UCRAINA TRA GELO E BUIO: ACCUSE ALLA RUSSIA, RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE
«Con le temperature sotto zero, milioni di persone sono senza riscaldamento, luce, acqua. Questo è un chiaro crimine contro l’umanità»: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, convocato in urgenza per il rischio non solo di una terza guerra mondiale all’orizzonte (se non ci saranno negoziati di pace convincenti) ma per la situazione attualissima dei blackout e dell’inverno che incombe su un’Ucraina quasi completamente al buio (e al gelo). «Dobbiamo guidare il mondo fuori da questa strada senza uscita. Ci servono le vostre decisioni: chi istiga questa guerra blocca ogni tentativo del Consiglio di portare avanti il suo mandato», rivendica ancora il leader ucraino chiedendo interventi diretti e massivi dell’Occidente e della Nato.
L’intervento dell’ambasciatrice americana presso l’ONU, Linda Thomas-Greenfield, è netto e richiama la pericolosità di una escalation ulteriore in Ucraina nei prossimi mesi: «Vladimir Putin è determinato a ridurre le infrastrutture energetiche ucraine in macerie. Ha deciso che se non può prendere l’Ucraina con la forza, congelerà il paese», accusano gli USA facendo proprie anche le dichiarazioni di due giorni fa del cancelliere tedesco Olaf Scholz. 2,5 miliardi di aiuti dall’Europa, altri 400 milioni dagli Stati Uniti e potrebbero non finire qui le risorse da inviare a Kiev nelle prossime settimane: nel frattempo la guerra sul campo prosegue con altro massiccio attacco di missili russi verso le diverse regioni ucraine. Zaporizhzhia e Donetsk sono ormai le aree dove si deciderà lo scoppio o meno della “terza guerra mondiale”, con l’incognita inverno che tiene in ansia la comunità internazionale per capire quali ripercussioni si avranno nel conflitto attivo da 9 mesi.
CAOS TERZA GUERRA MONDIALE: NATO ALL’UCRAINA “MANCANO LE MUNIZIONI”
«Il sistema elettrico sta per collassare. Il ritmo della distruzione supera quello della costruzione, il vostro aiuto è vitale», è l’appello lanciato dal Governo Zelensky all’Occidente, non però l’unico in questa guerra che assomiglia sempre di più alla tanto vituperata “terza guerra mondiale”. Lo stallo anche sulla diplomazia è evidente (così come sui rifornimenti militari a Kiev e pure sul contrasto alla crisi energetica, con la proposta del price-cap europeo che al momento è stata bocciata da ben 15 Paesi) e così l’Ucraina prova a chiedere maggiori investimenti in aiuti militari, in particolare razzi: «Le mancanze più importanti riguardano il munizionamento per obici e semoventi», ha spiegato al Fatto Quotidiano Marco Di Liddo, responsabile del desk Russia per il Centro Studi Internazionale (Cesi), «Se il Generale Inverno non può più essere considerato un fattore determinante, se non per il fatto che Mosca sta distruggendo il sistema infrastrutturale civile ucraino riducendo la popolazione allo stremo, diversa è la questione del munizionamento pesante».
Quanto l’Ucraina però anche la Russia risulta a “corto” di munizioni pesanti e così lo stallo dei prossimi mesi potrebbe confermarsi non solo per le problematiche ambientali-climatiche: «non confondiamo il processo di pace col campo di battaglia. Entrambe le parti rimangono ferme su posizioni al momento inconciliabili. Finché non si arriverà a uno sfinimento militare e politico temo che non si fermeranno», avverte ancora Di Liddo. Il problema è che la stessa Nato ha fatto sapere agli alleati ucraini che il nodo munizioni non è risolvibile in tempi brevi: «l’Occidente non contemplava la guerra convenzionale e ora è tardi per riconvertire l’industria», conclude il consulente al “Fatto”. Anche per questo, oltre che per il motivo strettamente umanitario, il negoziati di pace deve essere la parola d’ordine nei prossimi mesi, onde evitare una terza guerra mondiale “di posizione” davvero di indecifrabili conseguenze.