TERZA GUERRA MONDIALE A KIEV? INTANTO TORNANO LE BOMBE (E SI ALLONTANANO I NEGOZIATI)

È un continuo saliscendi la complicata e drammatica situazione di guerra in Ucraina: mentre alcuni nodi tra le diplomazie riescono anche a sciogliersi per un rinnovato “dialogo” a distanza tra Occidente e la Russia di Putin, i fatti sul campo richiamano costantemente il rischio di una terza guerra mondiale all’orizzonte. Nel 296esimo giorni di conflitto dall’inizio dell’invasione russa, Mosca ha lanciato bombe e missili sulla capitale Kiev nella parte della riva sinistra del fiume Dnipro, all’interno del quartiere Desnyan: «Tutti i servizi stanno arrivando sul posto», spiega il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko, mentre il governatore dell’Oblast di Kiev Oleksiy Kuleba ha affermato che la Russia sta «attaccando in maniera massiccia l’Ucraina».



Senza luce e senza acqua, oltre alle macerie: questa la situazione attuale su Kiev, come denuncia ancora il sindaco ex pugile, «A causa dei danni all’infrastruttura energetica, ci sono interruzioni nell’erogazione dell’acqua in tutte le zone della capitale». Esplosioni a Zaporizhzhia e pure a Kharkiv, oltre che nella capitale: è questa la durissima repressione russa dopo gli attacchi subiti dalla controffensiva ucraina negli scorsi giorni, su territorio russo. Mosca intende poi “punire” i tentativi di rifornimento con armi americane dell’Occidente al Governo Zelensky. Al netto di tutto ciò, e pure dopo le invettive dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev (che ha affermato come tra gli obiettivi militari del suo Paese ci sono anche «le forze armate degli alleati di Kiev che sono entrati in guerra») il Ministro della Difesa Crosetto sottolinea come spiragli di negoziati possono comunque esserci: «E’ importante non lasciare sola l’Ucraina ma ha un’importanza anche superiore arrivare a un tavolo di pace, l’obiettivo principale è la fine della guerra. Ora serve una spinta in più per arrivare a un tavolo, ma ci sono condizioni per aprirlo».



ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE, MOSCA VS USA: “SONO PARTE DEL CONFLITTO”

La diplomazia internazionale da un lato, gli attacchi sul campo dall’altro: sembra non sia cambiato nulla dallo scorso 24 febbraio in Ucraina, eppure i venti di “terza guerra mondiale” continuano a spirare a corrente alternata. Dall’accusa lanciata oggi dalla Russia contro gli Stati Uniti per gli aiuti militari che presto arriveranno (nuovamente) In Ucraina, il livello dello scontro alle “stelle” sembra invece abbassarsi quando si ricompone la “frattura” diplomatica tra Mosca e il Vaticano, con il Papa da sempre convinto che il primo vero obiettivo deve essere il cessate il fuoco e poi il tavolo di negoziati. Due face di una medaglia che ancora purtroppo non vede come vicina la fine delle ostilità in Ucraina: Donbass, Kherson e centri strategici energetici restano gli obiettivi primari dei raid russi, di contro l’offensiva ucraina prova a recuperare territori alle porte di un inverno ormai già “pungente” ad Est.



«Washington, che è di fatto diventata parte del conflitto, non potrà sottrarsi al coinvolgimento nel terrore scatenato dal regime di Kiev contro la popolazione civile della Russia e sollevarsi dalla responsabilità per la morte e la distruzione causate dalle armi americane»: lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, ricordando come negli ultimi attacchi su città russe delle forze ucraine siano stati condotti «con l’approvazione degli Stati Uniti, che sono direttamente coinvolti nella guida dell’artiglieria e dei sistemi missilistici». Sebbene le diplomazie di Russia e Usa abbiano ricominciato a parlarsi nelle ultime settimane per provare a neutralizzare il rischio di una terza guerra mondiale nucleare, a Mosca non è affatto piaciuta la recente visita a Kherson di Martin Griffiths, vicesegretario generale Onu per gli Affari umanitari: «La visita di Griffiths a Kherson e alla regione russa, dove i cittadini hanno votato durante un referendum per l’adesione alla Federazione Russa e sono stati accettati, è intenzionalmente provocatoria ed è, quindi, inammissibile. Il segretario generale dell’Onu dovrebbe porre fine a tali iniziative dei membri del suo dipartimento umanitario».

LE SCUSE DEL VATICANO ALLA RUSSIA: SI RIAPRE SPIRAGLIO DI PACE SULLA TERZA GUERRA MONDIALE?

Proprio a Kherson stamane i russi hanno attaccato colpendo a 100 metri dall’edificio dell’Amministrazione statale regionale e provocando 2 morti: di contro, il Governo Zelensky e il comando militare ucraino fa sapere che un’altra base aerea russa a Kursk, nell’ovest del Paese, è stata colpita ieri sera da un drone. Se però sul “campo” il terrore per una terza guerra mondiale non si placa – anche perché si aggiunge ai “focolai” attualmente più caldi a livello internazionale, come Iran, Cina e Balcani – un piccolo spiraglio diplomatico si riapre nei rapporti tra Santa Sede e Cremlino. Dopo l’intervista di Papa Francesco alla rivista dei guaisti Usa, non erano affatto piaciute le parole del Santo Padre sui militari russi e ceceni coinvolti nel conflitto.

La Russia però ha ricevuto nelle scorse ore una dichiarazione ufficiale dal Vaticano in cui «si scusa per le dichiarazioni di Papa Francesco contro ceceni e buriati»; tale incidente, sostiene ancora la portavoce Zakharova, risulta ora del tutto chiuso. «La capacità di ammettere i propri errori sta diventando sempre meno comune nella moderna comunicazione internazionale. Questa situazione mostra che dietro gli appelli al dialogo del Vaticano c’è la capacità di condurre questo dialogo e di ascoltare gli interlocutori. Riteniamo che questo incidente sia stato risolto e non vediamo l’ora di continuare un’interazione costruttiva con il Vaticano», ha aggiunto la portavoce del Ministero degli Esteri russo.

Collegato con il Consiglio Europeo riunitosi oggi e domani per discutere i temi di energia, migranti, guerra Ucraina e Qatargate, il Presidente Zelensky lancia ulteriori appelli all’Occidente: «l’Ucraina ha davvero bisogno del pacchetto di aiuti da 18 miliardi per il 2023, fate presto. I prossimi sei mesi saranno decisivi sotto molti aspetti in questa aggressione che ha lanciato la Russia. Un’aggressione contro l’Ucraina e contro ognuno di voi, perché l’obiettivo finale della Russia e’ molto oltre il nostro confine e la sovranità ucraina. I prossimi sei mesi richiederanno da parte nostra sforzi ancora maggiori rispetto a questo passato»