ALLARME USA IN UCRAINA: “RUSSIA PRONTA A INVASIONE”
«L’amministrazione Biden ha informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che secondo informazioni di intelligence la Russia sta preparando una invasione su larga scala del suo Paese nel giro delle prossime 48 ore»: lo riferiscono fonti della Casa Bianca a CNN e Newsweek dopo che i “venti di guerra” a livello mondiale rimbalzano dall’Ucraina con escalation sempre più preoccupanti.
Fonti dell’intelligence Usa riportano all’Ucraina la notizia che quasi il 100% delle forze militari per invasione sono state spostate dalla Russia verso i confini del Donbass, di cui però l’80% sarebbe già ora pronte ad agire. Sia l’Ue domani riunita in Consiglio Europeo che gli Usa si dicono pronte a varare nuove sanzioni contro il Cremlino se l’avanzata delle truppe russe verso il Donbass e i confini ucraini non verrà fermata nel giro di pochi giorni. «Le forze di Mosca intorno all’Ucraina e alla Bielorussia sono al massimo della prontezza operativa per l’invasione», riporta la medesima fonte citata dalla CNN. In serata c’è stato un nuovo colloquio telefonico tra l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, e il segretario di Stato Usa Anthony Blinken: «Abbiamo parlato dell’aggressione e delle azioni illegali della Russia contro l’Ucraina. Siamo preparati a rispondere a potenziali nuovi passi con sanzioni ancora più severe», fa sapere il diplomatico europeo, «Usa e Ue sono unite più che mai».
ZELENSKY: “UCRAINA VUOLE ADERIRE A UE E NATO”
«E’ arrivato il momento di reagire, di reagire con forza. Il destino dell’Europa si decide sul campo in Ucraina», ha spiegato il Presidente Zelensky confermando la piena ambizione di Kiev di «aderire a Unione Europea e Nato». La risposta a tono del leader ucraino al “niet” giunto dal Cremlino risuona come una minaccia “bellicosa” contribuendo ad accentuare il clima da “terza guerra mondiale”.
«La Russia ha strumentalizzato l’energia nei mesi e negli anni scorsi e noi siamo davvero determinati a non essere più dipendenti dal gas russo», ha invece spiegato da Bruxelles la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, annunciando per il prossimo giovedì 24 febbraio la convocazione straordinaria del Consiglio Europeo sulla crisi nel Donbass (presenti tutti i principali leader europei). Lavrov di contro da Mosca minaccia una risposta «forte e dolorosa» alle sanzioni disposte da Ue e Usa. A quel punto la vicepresidente della Commissione Vestagher è “costretta” ad intervenire spiegando come per il momento «Non ci sono dubbi che Nord Stream 2 non sia un progetto di interesse europeo. In Europa abbiamo le condutture necessarie che hanno il loro percorso e soddisfano le nostre esigenze. È una conduttura attiva, non c’è gas. E’ stato interrotto un processo di approvazione, ma non ci possono essere effetti sul prezzo del gas. Bruxelles deve confrontarsi con le autorità tedesche per vedere se il processo ripartirà, ma sosteniamo le autorità tedesche che hanno detto che, alle circostanze attuali, il processo di approvazione è sospeso». Tornando nei nostri confini per un attimo, è tornato a parlare il Presidente del Consiglio questo pomeriggio: «Il dialogo porti il messaggio di fratellanza in Europa», ha spiegato da Firenze il Premier Mario Draghi. Poco prima nella sua informativa alla Camera, il Ministro Di Maio aveva sottolineato come «Non possono esserci nuovi incontri bilaterali con i russi finché non ci sarà un allentamento della tensione»; è arrivata a tono la risposta tutt’altro che positiva dall’omologo russo, Sergey Lavrov, «L’Italia ha una strana idea di diplomazia» (fonte Agenzia Nova).
APPROVATO STATO DI EMERGENZA IN UCRAINA
Il Consiglio di sicurezza dell’Ucraina ha chiesto e ottenuto lo stato di emergenza nel Paese, con l’eccezione delle regioni separatiste nel Donbass: secondo quanto spiegato dal segretario del Dipartimento della sicurezza Oleksiy Danilov, citato dalle agenzie russe Tass e Ria Novosti, «se necessario potrebbe essere introdotto anche il coprifuoco».
