croniche nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk». Nuovo allarme sulla guerra arriva poi dalla Francia con la prima intervista dopo la rielezione del Presidente Emmanuel Macron: «L’estate e l’inizio dell’autunno saranno molto duri. Gli ucraini si stanno difendendo con incredibile coraggio e grazie alle attrezzature fornite dall’Occidente. Ma questa guerra durerà», dice il Presidente dell’Eliseo che intima poi l’intero Occidente a non ridursi in uno scontro mondiale contro la Russia, chiarendo dunque la necessità di trovare una via diplomatica quanto prima (anche per evitare quella “economia di guerra” che Francia, Italia e Germania si apprestano come tutta l’Europa a vivere nell’autunno in arrivo se dovesse continuare la guerra e le sanzioni alla Russia).