L’Ucraina teme l’invasione della Bielorussia. Potrebbe attaccare oggi alle 21 ora locale, quando in Italia saranno le ore 20. A lanciare l’allarme è il Centro ucraino per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni. Dai dati preliminari è emerso che le truppe bielorusse potrebbero essere coinvolte nell’invasione. Per Kiev sarebbe la risposta di Minsk ad un presunto raid aereo partito dall’Ucraina che però sarebbe stato pianificato dalla Russia. Il ministero della Difesa bielorusso però ha smentito l’attacco con un comunicato ufficiale.



Intanto la sottosegretaria generale dell’Onu Rosemary DiCarlo durante una riunione del Consiglio di sicurezza ha lanciato accuse pesanti alla Russia. Ha spiegato, infatti, che l’Onu ha ricevuto “rapporti credibili” secondo cui le forze russe starebbero usando bombe a grappolo in Ucraina, anche nelle aree popolate del Paese. Invece l’inviato ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, ha dichiarato: “Per la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale le persone uccise in Ucraina vengono seppellite in fosse comuni“. (agg. di Silvana Palazzo)



SINDACO MELITOPOL RAPITO, MARIUPOL CIRCONDATA DA RUSSI

Via con un sacchetto in testa: così sarebbe stato rapito il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov. Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina riferiscono che era nel centro della città mentre distribuiva aiuti umanitari alla popolazione quando è stato raggiunto da un gruppo di dieci russi che gli hanno messo un sacchetto di plastica in testa e lo hanno rapito. La notizia è stata confermata dal consigliere del ministro degli Interni Anton Gerashchenko, il quale ha spiegato che è stato “trattenuto nel centro di crisi della città, dove si stava occupando di sostenere i cittadini“. Brutte notizie arrivano anche da Mariupol. Secondo il ministero della Difesa russo la città portuale è stata ormai circondata. “La città è bloccata, tutti i ponti e gli accessi sono stati distrutti“, ha dichiarato, secondo quanto riportato dalla Tass. Invece il ministro della Difesa ucraina ha avvertito riguardo il rischio che la Russia spari dall’Ucraina contro il territorio della Bielorussia per provare a coinvolgere Minsk nella guerra. Secondo alcune fonti, tali bombardamenti sarebbero già cominciati. Le forze ucraine parlano di provocazione, assicurando che non è stata pianificata alcuna aggressione contro la Bielorussia. (agg. di Silvana Palazzo)



PUTIN: “NEGOZIATI PIÙ POSITIVI”. SCATTA L’ALLARME VIRUS PATOGENI

«Sui negoziati in corso tra Ucraina e Russia ci sono alcuni sviluppi positivi, come mi hanno riferito i nostri negoziatori»: lo ha dichiarato il Presidente della Russia Vladimir Putin durante l’incontro a Mosca con l’omologo bielorusso Alexander Lukashenko. L’indirizzo per un possibile incontro con Zelensky nei prossimi giorni prosegue, con gli sherpa al lavoro per permettere il tavolo magari dopo un nuovo colliquo tra i due Ministri degli Esteri, ancora in Turchia.

«Devono incontrarsi per ottenere risultati», ha detto Peskov nel punto stampa da Mosca durante l’incontro tra Putin e Lukashenko: nel frattempo in una Kiev sempre più assediata e a rischio di attacchi aerei da un momento all’altro, il Presidente Zelensky in un nuovo video su Telegram spiega «Abbiamo già raggiunto una svolta strategica. Siamo già sulla strada per la vittoria». Nella precedente intervista alla CNN lo stesso leader ucraino aveva raccontato come razzi, bombe, artiglieria e ora mercenari siriani vengono utilizzati dal Cremlino nell’invasione all’Ucraina. Nel briefing ad Antalya con il segretario Nato, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è detto fortemente preoccupato «che le bombe cadano sul lato Ovest dell’Ucraina, vicinissimo ai confini dell’Unione Europea». Continuano infatti i bombardamenti sul fronte Ovest e ma anche intensificati nell’area prossima al Donbass, con ancora Mariupol sotto pressione e con scorte ormai esaurite da ore. Emerge poi assieme al problema economico, politico, militare, sociale ed energetico anche un nuovo quadro di allarme nella “terza guerra mondiale” potenziale in Ucraina: l’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti raccomandato vivamente al ministero della Salute dell’Ucraina di distruggere «agenti patogeni ad elevata minaccia che potrebbero essere conservati all’interno dei laboratori di salute pubblica del Paese al fine di prevenire eventuali fuoriuscite».

