UCRAINA: “RUSSIA VUOLE RIDURRE IL DONBASS A CENERE”

La guerra è praticamente concentrata nelle regioni del Donbass, con l’Ucraina che spinge l’Occidente a maggiori sostegni per evitare che l’aerea Est del Paese finisca completamente nelle mani dei russi. La “terza guerra mondiale” evocata da Kiev vede un possibile sviluppo nelle minacce lanciate ancora oggi dal Cremlino, dopo quelle riferite ieri da Putin contro gli Stati Uniti: «Nato si riforma? È un’alleanza globale alla ricerca del dominio militare in tutto il mondo», attacca il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov.



Lo stesso diplomatico di Putin aggiunge poi come l’alleanza Atlantica «sta pianificando di trasformare questa ‘unione difensiva’ in un’alleanza globale che cerca il dominio militare nel mondo. E’ un percorso pericoloso, fallirà». Mentre dagli Stati Uniti la CNN rilancia ancora stamane di una possibilità concreta che l’amministrazione Biden invii nei prossimi giorni armi sempre più potenti all’Ucraina, è il Presidente Zelensky a evidenziare i rischi immediati se non si interviene a livello militare come Nato: «la Russia sta commettendo un genocidio nel Donbass», attacca il leader di Kiev nel suo video quotidiano su Telegram, poi aggiunge «Le forze russe vogliono ridurre in cenere il Donbass. L’attuale offensiva degli occupanti nel Donbass può rendere la regione disabitata. Vogliono ridurre in cenere Popasna, Bakhmut, Lyman, Lysychansk e Severodonetsk. Come Volnovakha, come Mariupol».



PUTIN MINACCIA GLI USA, UCRAINA “SI DEVE SOLO COMBATTERE”

I “venti” di terza guerra mondiale si alzano anche oggi sul “teatro” dell’Ucraina: prima la minaccia lanciata dal Presidente russo Vladimir Putin contro i nemici degli Stati Uniti, poi la conferma di Kiev dei negoziati di pace sospesi e fermi con l’unico vero obiettivo attuale che resta la battaglia nel Donbass per ricacciare indietro gli invasori.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalle ultime notizie in arrivo da Mosca: «Nessun poliziotto globale sarà in grado di fermare i Paesi che vogliono perseguire una politica indipendente», ha spiegato Putin, riferendosi agli Stati Uniti, intervenendo dal forum economico dei Paesi ex URSS. «La Russia sta diventando un po’ più forte grazie alle sanzioni. Rubare i beni di qualcuno non ha mai portato a nulla di buono, soprattutto a chi lo fa», ha poi aggiunto il leader del Cremlino, rispondendo a tono alle dichiarazioni dei leader occidentali dal Forum di Davos in questi giorni. Tanto Zelensky, quanto gli altri protagonisti del World Economic Forum, hanno sottolineato l’impossibilità attuale di condurre negoziati di pace con chi rifiuta una tregua nei territori invasi. «No cessione di territori in cambio della pace», ha intimato il Presidente ucraino, sostenuto dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz che sentenzia,«Putin non potrà dettare le condizioni della pace». In un altro video messaggio diffuso in giornata, il Presidente Zelensky ha ribadito che ad oggi «Non c’è alternativa per l’Ucraina oltre a combattere gli invasori russi e vincere la guerra. Non abbiamo altra alternativa che liberare la nostra terra e il nostro popolo. Perché gli occupanti vogliono tutto ciò che abbiamo. Compreso il diritto alla vita degli ucraini». Da segnalare infine la bocciatura in pieno giunta dalla Russia sul piano di pace italiano: «I politici seri che vogliono ottenere risultati e non sono impegnati nell’autopromozione di fronte al loro elettorato, non possono proporre questo genere di cose», ha dichiarato il ministro degli Esteri Lavrov a Russia Today. Sul campo di battaglia da segnalare purtroppo un nuovo bombardamento su Kharkiv, con almeno 4 morti come primo bilancio: «La Russia è in vantaggio in Lugansk, ma noi stiamo facendo tutto il possibile», ha ammesso il generale ucraino Oleksiy Gromov.



GUERRA UCRAINA, ATTACCATE 40 CITTÀ NEL DONBASS

Crimea, parte del Donbass e “denazificazione”: gli obiettivi della Russia fissati per la guerra in Ucraina vedono al momento il secondo punto il “perno” su cui potrà evolversi forse definitivamente il conflitto russo-ucraino: se verso dei negoziati di pace o se, terribilmente, verso una terza guerra mondiale.

L’offensiva lanciata ormai da qualche settimana nel Donbass vede al momento circa 40 città attaccate da raid, bombardamenti e forze di terra: «I nemici hanno sparato contro più di 40 città nelle regioni di Donetsk e Lugansk, distruggendo o danneggiando 47 siti civili, tra cui 38 case e una scuola. A causa di questi bombardamenti cinque civili sono morti e 12 sono stati feriti», scrive su Facebook lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina. Secondo il leader della repubblica popolare del Donetsk, riconosciuta dalla Russia, «le unità di riserva delle milizie sono entrate nelle regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia e Kharkiv per proteggere il Donbass». Dalla Crimea invece il vice primo ministro del Governo locale Georgy Muradov fa sapere a Ria Novosti come dopo la caduta di Mariupol, «Il Mar d’Azov è perduto per sempre per l’Ucraina. I porti delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson non saranno mai più ucraini. Sono sicuro che, dopo la riunificazione delle nostre regioni con la Russia, il Mar d’Azov tornerà ad essere, come prima, esclusivamente un mare interno della Federazione russa».

NATO VUOLE EVITARE LA TERZA GUERRA MONDIALE: NO ARMI PESANTI A KIEV

Ma la guerra nel Donbass potrebbe essere solo un prodromo a quanto ancora di terribile possa avvenire successivamente: ne sono convinti in Ucraina, tanto che a più riprese parlano di «terza guerra mondiale alle porte» e con il sindaco di Kiev Vitali Klitschko denunciano il fatto che «la guerra russa non si fermerà all’Ucraina».

Intervenuto al Forum di Davos, l’ex pugile riprende quanto sottolineato negli scorsi giorni anche dal Presidente Zelensky: «Non stiamo difendendo solo l’Ucraina, ma tutti voi perché abbiamo gli stessi valori. Questa è la più grande guerra in Europa dal secondo conflitto mondiale e dobbiamo fermarla». Armi, sanzioni e grano rappresentano al momento i tre “nodi” più urgenti da comprendere nei vari sviluppi della guerra mondiale che viene prospettata da Kiev: se però sul punto 2 e 3 l’Ucraina contesta l’azione finora «insufficiente» dell’Occidente, è sul primo punto che la critica di Kiev contro le forze occidentali si fa ancora più feroce. Ieri il Ministro degli Esteri Kuleba da Davos ha detto esplicitamente «la Nato non sta facendo nulla». Oggi il quotidiano tedesco “Die Zeit” ha lanciato uno scoop che sembrerebbe confermare i timori di Kiev evidenziati a Davos e negli ultimi meeting del G7 (dove Zelensky ha partecipato come ospite, ndr): «I Paesi membri della Nato avrebbero concordato in modo informale di non fornire alcuni tipi di armi all’Ucraina, come i carri armanti e i caccia, nel timore che Mosca possa vedere questi aiuti militari come una dichiarazione di guerra e adottare misure di rappresaglia», riporta la Dpa citando fonti Nato preso il quotidiano tedesco.