“INVASIONE UCRAINA MERCOLEDÌ”: TUTTE LE ULTIME MOSSE

Dalla CBS giungono notizie di militari russi in movimento con assetto da attacco, mentre dalla CNN viene confermato che lo stesso Presidente dell’Ucraina Zelensky è stato informato dell’invasione della Russia per mercoledì 16 ottobre prossimo.

La “terza guerra mondiale” è ancora possibile da evitare ma le tensioni sembrano sempre più alte e lo spazio diplomatico più risicato: «C’è stata un’accelerazione drammatica nel dispiegamento di forze russe al confine con l’Ucraina», ha spiegato il segretario di Stato Usa Antony Blinken in un punto stampa dalla Casa Bianca, invitando tutti gli americani ancora in Ucraina «a lasciare il Paese immediatamente». Lo stesso segretario ha poi annunciato lo spostamento temporaneo dell’ambasciata americana da Kiev a Leopoli: «L’intervento militare potrebbe avvenire da un momento all’altro», ha spiegato dal Pentagono in conferenza stampa l’assistente Segretario alla Difesa John Kirby, «noi siamo pronti ad intervenire con la Nato». «Se i commenti di Lavrov saranno seguiti da segnali di de-escalation saremo lieti, al momento non ve ne sono stati», conferma il portavoce del Pentagono Ned Price, «i russi devono confermare con i fatti i buoni propositi, finora ripeto non vi sono stati movimenti del genere». Ancora Kirby ha poi fatto sapere che come Stati Uniti «non crediamo che Vladimir Putin abbia già preso una decisione finale». In un colloquio telefonico in serata il Premier Uk Boris Johnson e il Presidente Usa Joe Biden concordano sul fatto che «resta un’opportunità per risolvere la crisi in Ucraina con la diplomazia». I tempi però sembrano sempre più stretti…



SI APRE “SPIRAGLIO” TRA PUTIN E OCCIDENTE

«L’espansione della Nato verso est è infinita, molto pericolosa e avviene a spese delle ex Repubbliche sovietiche, inclusa l’Ucraina»: così ha parlato il Presidente russo Vladimir Putin, secondo le fonti citate dalla Tass, nell’aggiornamento al Cremlino con il Ministro degli Esteri Lavrov.



Poco prima il diplomatico aveva però confermato l’apertura di un minimo ma esistente spiraglio per evitare l’escalation da “terza guerra mondiale”: Lavrov ha infatti informato Putin delle «chance esistenti per trovare un accordo con l’Occidente». Il tutto mentre a Kiev andava in scenda la conferenza stampa congiunta del Presidente ucraino Zelensky e del cancelliere tedesco Scholz: «In caso di aggressione militare, saremmo pronti a sanzioni su vasta scala, se la Russia violerà nuovamente la sovranità ucraina, sapremo cosa fare», ha spiegato il primo ministro tedesco invitando la Russia a cogliere «tutte le offerte di dialogo». Proprio domani Scholz volerà a Mosca per incontrare Putin e provare a strappare un “congelamento” dei conflitti pronti ad esplodere al confine con l’Ucraina. Zelensky continua a ritenere un forte errore l’aver fatto vacuare le ambasciate a Kiev e rivendica il potenziale ingresso in Nato come fondamentale per «garantire la nostra sicurezza». Le forze diplomatiche sono sempre più all’opera per evitare la guerra, con possibili summit di G7 e leader Ue assieme a margine dell’incontro di questa settimana tra Unione Europea e Unione Africana.



IL DIETROFRONT DELL’UCRAINA

Kiev parla di “fraintendimento” riferendosi alle dichiarazioni importanti lanciate stamani dal suo ambasciatore a Londra: a precisarlo alla Bbc sempre il diplomatico Prystaiko, evidentemente dopo un confronto a distanza con il Governo d’Ucraina.