BOMBARDAMENTI SU OVEST UCRAINA: LA GUERRA MONDIALE

Se anche la Cina arriva a temere molto per l’evolversi della guerra in Ucraina significa che davvero il livello di tensione attuale rischia di poter sfociare in una imprevedibile e da scongiurare “terza guerra mondiale”. Da Pechino fa sapere il Premier Li Keqiang, «la Cina segue una politica diplomatica pacifica indipendente. È importante sostenere Ucraina e Russia perché superino le differenze. Lavoreremo con la comunità internazionale per evitare l’ulteriore escalation e che la situazione vada del tutto fuori controllo. Sosteniamo una normale cooperazione con tutte le parti sulla base del rispetto reciproco e di relazioni vantaggiose per tutti».

Mentre si attendono evoluzioni diplomatiche significative – da segnalare in Russia il tentativo di “influenza” che l’ex Cancelliere Schroeder sta tentando con Putin, mentre da Versailles l’Europa riordina le idee per tentare un piano di investimento comune sulla crisi in Ucraina – i bombardamenti proseguono sul campo nel sedicesimo giorno di guerra Russia-Ucraina. Non sono state siglate tregue o cessate il fuoco momentanee per oggi, dunque la situazione die corridoi umanitari sembra sempre più compromessa: mentre proseguono gli estenuanti assedi a Mariupol, Kharkiv e Odessa (dal mare), la situazione più preoccupante viene definita in queste ore nelle città di Kiev, Dnipro e Lutsk. Attorno alla capitale le ultime notizie danno una sorta di “accerchiamento” dei vari carri armati giunti negli scorsi giorni, come se fossero in attesa di un “via libera” che potrebbe trasformare la già cruenta e mortale guerra in corso in un’autentica catastrofe umanitaria e geopolitica. Il conflitto però si estende anche ad ovest dove sono cominciati i primi bombardamenti a Lusk, città nel Nord-Ovest dell’Ucraina e vicina al confine con la Polonia. Cannonate e missili vengono segnalati da ANSA anche a Ivano-Frankivsk, un centinaio di chilometri a sud di Leopoli: in entrambi i casi, spiega il Cremlino, si tratta di «bombardamenti di lungo raggio ed alta precisione contro altrettanti piccoli aeroporti». Dal Ministero della Difesa inglese giungono novità non ben auguranti per le prossime settimane: «Resta altamente improbabile che la Russia abbia raggiunto con successo gli obiettivi delineati nel suo piano pre-invasione. Le forze di terra russe continuano a fare progressi limitati. Persistono problemi logistici che hanno ostacolato l’avanzata russa, così come la forte resistenza ucraina».

TERZA GUERRA MONDIALE, VERSO INCONTRO ZELENSKY-PUTIN?

Tutto (o quasi) potrebbe essere fermato se davvero l’evoluzione della diplomazia nei prossimi giorni potrebbe aumentare fino al tavolo agognato tra Putin e Zelensky: ieri c’è stato un primo sostanziale “ok” dai Ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi, Lavrov e Kuleba, nel vertice in Turchia. È stato poi lo stesso Presidente ucraino ad affermare di voler incontrare il leader del Cremlino per porre fine alla guerra in Ucraina e alla potenziale terza guerra mondiale successiva: dal Cremlino stamane la risposta è tendenzialmente positiva, «non è esclusa la possibilità di un incontro Putin-Zelensky», fa sapere il portavoce del Presidente, Dmitri Peskov. Certo, la volontà di incontrarsi non impedisce lo scambia di accuse sempre più gravi tra le due cancellerie: da Kiev Zelensky rilancia stamattina, «Mariupol e Volnovakha sono completamente bloccate. Anche se abbiamo fatto tutto il possibile per far funzionare i corridoi umanitari, da parte russa non c’è stato il cessate il fuoco». Non solo, vicino Mariupol – conclude il Presidente – «carri armati russi hanno aperto deliberatamente il fuoco sul corridoio umanitario, che è un corridoio di vita». Rispetto all’invito di Mosca di un possibile incontro tra i presidenti, Zelensky spiega alla CNN facendo riferimento al vertice da Erdogan di ieri, «E’ positivo si siano incontrati, ma purtroppo possiamo dire che non è il ministro degli Esteri russo a prendere la decisione finale. Viene presa da una sola persona l’ultima decisione sullo stop alla guerra, su un cessate il fuoco, sul ritiro delle truppe». Nell’ultimo briefing con la stampa venerdì mattina il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha ribadito però che al momento la Nato «non vuole la guerra aperta con la Russia».