ANCORA MISSILI SU ODESSA E KHARKIV: L’ALLARME MONDIALE
A tre giorni dal primo attacco russo contro il porto di Odessa ecco nuovamente segnalato dall’Ucraina un lancio di missili sull’importante città portuale sul Mar Nero, alla vigilia del primo trasferimento di navi cargo cariche di grano a cui la Russia ha promesso (nel patto siglato con Turchia e ONU) di non attaccare. La minaccia di una terza guerra mondiale, come più volte sottolineato da Kiev, resta però all’orizzonte specie con i continui raid lanciati da Mosca quasi a costante “provocazione” contro l’Occidente che prosegue nel rifornimento di armi al Governo di Zelensky. «L’attacco missilistico su Odessa – ha affermato il capo dell’amministrazione militare della regione Serhiy Bratchuk – è avvenuto con velivoli strategici»: da Odessa a Kharkiv, prosegue l’avanzata strategica russa ben oltre il primo obiettivo del Donbass (dove comunque permangono combattimenti nell’area ancora ucraina in Donetsk).
«Di nuovo, i bombardamenti notturni della città hanno colpito la zona di Kharkiv più vicina al centro cittadino. Come altre volte, le bombe sono cadute accanto a un edificio che non aveva nulla a che fare con le infrastrutture militari», denuncia il sindaco Ihor Terekhov su Telegram. Truppe russe hanno poi colpito nella notte anche le regioni di Chernihiv e di Sumy con cannoni e artiglieria pesante: secondo quanto riportato dallo stato maggiore dell’esercito ucraino, Putin starebbe preparando una offensiva sulle città di Siversk e Soledar, nel Donetsk, con anche forze armate bielorusse che avrebbero condotto (secondo quanto spiega l’ANSA) una ricognizione di addestramento sui collegamenti con il centro di comando a partire dalle 6 di questa mattina. Fa invece ancora discutere e alza ulteriormente il clima da terza guerra mondiale tra Occidente e Russia la decisione di Gazprom di tagliare da martedì dal 40% al 20% i flussi di gas dal Nord Stream. «Più sanzioni Ue contro Mosca per la guerra del gas», attacca il Presidente Zelensky trovando una prima “risposta” dell’Unione Europea che contesta alla Russia di non aver alcuna «ragione tecnica» per il taglio di Gazprom. «È una decisione politicamente motivata e dobbiamo essere pronti. Per questo la riduzione preventiva della domanda di gas è una strategia saggia», è il commento della commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, al suo arrivo al Consiglio Energia.
RUSSIA ACCUSA L’UCRAINA: “CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ”. MA INTANTO CONTINUA CON I RAID
La Russia ha accusato le forze armate dell’Ucraina di ”crimini contro l’umanità”: dopo 152 giorni di conflitto che richiama sempre più l’incubo internazionale di una terza guerra mondiale, il Cremlino replica alle accuse ucraine di aver colpito e sparato sul porto di Odessa un giorno dopo l’accordo siglato davanti a Onu e Turchia. E lo fa con tutta la durezza del caso: «Gli ucraini sono stati coinvolti in crimini contro la pace e la sicurezza dell’umanità, che non vanno in prescrizione», ha denunciato il capo della commissione investigativa russa, Alexander Bastrykin. Mosca accusa 92 membri dell’esercito ucraino proponendo addirittura un tribunale internazionale sostenuto da Paesi come Siria, Iran e Bolivia in quanto hanno «una posizione indipendente sulla questione ucraina». «Incriminati 92 comandanti e 96 subordinati», continua Bastrykin in risposta alle indagini che invece l’Ucraina porta avanti da inizio guerra, esaminando al momento 21mila crimini di guerra e di aggressione “potenzialmente” commessi dalle forze russe dall’inizio dell’invasione.
«Gli ucraini non rinunceranno mai alla loro indipendenza e non saranno divisi dall’interno, come è successo più di una volta», è il messaggio quotidiano lanciato dal Presidente Volodymyr Zelensky alla sua nazione in vista della Giornata della Statualità ucraina fissata per il 28 luglio prossimo, «Proteggere l’unità ora, lavorare insieme per la vittoria è il compito nazionale più importante, che tutti dobbiamo assolvere». Intanto dall’Egitto il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov torna sull’attacco di Odessa e ribadisce la posizione russa dei missili lanciati contro depositi di armi Usa nel porto: «La Russia manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli, a prescindere dalla revoca o meno delle restrizioni applicate a Mosca». Intanto però proseguono i raid sul Donetsk e il Sud del Paese, con missili russi lanciati nelle ultime ore contro Dnipropetrovsk, Kramatorsk e Bakhmut: in particolare, lo Stato maggiore ucraino, facendo riferimento ai raid contro il Donetsk, denuncia «In direzione Bakhmut, con l’obiettivo di distruggere le posizioni difensive, il nemico ha bombardato le aree degli insediamenti di Berestov, Bilogorivka, Soledar, Bakhmutske, Pokrovske, Yakovlivka, Kurdyumivka, Bakhmut, Vesela Dolyna, Novoluhanske, Zaitseve e Travneve. Voli di droni nemici sono stati individuati nell’area di Kramatorsk».
TERZA GUERRA MONDIALE, ALLARME MOLDAVIA SU INVASIONE RUSSA
Uno spiraglio nella guerra si apre comunque, in quanto lo stesso responsabile della diplomazia di Putin, Sergey Lavrov, osserva come anche oggi «Non abbiamo pregiudizi riguardo ad una ripresa di colloqui con Kiev su un ampio spettro di temi che vadano oltre il grano, dipende dagli ucraini». Un passo avanti e due indietro, come purtroppo sempre più spesso avviene nei rapporti diplomatici tra Ucraina e Russia: Lavrov infatti sempre dal Cairo attacca «Mosca aiuterà il popolo ucraino a sbarazzarsi del regime antipopolare e antistorico di Kiev. Siamo solidali con il popolo ucraino, che merita una vita migliore. Ci dispiace che la storia ucraina venga rovinata sotto i nostri occhi e ci dispiace per coloro che hanno ceduto alla propaganda di stato del regime di Kiev e per coloro che sostengono questo regime, che vuole che l’Ucraina sia l’eterno nemico della Russia».
Nel frattempo da Kiev giunge piena e pronta replica alle parole di Lavrov dall’Egitto: secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, sono «schizofreniche le dichiarazioni del Ministri degli Esteri russo, al mattino dichiari che Mosca vuole i negoziati e la sera che il tuo obiettivo è sbarazzarti del regime antipopolare di Kiev» Per Podolyak, in conclusione, «i veri regimi sono nelle carceri russe, mentre in Ucraina c’è un governo legalmente eletto che ha vinto in elezioni eque, competitive e democratiche». Nel complesso scenario internazionale, con la diplomazia che non riesce a fare passi avanti concreti per “sminare” il rischio di una terza guerra mondiale alle porte dell’Europa, un nuovo allarme viene lanciato dalla Moldavia: secondo la Premier Natalia Gavrilita, la Moldavia è «molto preoccupata dalla possibilità di una invasione militare da parte della Russia». Il Primo Ministro del Paese ex sovietico parla di uno scenario ancora ipotetico, «ma se l’azione militare si muovesse ulteriormente verso la parte sud-orientale dell’Ucraina e verso Odessa, saremmo ovviamente molto preoccupati». Già al momento le truppe di Mosca si trovano sul territorio secessionista di Transnistria, mentre Chisinau starebbe facendo di tutto «per mantenere la pace e la stabilità e garantire che le ostilità non si intensifichino», conclude Gavrilita.