«È un fraintendimento che l’Ucraina possa rinunciare all’ingresso nella Nato per evitare una guerra con la Russia. Dobbiamo semplicemente trovare una soluzione entro mercoledì», ovvero il giorno in cui secondo il Pentagono la Russia muoverà guerra contro Kiev. «La Russia confina già con Paesi nella Nato, il nostro ingresso non comprometterebbe la sua sicurezza», conclude l’ambasciatore. Nel frattempo da Mosca risuonano veementi le parole del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov: «il dialogo tra i due presidenti c’è ma le relazioni tra Mosca e Washington sono a un livello bassissimo». Dall’Ue, in particolare dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz, giunge l’appello rivolto alla Russia per raffreddare gli animi e ridurre il rischio di una “terza guerra mondiale”: «servono segnali immediati di de-escalation», altrimenti «ci saranno conseguenze pesanti». Il riferimento è a quanto già minacciato dal G7 tramite un comunicato dei sette ministri della Finanza: «La nostra priorità immediata è sostenere gli sforzi per una de-escalation della situazione ma se Mosca intensifica l’azione militare il G7 è pronto a imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie con conseguenze enormi e immediate sull’economia russa».

LA RUSSIA INVADE L’UCRAINA MERCOLEDÌ?

Mercoledì 16 febbraio potrebbe essere il “D-Day” per l’Ucraina con l’invasione dei militari russi che viene data dal Pentagono ormai come certa: vedendo però la situazione da “terza guerra mondiale” – o ancora meglio, da “nuova” guerra fredda – che si profila all’orizzonte tutto davvero potrebbe essere incerto fino all’ultimo.

La Russia di Putin ha lanciato diversi “ultimatum”, così come l’Ucraina di Zelensky, la Francia di Macron e gli Usa di Biden: mai come ora però l’escalation non è in mano ad un singolo leader bensì ad una “concausa” di fattori geopolitici alcuni evidenti, altri semi-nascosti. Come ha spiegato in esclusiva per il “Sussidiario” Paolo Quercia, docente di studi strategici nell’Università di Perugia e direttore della rivista GeoTrade, «Ritengo che non voglia combattere e dunque l’opzione n. 1, quella che vedo più probabile, è che non invaderà l’Ucraina. Dopo aver alzato la tensione e averla sfruttata abilmente, tra una decina di giorni inizierà a normalizzare la situazione chiudendo la crisi, di cui risulterebbe comunque il vincitore netto». Bielorussia, Taiwan, Cina e Medio Oriente: nella partita tra Russia, Ucraina e Nato si muovono tutte queste “pedine” sullo sfondo che contribuiscono a rendere il clima da “guerra mondiale” sempre più incerto e dai contorni poco chiari.

LA TERZA GUERRA MONDIALE E IL FATTORE NATO

Le operazioni militari al confine con l’Ucraina continuano ininterrotte, con 130mila soldati russi valutati complessivamente al fronte da fonti di intelligence Usa: i colloqui diplomatici proseguono e non è escluso un nuovo colliquo tra domani e mercoledì sull’asse Putin-Biden. Se è vero che ancora le armi non stanno sparando, Kiev si sta comunque preparando al peggio: come spiega l’ANSA, dalla Lituania è atterrata nella notte una fornitura del sistema missilistico anti-aereo Stinger, mentre altre 180 tonnellate di munizioni le hanno trasferite gli Stati Uniti, per un totale di circa 1.500 dall’inizio della crisi. Secondo il Wall Street Journal, inoltre, Mosca starebbe lanciando sull’Ucraina una sorta di “cyber guerra” volta ad indebolire e innervosire l’avversario: pressione economica, cyberattacchi e la tattica dei falsi allarmi bomba, sulla scia di quanto effettuato già nel 2014 sempre in Ucraina. Il Cremlino smentisce su tutta la linea e accusa la Nato come l’Osce per aver trasferito parte del proprio personale dall’Ucraina: nessuno vuole la guerra ma tutti la “minacciano” rendendo il clima sempre più da terza guerra mondiale “apparente”. Da segnalare una mossa importante lanciata stamani dall’Ucraina nelle parole dell’ambasciatore di Kiev in Regno Unito, Vadym Prystaiko: alla Bbc Radio 5 ha spiegato come l’Ucraina sia disponibile anche a rinunciare all’ambizione di entrare nella Nato, nonostante sia ormai stata inserita nella Costituzione: «Potremmo, soprattutto se veniamo minacciati così, ricattati così e spinti in questa direzione». Da Downing Street filtra però prudenza sul considerare le parole dell’ambasciatore come un segnale di concessione effettiva da poter poi spingere la Russia ad allentare la minaccia invasione.