In attesa del passaggio formale finale presso la Rada (il Parlamento di Kiev), la stessa Aula dei parlamentari ucraini ha dato via libera alla legge per il possesso di armi ai cittadini civili. La norma permetterebbe di acquistare armi ed esercitare il diritto alla protezione, previsto dall’articolo 27 della Costituzione ucraina. La situazione di potenziale “guerra mondiale” si fa sempre più complessa, con i difficili negoziati tra Nato e Russia confermati dallo stesso Putin in un videomessaggio stamane: «Continueremo – ha assicurato il leader del Cremlino – a sviluppare sistemi d’arma promettenti, compresi quelli ipersonici e basati su nuovi principi fisici, e ad espandere l’uso di tecnologie digitali avanzate ed elementi di intelligenza artificiale». Nella sua informativa in Parlamento, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha spiegato che se non vi saranno novità significative sulla crisi del Donbass potrebbero essere approvate anche nuove sanzioni più dure contro la Russia: «La via del dialogo resta essenziale, dobbiamo evitare una guerra nel cuore dell’Europa». Di contro, aggiunge il responsabile della Farnesina, «L’Italia respinge il tentativo russo di stabilire sfere di influenza in Europa e ribadisce il principio della porta aperta della NATO». È ancora Di Maio a sostenere che vi sia comunque un rischio concreto di un’operazione militare a Mosca: «In conferenza stampa Putin ha affermato di riconoscere le pretese di Donetsk e Lugansk sul territorio di tutto il Donbass – ha concluso in Aula -, ben oltre la componente russofona presente nella regione e quindi includendo zone attualmente sotto il controllo delle forze armate ucraine, chiedendo per giunta il riconoscimento dell’annessione illegale della Crimea. Questo duplice sviluppo rischia di aprire la strada a un’operazione militare su larga scala della Russia in Ucraina». Con un post sui social, l’uomo ucraino forse più famoso al mondo – l’ex campione del Milan Andriy Shevchenko – lancia un messaggio di pace per la sua terra: «Sono sempre stato orgoglioso della mia gente e del mio Paese – scrive Sheva -. Abbiamo attraversato molti momenti difficili e negli ultimi trent’anni ci siamo formati come nazione. Una nazione di cittadini sinceri, laboriosi e amanti della libertà. Questa è la nostra risorsa più importante. Oggi è un momento difficile per tutti noi. Ma dobbiamo unirci. Insieme vinceremo».
CRISI UCRAINA: RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE?
«La nostra sicurezza non è negoziabile»: così il Presidente russo Vladimir Putin due giorni dopo l’annuncio del riconoscimento delle Repubbliche separatiste del Donbass replica, a distanza, alle dure sanzioni che da Usa, Ue e Uk hanno colpito Mosca nelle ultime 24 ore.
Il clima da terza guerra mondiale è sempre più fitto nelle cancellerie internazionali e il pacchetto di sanzioni lanciato sulla Russia non fa che confermarlo: Putin dal canto suo, se da un lato afferma la necessità di «difendersi dalla espansione della Nato in Ucraina» – per la quale ha già inviato le prime truppe nel Donbass, con il conseguente crescendo della guerriglia civile mai terminata dal 2014 fino ad oggi – dall’altro lascia comunque aperta la porta ad uno spiraglio di negoziazione. «Il nostro Paese è sempre pronto al dialogo diretto e onesto, per la ricerca di soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi», ha spiegato il Presidente russo in un video messaggio trasmesso in occasione del ‘Giorno dei difensori della Patria’. L’Ucraina con il Presidente Zelensky teme comunque il peggio e ha esortato ancora stamattina tutti i connazionali ancora residenti in Russia di fuggire subito dal Paese: non solo, prosegue la campagna di richiamo dei riservisti militari, dai 18 ai 60 anni.
L’ASSE RUSSIA-CINA PREOCCUPA
Per la Nato, che si attende una guerra su larga scala, «è il momento più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni»: ieri nel discorso alla nazione era stato anche il Presidente Usa Joe Biden a parlare di possibili attacchi imminenti contro l’Ucraina da parte di Mosca, «compresa la capitale Kiev». La “conferma” dell’intelligence arriva anche dagli alleati del Regno Unito: stamane la Ministra degli Esteri Liz Truss ha spiegato che un assalto alla capitale ucraina Kiev da parte della Russia è una «possibilità molto reale. Sono molto molto preoccupata per un’imminente invasione dell’Ucraina». Papa Francesco ha invocato stamane per il prossimo 2 marzo una giornata mondiale di digiuno per la pace in Ucraina: i venti di guerra si fanno pesanti e le diplomazie, specie quelle europee-occidentali, non sembrano in grado di attivare una de-escalation su larga scala con il Cremlino. Sullo sfondo poi resta il vero problema che alla lunga potrà far permanere strascichi devastanti negli equilibri geo-politici mondiali: la “spinta” della Russia sempre più in braccio alla Cina rappresenta il vero timore per l’Occidente. Mercoledì mattina Pechino ha fatto sapere di condividere affatto le sanzioni americane lanciate contro la Russia: «non è questo il modo di affrontare i problemi», fa sapere la diplomazia cinese. Dall’Italia a “rispondere” a distanza è il senatore Matteo Renzi, leader di Iv ed ex Premier: «Va condannata la Russia per aver riconosciuto le repubbliche separatiste, immagino che seguiranno delle sanzioni. Il punto politico drammatico è che c’è un tema di nuovo ordine geopolitico mondiale che ha bisogno di una ridefinizione e l’Europa unita e gli Stati Uniti devono fare un lavoro difficili. La speranza è che il dialogo prenda il posto dei carri armati. Ma credo che l’Ucraina sia un pezzo di una strategia più grande. Un possibile asse russo cinese è il tema vero delicato dei prossimi anni».