TENSIONI IN UCRAINA E TAIWAN: IL RISCHIO COSTANTE DI UNA TERZA GUERRA MONDIALE

Neanche a Ferragosto, nel giorno dell’Assunta dedicato quest’anno da Papa Francesco alla pace in un mondo sempre più tribolato, si fermano le ostilità in Ucraina: non solo, oltre ai rischi da terza guerra mondiale costanti alle porte dell’Europa, si aggiunge nuovamente una forte tensione a Taiwan per la recente visita della delegazione Congresso Usa sull’isola rivendicata dalla Cina (la seconda in pochi giorni dopo il clamore del viaggio di Nancy Pelosi a Taipei). «Ogni soldato russo che spara all’impianto o spara usando l’impianto come copertura, deve capire che diventa un obiettivo speciale per i nostri agenti dei servizi segreti, per i nostri servizi speciali, per il nostro esercito»: così recita l’ultima messaggio-minaccia lanciato dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in merito alle tensioni mai sopite attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.



Kiev ha nuovamente avvertito il Cremlino che il proprio esercito prenderanno di mira i soldati russi che sparano a o da Zaporizhzhia, sottolineando poi di temere che poi la stessa Mosca possa accusare l’Ucraina degli attacchi pericolosi attorno alla centrale nucleare. Mentre nel frattempo si continua a combattere nel Donetsk, da Londra il Ministero della Difesa fa sapere questa mattina che la Russia starebbe lavorando per arrivare ad un referendum nella Repubblica separatista del Donetsk per sancire l’annessione a Mosca: «l’11 agosto, i media russi hanno riferito che Denis Pushilin, capo della cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk , aveva affermato che la data di un referendum sull’adesione alla Russia sarà annunciata dopo la completa liberazione del territorio», rileva il rapporto britannico. Come dicevamo, non è solo l’Ucraina ad offrire forti preoccupazioni alla comunità internazionale per gli scenari bellici futuri: dopo l’arrivo a Taiwan di un’altra delegazione americana, la Cina ha annunciato di aver condotto nuove esercitazioni militari attorno all’isola. «La presenza degli esponenti politici statunitensi viola in modo flagrante il principio della ‘Unica Cina’ e i tre comunicati congiunti sino-americani, nonché la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, inviando un segnale sbagliato alle forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan ed esponendo del tutto il vero volto degli Stati Uniti come disgregatori e distruttori di pace e stabilità nello Stretto di Taiwan», attacca il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian contro la Casa Bianca e in generale l’intero Occidente.



ANCORA MISSILI VICINO A ZAPORIZHZHIA: LA GUERRA IN UCRAINA

L’intervento dell’ONU finora non è riuscito a porre uno stop duraturo al caos in corso attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: Russia e Ucraina proseguono nell’accusarsi a vicenda del rischio di una terza guerra mondiale nucleare come peggior esito possibile in merito ai razzi che continuano a “piovere” vicinissimi alla centrale più grande d’Europa. Mentre il conflitto prosegue tra il resto del Sud e il Donetsk dell’Ucraina, i riflettori sono da giorni sempre puntati su Zaporizhzhia per il grado di pericolosità di bombe e raid a pochi chilometri dai reattori nucleari. Secondo quanto denunciato dal capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko, ancora stamattina le forze russe avrebbero attaccato con bombe e colpi di artiglieria cittadina ucraina di Marhanets, nella regione di Dnipropetrovsk (sud del Paese), che dista pochi chilometri dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia.



«I russi hanno bombardato Marhanets con i sistemi missilistici a lancio multiplo Grad (MLRS)», fa sapere ancora l’amministrazione della regione di Zaporizhzhia: 30 proiettili hanno colpito appartamenti e un 69enne è rimasto ferito. Inoltre, più di 10 case unifamiliari e una rete elettrica sono state seriamente danneggiate. Dal Cremlino viene rifiutata ogni tesi che pone i russi dietro ai lanci di razzi vicino alla centrale mentre prosegue l’appello alla comunità internazionale affinché credano alla posizione di Mosca sul fronte Zaporizhzhia: non solo, il Cremlino ritiene che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica «non dovrebbe rinviare la visita alla centrale nucleare di Zaporizhzhia», anzi dovrebbe subito «inviare una sua missione all’impianto a fine agosto o inizio settembre». L’annuncio del rappresentante permanente della Russia presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov, alla Tass si conclude con un amaro «non tutto dipende da noi».

TERZA GUERRA MONDIALE (DIPLOMATICA): L’ACCUSA DELLA RUSSIA AGLI USA

Nel frattempo prosegue tanto la guerra sul campo quanto il lento ripristino del commercio del grano dopo che l’accordo tra Russia e Ucraina sembra reggere dopo settimane: «Dall’inizio dell’attuazione dell’accordo di Istanbul sull’esportazione dei cereali, un totale di 16 navi con grano per sette Paesi in tre continenti ha già lasciato i porti ucraini. A bordo quasi mezzo milione di tonnellate di prodotti agricoli: mais, grano, olio di girasole, soia e altri beni assolutamente necessari per il mercato mondiale», fa sapere il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel discorso alla nazione.

Il rischio di una terza guerra mondiale è tutt’altro che eliminato, ma di certo la buon riuscita dell’accordo sul grano può rappresentare forse l’unica “speranza” per una ripresa della diplomazia nei prossimi mesi. Speranza che viene però quotidianamente “minata” dal rapporto sempre più lacerato all’interno della diplomazia mondiale: Alexander Darchiev, direttore del dipartimento del Nord America del ministero degli Esteri russo, ha fatto sapere ieri «Avvertiamo gli statunitensi delle conseguenze dannose di tali azioni che danneggeranno permanentemente le relazioni bilaterali, il che non è né nel loro né nel nostro interesse». Secondo il rappresentante del Ministro Lavrov, gli Stati Uniti stanno diventando «sempre più una parte diretta del conflitto in Ucraina». Il “punto di non ritorno” nelle relazioni diplomatiche tra le due superpotenze potrebbe venire “migliorato” qualora la Casa Bianca, conclude Mosca, «costringesse Zelensky a tornare al tavolo delle trattative con la Russia».