GUERRA NEL DONBASS E A ODESSA: LE ULTIME NOVITÀ
Mentre il clima internazionale si conferma ai minimi storici per quanto riguarda la situazione tra Russia e Occidente, il timore di una terza guerra mondiale rimane sempre all’orizzonte: con le parole pronunciate oggi dal ministro della Germania per gli Affari economici e l’azione climatica Robert Habeck (arrivato al Consiglio dei ministri dell’Energia a Bruxelles), si scopre il riavvicinamento tra Germania e resto dell’Ue per come agire contrastando il Cremlino.
«Con un embargo del petrolio russo avremmo un problema locale e ovviamente un aumento dei prezzi e forse le catene di approvvigionamento non sarebbero sicure ma non colpirebbe l’economia nazionale nel suo insieme. Quindi, dopo due mesi di lavoro, posso dire che la Germania non è contraria a un embargo petrolifero alla Russia. Ovviamente è un carico pesante da sopportare, ma siamo pronti a farlo», ha detto il Ministro tedesco giunto nelle sedi Ue. La guerra sul campo resta purtroppo uguale ai precedenti 68 giorni di invasione: nuovi raid sono stati lanciati su Odessa, altro punto strategico per il controllo del Mar Nero, e ancora sull’acciaieria Azovstal di Mariupol, nonostante si è in piena fase di evacuazione dei civili. «Le forze russe hanno ripreso i bombardamenti dell’acciaieria Azovstal a Mariupol dopo l’evacuazione di decine di civili dal sito», scrive il Governo ucraino in una nota. «Secondo le nostre informazioni, gli autobus sono partiti da Mariupol. Previo accordo, gli autobus raccoglieranno le persone nei villaggi di Mangush e Berdyansk», ha poi riferito all’agenzia Ukrainska Pravda il consigliere del sindaco della città portuale Petro Andryushchenko . Al momento, conclude Denys Shleha, comandante della 12/a Brigata Operativa della Guardia Nazionale, all’interno dell’acciaieria bunker di Mariupol vi sarebbero ancora vivi 200 civili, di cui 20 bambini: «Non appena l’evacuazione dei civili è stata completata, il nemico ha iniziato a usare ogni tipo di armi. La notte è stata agitata».
LA TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: LO SCONTRO RUSSIA-OCCIDENTE
È una terza guerra mondiale quella che potrebbe scattare dopo il conflitto sanguinoso in corso in Ucraina: ci sono purtroppo tutti i prodromi – scontro diplomatico, sanzioni, minacce, accuse di crimini di guerra e quant’altro – e pure le motivazioni. In mezzo la vita di miliardi di persone che da due mesi ormai guarda alla guerra tra Russia e Ucraina con l’apprensione di non sapere/capire cosa potrà riservarci il futuro prossimo: gli appelli alla pace e alla tregua immediata di Papa Francesco e pochi altri per il momento rimane un monito, anche se dalla Russia va detto negli ultimi giorni viene più volte evidenziato come una “guerra nucleare” non possa assolutamente essere l’esito del conflitto ucraino, anche perché in quel caso «non ci sarebbero vincitori» (tv di stato russa, programma della scorsa settimana).
Lo scontro tra Occidente e Russia è però ai massimi storici, forse anche peggio della Guerra Fredda: ieri sera in esclusiva mondiale Rete 4 con “Zona Bianca” ha intervistato il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov il quale ha narrato la propaganda russa sulla guerra per quasi un’ora. Ucraini responsabili delle fake news su Bucha, nazisti a Kiev e quant’altro: sulle notizie invece più politiche, l’inviato di Putin ha spiegato che i tempi della guerra «non dipendono dal 9 maggio», giorno della parata in memoria della fine della Seconda Guerra Mondiale. Il Ministro ha poi escluso l’ipotesi di una guerra mondiale nucleare, spiegando però anche «Siamo stati costretti a dotarci di armi ipersoniche, perché sapevamo benissimo che il sistema di difesa missilistica statunitense sarebbe stato diretto non contro la Corea del Nord e l’Iran, ma contro la Federazione russa e successivamente contro la Cina».
GUERRA UCRAINA, EVACUAZIONE RIPRESA A MARIUPOL
Putin vuole “dezanificare” l’Ucraina anche se allo stesso tempo non chiede – almeno a parole – il “regime change” del Governo di Kiev: il problema è però che dalla guerra sul campo si aggiunge ormai da settimane anche quella su economia, armi e sanzioni. Stamane il presidente della Duma (la camera bassa del Parlamento russo), Vyacheslav Volodin, ha nuovamente lanciato un durissimo attacco all’Occidente: «I leader degli Stati europei guidati dalla Germania – scrive lo stretto alleato di Putin – possono trascinare i loro popoli in enormi problemi. Essi diventano parte del conflitto fornendo armamenti all’Ucraina. Tutti i capi di Stato che hanno deciso di fornire armi si sono sporcati e devono essere portati davanti alla giustizia come criminali di guerra».
Entrati nel 68esimo giorno della “terza guerra mondiale in potenza”, i riflettori sul campo sono ancora puntati sul Donbass e su Mariupol dove ieri è cominciata una seria evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal e non solo: per ora regge l’accordo Russia-Onu stilato la scorsa settimana al Cremlino, ma i raid e le bombe non sono certo finite qualche chilometro più in là. Lo Stato Maggiore della Difesa ucraino ha affermato che le forze di Kiev «hanno respinto 10 attacchi russi nelle regioni di Donetsk e Lugansk nelle ultime 24 ore». Sono invece 8 i civili morti ieri nei bombardamenti all’interno delle regioni di Kharkiv e Donetsk; di contro, colpi di mitragliera e raid sono stati lanciati dagli ucraini nella città russa di Belgorod. Non si vede la fine di questo incubo ad Est: ancora ieri Papa Francesco ha invocato lo stop per evitare la terza guerra mondiale a tutti gli effetti: finora è rimasto oltre che isolato anche profondamente inascoltato.