PUTIN “RIAPRE” I NEGOZIATI PER LA GUERRA IN UCRAINA?
La diaspora dal Donetsk prosegue, mentre bombardamenti e raid proseguono in larghe parti dell’Ucraina: la situazione attuale, assieme ai timori per una escalation improvvisa a Taiwan, rappresentano i due punti di massima tensione internazionale riguarda una rischiosa e potenziale terza guerra mondiale. Secondo i calcoli dell’Onu dall’inizio della guerra in Ucraina sono dovuti scappare all’estero ben 10 milioni di persone, attraversato i valichi di frontiera e i trasferimenti verso varie parti d’Europa. Uno scenario apocalittico che non sembra vedere diminuzione della tensione all’orizzonte: 2 esplosioni hanno scosso questa mattina la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, mentre altri attacchi sono segnalati nelle aree di Mykolaiv e Odessa, dove intanto le prime navi cariche di grano sono finalmente salpate.
«Nei negoziati con Stoltenberg ho prestato particolare attenzione alla questione dei nostri prigionieri di guerra trattenuti dalla Russia», ha spiegato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in merito al colloquio con il segretario generale Nato, «in particolare, questo vale anche per l’attacco terroristico russo a Olenivka, che deve diventare l’argomento finale affinché tutti i Paesi civili del mondo riconoscano ufficialmente la Russia come stato terrorista». Nel frattempo una possibile riapertura dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina – invocati di continuo da Papa Francesco e dalle diplomazie europee – viene evidenziata dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, amico personale di Vladimir Putin: «La buona notizia è che il Cremlino vuole una soluzione negoziata», ha detto l’attuale esponente di Gazprom al settimanale Stern e alle emittenti RTL/Ntv, «ho incontro di recente Putin e un primo successo è l’accordo sul grano, che forse può essere lentamente esteso a un cessate il fuoco».
UCRAINA, TAIWAN, IRAN, SERBIA, AL QAEDA: LA TERZA GUERRA MONDIALE “INCOMBE”?
Quando qualche anno fa parlammo di rischio “terza guerra mondiale” per la crisi tra Stati Uniti (di Trump) e Corea del Nord sembrava una “boutade” giornalistica quella che avevamo lanciato: invece, senza essere affatto dei veggenti, si vedeva all’orizzonte il rischio che Occidente (Usa con Nato) e Oriente (Cina con Russia) potessero un giorno arrivare realmente sul terribile terreno di scontro. La guerra in Ucraina ha ampliato ovviamente questo rischio rendendolo sempre più effettivo: sul fronte economico, sociale e commerciale si è già in “terza guerra mondiale”, mentre sul fronte militare la armi occidentali a sostegno di Kiev hanno reso lo scontro sul terreno più “equilibrato”. Sono però gli altri “focolai” sorti in queste ultime settimane a dare l’esatta contezza del rischio di una guerra mondiale all’orizzonte pronta ad imperversare, tanto da portare il segretario generale Onu Antonio Guterres a dichiarare allarmato, «Basta un errore di calcolo per l’olocausto nucleare». Quanto sta avvenendo in queste ore caldissime a Taiwan fa il “pari”, almeno in potenza, con quanto può emergere dal conflitto sanguinoso tra Russia e Ucraina: il rischio di una escalation improvvisa tra Cina e Stati Uniti è dato dall’arrivo nelle prossime ore, fuori da programma ufficiale, della speaker della Camera Nancy Pelosi.
La minaccia di ritorsioni della Cina è stata durissima ancora stamane: «La Cina sta seguendo da vicino l’itinerario della speaker Pelosi. Una visita a Taiwan da parte sua consisterebbe una scabrosa interferenza negli affari interni cinesi, minando la sovranità nazionale e l’integrità territoriale, sulla base del principio dell’unica Cina. Ciò minaccia la pace e la stabilità sulle due sponde dello stretto di Taiwan, e mette a repentaglio le relazioni bilaterali sino-statunitensi, portando dunque a una situazione seria e a gravi conseguenze», è il commento del portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian. La stessa Russia fa sapere con il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, come la possibile visita di Pelosi a Taiwan «ha ovviamente un carattere puramente provocatorio». Tra Serbia e Kosovo invece lo scontro a distanza vede ancora Nato e Russia in primissima fila (rispettivamente, pro Pristina e Belgrado) e ribadisce la netta contrapposizione tra Mosca e l’Occidente non solo sul fronte ucraino ma in generale sui tanti focolai di tensioni alle porte dell’Europa. Da ultimo il Medio Oriente tornato ad allarmare la comunità internazionale: dopo le dichiarazioni “bellicose” dell’Iran circa la costruzione di una bomba atomica a breve, il Presidente Usa Joe Biden ha risposto piccato, «Gli Stati Uniti sono impegnati ad evitare che l’Iran non possieda la bomba atomica». Nella notte poi la notizia dell’uccisione con un drone del leader di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri, mentre si trovava a Kabul: «Non importa quanto tempo serve, o dove vi nascondete, se siete una minaccia gli Stati Uniti vi troveranno», ha detto soddisfatto il Presidente Usa.
LA GUERRA IN UCRAINA E L’EVACUAZIONE DEL DONETSK
Da Taiwan al Medio Oriente, dalla Serbia fino appunto all’Ucraina: la terza guerra mondiale “a pezzi”, come denunciato anni fa già da Papa Francesco, è davanti agli occhi di tutti. Dove però si combatte davvero sul campo è sempre alle porte dell’Europa, con la situazione del conflitto ucraino che peggiora di giorno in giorno nonostante le notizie positive della lenta ripresa del trasporto di grano. Il Governo di Zelensky ha disposto l’inizio dell’evacuazione di civili dallo stato del Donetsk, l’ultima parte di Donbass che ancora rimaneva all’Ucraina: «Il primo treno è arrivato in mattinata a Kropyvnytsky», ha spiegato il vice primo ministro ucraino e ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk, «Abbiamo evacuato donne, bambini e anziani, c’erano molte persone a mobilità ridotta. Tutti sono stati accolti, tutti sono stati aiutati».
Nei prossimi giorni dovrebbero essere almeno 220mila i civili evacuati dalle aree più a rischio del Donetsk, vista l’avanzata russa nell’area: «Le forze russe hanno colpito la notte scorsa la regione ucraina di Dnipropetrovsk (est) con lanciarazzi multipli Mlrs e artiglieria», denuncia su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko, «L’esercito russo ha preso di mira due distretti, Synelnykove e Kryvyi Rih. Il nemico ha colpito Synelnykove con gli Mlrs». Altri atti di guerra di queste ultime ore da registrare sono anche le bombe russe sull’area a Sud nell’oblast di Kherson: colpito un minibus che trasportava persone in fuga da un villaggio occupato. Il sindaco di Mykolaiv Oleksandr Sienkevych ha infine annunciato che nella notte diverse esposizioni sono state segnalate in città, con feriti e vittime ancora tutti da calcolare.