ALLARME AEREO IN UCRAINA. RUSSIA MINACCIA TERZA GUERRA MONDIALE NUCLEARE

È durato l’intera mattina l’allarme aereo su tutta l’Ucraina scattato quando due caccia russi sono decollati dalla base di Machulishchy, in Bielorussia: in un clima drammaticamente ogni giorno sempre più estremo verso una terza guerra mondiale su ampia scala, il conflitto tra Ucraina e Russia ha visto nelle ultime ore il pericolo di nuovi raid mirati su tutte le principali città ucraine come avvenuto anche la scorsa settimana. Tutto è nato dall’azione di due caccia russi MiG-31K capaci di lanciare i missili ipersonici Kinzhal, decollati questa mattina dalla base di Machulishchy: secondo quanto però riportato dal Guardian dopo mezzogiorno, «L’allarme aereo che era scattato in Ucraina questa mattina e’ cessato». Si tratterebbe solamente di esercitazioni congiunte tenute da Russia e Bielorussia al confine con il territorio ucraino.



Il clima è però sempre quello di una potenziale terza guerra mondiale all’orizzonte e non stupisce che ogni singola azione militare possa essere interpretata come una possibile escalation su larga scala. Dopo il mercenario ceceno Kadyrov ora anche l’ex presidente russo Dmitry Medvedev torna ad evocare il rischio di una guerra nucleare mondiale: «Domani, alla base Nato di Ramstein, i grandi leader militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all’Ucraina», denuncia su Telegram il “falco” del Cremlino, aggiungendo «Tutti vogliono che la Russia perda. E a nessuno di loro viene mai in mente di trarre da ciò la seguente conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare». Secondo Medvedev la terza guerra mondiale nucleare sarebbe inevitabile se l’Ucraina dovesse prevalere: «Le potenze nucleari – ha aggiunto sui social – non hanno mai perso grandi conflitti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per chiunque. Anche a un politico occidentale che ha conservato almeno qualche traccia di intelligenza».



TERZA GUERRA MONDIALE, ZELENSKY VS PUTIN, LA RISPOSTA DEL CREMLINO. IL NODO ARMI

Il livello di scontro a distanza tra Occidente e Russia era però già stato esacerbato questa mattina con lo scambio durissimo sull’asse Kiev-Mosca tra i due principali leader in campo in quella sempre più simile ad un prodromo di terza guerra mondiale. Nel suo intervento in videocollegamento col Forum di Davos, il Presidente Volodymyr Zelensky avvisa l’Occidente sulla «certezza» di una terza guerra mondiale qualora le forze alleate all’Ucraina non riuscissero ad inviare armi o aiuti più ingenti contro Mosca. «Non capisco bene con chi parlare e di cosa. Non sono sicuro che il presidente della Russia sia proprio lui. Non capisco bene se sia vivo e chi prenda le decisioni. Non capisco come si possa promettere una cosa ai leader europei e il giorno dopo lanciare un’invasione su vasta scala di un Paese. Non capisco bene con chi abbiamo a che fare. Quando diciamo ‘colloqui di pace’, non capisco bene con chi dovremmo farli», attacca il Presidente ucraino.



Non si fa attendere la replica piccata del Cremlino con il portavoce di Putin, Dmitri Peskov: «E’ chiaro che Zelensky preferirebbe che né Putin, né la Russia esistessero. E’ chiaro che sia la Russia sia Putin rappresentano un grosso problema per l’Ucraina di oggi e per Zelensky. Ed è chiaro che dal punto di vista puramente psicologico, Zelensky preferirebbe che né la Russia né Putin esistessero, ma prima se ne rende conto, prima l’Ucraina si rende conto che la Russia e Putin esistono ed esisteranno, e che prima o poi dovranno rinunciare a tutto ciò che è russo, meglio sarà per un paese come l’Ucraina». Sempre il portavoce del Cremlino fa sapere che le forniture di nuovi armamenti all’Ucraina da parte dell’Occidente «possono portare il conflitto ad un nuovo livello». L’affonda arriva alla vigilia del nuovo raduno delle forze Nato a Ramstein, dopo che l’Ucraina ancora oggi chiede ai suoi alleati di rafforzare le forniture di armi: «Ci rivolgiamo a tutti gli Stati partner che hanno già fornito o stanno pianificando di fornire aiuti militari, invitandoli ad aumentare considerevolmente il loro contributo», scrivono in una dichiarazione congiunta i ministri della Difesa e degli Esteri, Oleksiy Reznikov e Dmytro Kuleba. Sono stati sollecitati circa 12 Paesi, tra cui la Turchia – che si propone come mediatore nel conflitto – ma anche la Germania – che secondo gli ucraini è «lenta nel rispondere alle nostre richieste – a fornire i carri armati Leopard, uno dei bisogni più urgenti e pressanti dell’esercito».