RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: TRUPPE CINA IN RUSSIA E…

Bombe su Kharkiv e il Donetsk, l’invio di truppe dalla Cina verso la Russia e l’allarme sulla centrale ucraina di Zaporizhzhia: il rischio di una terza guerra mondiale, come ormai sanno gli affezionati del nostro focus ininterrotto dall’inizio della guerra in Ucraina (il 24 febbraio scorso, ndr), è purtroppo dietro l’angolo. Allo scenario ucraino ora si aggiungono stabilmente le tensioni su Taiwan, dove Cina e Stati Uniti vertono sempre più verso una crisi diplomatica, politica e commerciale di difficile reversibilità, almeno nel medio periodo. La minaccia di invasione di Taiwan resta all’orizzonte, mentre l’invasione dell’Ucraina è purtroppo realtà quotidiana ormai da 176 giorni a questa parte: nella notte si segnalano nuovi bombardamenti russi sulla città di Kharkiv, con almeno 11 morti e 33 feriti. Ad aggiungere tensione, contribuendo allo scenario di una autentica terza guerra mondiale, nelle prossime ore le truppe cinesi si sposteranno verso la Russia per un «ciclo di esercitazioni congiunte» con Mosca, India, Bielorussia e Tagikistan. Come spiega il Ministero della difesa di Pechino, la presenza «non è correlata all’attuale situazione internazionale e regionale», bensì ha l’obiettivo «di approfondire la cooperazione pratica e amichevole con gli eserciti dei Paesi partecipanti, migliorare il livello di collaborazione strategica tra le parti e rafforzare la capacità di risposta a varie minacce alla sicurezza».



È chiaro però che un coinvolgimento militare da vicino della Cina sul fronte russo mette più di un campanello d’allarme per l’Occidente e la Nato. A tenere banco nel frattempo il caso Zaporizhzhia dove ancora Mosca e Kiev si accusano a vicenda sugli attacchi a ridosso della centrale nucleare: «L’Ucraina deve prepararsi a tutti gli scenari nella centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dai russi», fa sapere il ministro dell’Interno di Kiev, Denys Montastyrsky, aggiungendo «Nessuno avrebbe potuto prevedere che le truppe russe avrebbero aperto il fuoco sui reattori nucleari con i carri armati. E’ incredibile». In risposta, ministero della Difesa russo smentisce ogni accusa e rilancia contro l’Ucraina: «sta attaccando la centrale da settimane» e per questo motivo annuncia che, se gli attacchi proseguiranno, «dovremo chiudere la centrale di Zaporizhzhia». Per provare a disinnescare il rischio di una terza guerra mondiale e provare invece a ridurre lo scontro sul campo in vista di uno sperato negoziato di pace, si riuniscono oggi a Leopoli il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: il vertice proverà ad affrontare il dramma della guerra, il caso energetico e commerciale ma anche i rischi di un conflitto nucleare se verranno intaccati i reattori della centrale di Zaporizhzhia.



TAIWAN DOPO L’UCRAINA: LA TERZA GUERRA MONDIALE DELLA DIPLOMAZIA

Come ribadito da Turchia e ONU, l’obiettivo dell’incontro di questo pomeriggio è quello di «trovare soluzioni diplomatiche al conflitto tra Mosca e Kiev», evitando lo sfociare di una incalcolabile terza guerra mondiale. Al tavolo anche la «discussione sul funzionamento dei corridoi nel Mar Nero per l’esportazione di cereali dai porti ucraini»; da ultimo, per l’appunto, affrontare il tema della centrale nucleare provando a capire chi effettivamente stia lanciando razzi e raid a ridosso dello stabilimento più grande d’Europa. Secondo i media turchi, Erdogan proporrà a Zelensky di incontrare Putin per porre sul tavolo l’inizio dei negoziati di pace e soprattutto un primitivo “cessate il fuoco”.



Come dicevamo, l’allerta per una guerra mondiale allargata dall’Ucraina sfocia fino a Taiwan, con la Cina qui diretta protagonista (e sostenuto geopoliticamente dall’alleato russo): le esercitazioni per una possibile invasione dell’Isola vengono tenute in stretta osservanza a Pechino, con l’Occidente che prosegue nell’opera di protezione di Taipei anche sul fronte commerciale. Gli Stati Uniti e Taiwan hanno formalmente avviato le trattative per un’iniziativa commerciale bilaterale, il che ha fatto scattare le ire della Cina che la vedono come un’ulteriore provocazione. «Ci opponiamo con forza ai colloqui commerciali Usa-Taiwan: adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare con decisione sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo», fa sapere la portavoce del ministero del Commercio Shu Jueting.