USA “CHIAMA” LA CINA PER FERMARE LA TERZA GUERRA MONDIALE

«Non vogliamo un’escalation in Ucraina»: il messaggio lanciato dal Segretario di Stato Usa Antony Blinken è netto e intende raffreddare gli animi circa la possibilità concreta di una terza guerra mondiale all’orizzonte. Mentre sul campo si assiste ad una calma apparente, definita da Kiev come una «pausa missilistica per preparare futuri attacchi» (Vadim Skibizki, responsabile servizi d’intelligence militare ucraini), il tema della diplomazia mondiale resta dirimente.



«Non cerchiamo conflitto con la Cina, al contrario, vogliamo evitarlo: non vogliamo una nuova guerra fredda, non stiamo cercando di separare le nostre economie: dobbiamo decidere con la Cina quando siamo concorrenti e quando invece la Cina può essere un alleato, come nella lotta al cambiamento climatico, o per portare la pace in Ucraina parlando con Vladimir Putin», ha spiegato ancora Blinken al termine della due giorni di vertice Nato a Bucarest in Romania. Ad alzare nuovamente i toni nelle scorse ore era stato da Mosca l’ex presidente russo Dmitry Medvedev che proprio contestando i piani dell’Alleanza Atlantica attaccava a muso duro, «La Nato deve pentirsi davanti all’umanità ed essere sciolta come organizzazione criminale».



ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE: DURO SCAMBIO NATO-MEDVEDEV SUI MISSILI PATRIOT

Durante la riunione Nato oggi a Bucarest, il segretario generale Jens Stoltenberg ha annunciato la valutazione dell’invio di sistemi di difesa Patriot, come anche di personale Nato per l’utilizzo, in Ucraina: la tensione internazionale sale immediatamente, con i “venti” di terza guerra mondiale che vengono subito alzati dalla Russia con le parole di Dmitri Medvedev, sempre più calato nel ruolo del “poliziotto cattivo” del Cremlino. «La Nato sta valutando il trasferimento del sistema di difesa area Patriot all’Ucraina», parte tutto da questa dichiarazione fatta dal n.1 della Nato nella conferenza stampa in Romania, spiegando che sono ovviamente in corso valutazioni e discussioni in merito all’interno della stessa Alleanza Atlantica.



A stretto giro arriva la replica velenosa dell’ex Presidente russo: «Se, come ha lasciato intendere Soltenberg, la Nato rifornirà i fanatici di Kiev con i sistemi di difesa aerea Patriot, così come con personale dell’Alleanza, saranno immediatamente considerati come obiettivi legittimi delle nostre forze armate. Spero che il messaggio sia chiaro per gli impotenti della Nato». Il timore di uno scontro su ampia scala resta dirimente, tanto che Stoltenberg spiega meglio la valutazione dell’invio di Patriot in Ucraina, «E’ in corso ora una discussione su nuovi sistemi d’arma come i Patriot ma è importante essere sicuri che i sistemi già forniti funzionino e siano efficaci, quindi che siano fornite manutenzione, munizioni e pezzi di ricambio».

UCRAINA TORNA AL BUIO: IL TIMORE DI UNA TERZA GUERRA MONDIALE COSTANTE

Dopo 278 giorni di guerra il problema più grave oggi in Ucraina, paradossalmente, non sono i combattimenti sul campo (tra Donetsk e Zaporizhzhia ancora molto accesi): il timore di una terza guerra mondiale su ampia scala deriva in sostanza dal tentativo della Russia di costringere al gelo e buio i “vicini” ucraini, in modo da flettere le ultime resistenze. «A partire da oggi a Kiev torneranno in vigore le interruzioni di corrente di emergenza allo scopo di garantire a ogni utente una fornitura di elettricità per almeno due o tre ore due volte al giorno», spiega la società energetica ucraina Dtek, «non appena riusciremo a riequilibrare la situazione, torneremo alla disconnessione secondo gli orari».

Da Zelensky al sindaco di Kiev Vitali Klitschko, l’appello all’Occidente si fa sempre più pressante: per evitare la terza guerra mondiale servono più armi e rifornimenti, e non i negoziati di pace (almeno per il momento) respingendo così l’opzione aperta nuovamente ieri dal Vaticano di Papa Francesco (tra l’altro contestato dal Cremlino per alcune considerazioni fatte nell’intervista ad “America Magazine”) sulla mediazione per evitare lo scontro globale nucleare. «Parlo con la gente ogni giorno, una persona mi ha chiesto: ‘perché mio figlio quest’anno sarà senza albero, senza Capodanno, senza l’atmosfera delle feste?’ Ora, gli eventi di massa sono proibiti in tempo di guerra. E non ci saranno in ogni caso. Ma nessuno cancellerà il Capodanno e il Natale. Non possiamo permettere a Putin di rubare il nostro Natale», ha detto il sindaco della capitale d’Ucraina all’agenzia di stampa Rbc, «Nonostante le opinioni diverse e di diverse parti ci siamo rivolti a un’azienda che ha accettato di usare i propri fondi per installare alberi di Natale in molti quartieri della capitale città. Meno luci, nessun evento di massa ma ci saranno gli alberi di Natale, non voglio toglierlo ai bambini».

PACE LONTANA, TERZA GUERRA MONDIALE VICINA? NATO “VICINI ALL’UCRAINA”

La pace insomma sembra sempre più lontana e il timore per un inverno che possa giocare ruolo umanitario-sociale fatale, vista la situazione energetica attuale in Ucraina, è sempre più alto. Non serve neanche più “parlare” di terza guerra mondiale, il concetto e il rischio sembrano ormai entrati stabilmente nelle coscienze di chiunque si occupi di politica internazionale in queste settimane: sul fronte del materiale bellico – costantemente richiesto da Kiev nei confronti dell’Occidente – dalla Nato arrivano informazioni importanti circa le riserve in capo alla Russia. «Mosca avrà scelte molto difficili da compiere nelle prossime settimane e mesi perché dovrà decidere se iniziare ad attingere alle riserve strategiche, non pensate per questo conflitto», fanno sapere fonti qualificate dell’Alleanza alle agenzie internazionali.

Se è vero che la Nato deve aumentare la produzione bellica per riempire i magazzini attuali – come spiegato negli scorsi giorni dal segretario generale Stoltenberg davanti al sempiterno rischio di una terza guerra mondiale- è altrettanto vero che ancora oggi può sostenere nuovi aiuti militari all’Ucraina; diversa la situazione di Mosca, secondo le medesime fonti, dove invece servirebbero più mesi per rifornimenti ingenti. Da qui la strategia di chiudere nella morsa del freddo e del buio l’Ucraina colpendo gli obiettivi energetici: «Gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all’Ucraina e continueranno a fornire un sostegno senza precedenti all’Ucraina. Aiuteremo Kiev a ricostruire le infrastrutture di gas ed energia e ovviamente continueranno anche a fornire sistemi di difesa aerea», promette il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza a Bucarest, in Romania. Secondo l’Ucraina un rischio però imminente di nuovi attacchi missilistici sarebbe alquanto probabile nelle prossime ore: «Il terrorismo è in corso. È evidente che i russi stanno preparando un nuovo attacco missilistico. Ma gli ucraini sono pronti a respingere un altro attacco aereo…indipendentemente dal numero di missili che i russi lanceranno», ha spiegato su Telegram il portavoce del Comando dell’aeronautica delle Forze Armate del Paese, Yurii Ihnat.