ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: GUERRIGLIA A BAKHMUT, CAOS SULLE ARMI ITALO-FRANCESI

Si fa ancora più violento lo scontro tra le forze di Ucraina e Russia a Bakhmut, nel Donetsk: l’allarme di una terza guerra mondiale ormai in atto si “rinfocola” con la situazione incandescente degli ultimi giorni nell’area contesa tra filorussi ed esercito regolare ucraino. Giunta al 320esimo giorni di conflitto, la guerra in Ucraina vede stamane l’annuncio dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk in merito alla conquista di Bakhmut: Kiev non è d’accordo e con il Presidente Volodymyr Zelensky solo qualche ora si affermava «Bakhmut resiste, nonostante tutto». È però però, come racconta il comandante del battaglione Libertà della Guardia nazionale ucraina Yevgeny Oropai, che nella notte sono stati lanciati diversi assalti dalla fanteria russa a ridosso della città orientale del Donetsk.



«I russi stanno cercando di attaccare in maniera massiccia», denuncia Oropai, con il capo consigliere del presidente ucraino Zelensky – Mykhailo Podolyak – che si appella alla comunità internazionale per l’intervento orientato a far finire la terza guerra mondiale. «Non abbiamo tempo, l’Ucraina ha bisogno di quelle armi subito», spiega il diplomatico riferendosi al sistema missilistica terra-aria di Italia e Francia, il “Samp-T” su cui Parigi e Roma stanno discutendo in queste settimane. «Non ascoltate la propaganda russa: le armi non servono a ‘prolungare il conflitto’, ci servono per difesa e contrattacco proprio per far finire la guerra nel modo giusto: la Russia deve perdere, solo questo garantirà il mondo e l’Europa e riporterà il diritto internazionale nelle relazioni tra gli Stati. Quelle armi servono proprio per restringere il conflitto, per localizzarlo solo nei territori ucraini occupati; sono il modo per ridimensionarlo e raffreddarlo impedendo che si estenda», conclude Podolyak. Le problematiche restano però per i Governi Meloni e Macron in quanto quel sistema di difesa permette in primis alle rispettive nazioni di rendersi alquanto impenetrabili da potenziali attacchi esterni: la scelta dunque di “prestarli” all’Ucraina non è da poco, specie in epoca dove il termine “terza guerra mondiale” è tutt’altro che fuoriluogo.



NUOVO APPELLO DI PAPA FRANCESCO CONTRO LA TERZA GUERRA MONDIALE

«Oggi è in corso la terza guerra mondiale di un mondo globalizzato, dove i conflitti interessano direttamente solo alcune aree del pianeta, ma nella sostanza coinvolgono tutti»: è il nuovo appello lanciato da Papa Francesco stamane nel discorso ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, in occasione degli auguri per il nuovo anno. Dopo la richiesta di una tregua di Natale ignorata da Mosca e Kiev, Papa Francesco torna a trattare il tema della guerra insistendo sull’aspetto più importante di tutti: «L’esempio più vicino e recente è proprio la guerra in Ucraina, con il suo strascico di morte e distruzione; con gli attacchi alle infrastrutture civili che portano le persone a perdere la vita non solo a causa degli ordigni e delle violenze, ma anche di fame e di freddo».



Citando la Costituzione conciliare “Gaudium et Spes”, il Pontefice ribadisce che ogni singolo atto di guerra «che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione». Insistendo sul terrore di una terza guerra mondiale a “pezzi” come quella che stiamo vivendo in questa epoca, Papa Francesco conclude il suo appello offrendo un panorama che va anche oltre la martoriata Ucraina: «la terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo ci porta a considerare altri teatri di tensioni e conflitti. Anche quest’anno, con tanto dolore, dobbiamo guardare alla Siria come a una terra martoriata. La rinascita di quel Paese deve passare attraverso le necessarie riforme, anche costituzionali, nel tentativo di dare speranza al popolo siriano, afflitto da una povertà sempre crescente, evitando che le sanzioni internazionali imposte abbiano riflessi sulla vita quotidiana di una popolazione che ha già sofferto tanto». Citate poi dal Papa anche le situazioni di conflitto in Congo, Palestina, Burkina Faso, Mali, Nigeria, Sudan, Myanmar.