RUSSIA: “ANCORA 500 CIVILI NELL’ACCIAIERIA”

«È iniziata l’evacuazione dei civili dall’impianto Azovstal, a Mariupol. Il primo gruppo di circa 100 persone si sta già dirigendo verso l’area controllata. Domani li incontreremo a Zaporizhzhia. Grato al nostro team! Ora, insieme alle Nazioni Unite, stiamo lavorando all’evacuazione di altri civili dall’impianto», lo ha detto il Presidente Volodymyr Zelensky nel suo ultimo messaggio su Twitter.



Mentre a livello europeo si apre la settimana forse decisiva per la spinta sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, e mentre il Ministro Lavrov torna a considerare la Nato come vera responsabile del rischio di terza guerra mondiale all’orizzonte, la situazione sul campo di battaglia vede forse un lume di speranza per l’evacuazione di civili innocenti ancora asserragliati nell’acciaieria di Mariupol. Le altre zone della città sul Mar d’Azov hanno visto il rinvio dell’evacuazione a domani, in quanto per ragioni di sicurezza non sarebbe stato possibile un pieno controllo dell’area interessata. La Russia intanto, tramite il Ministero della Difesa, fa sapere ai media moscoviti che potrebbero ancora esserci 500 persone all’interno di Azovstal. «Con l’evacuazione di civili dall’acciaieria di Azovstal a Mariupol sono stati consegnati ai rappresentanti dell’Onu e della Croce rossa», fa sapere Mosca confermando l’intento di dirigersi, per questi civili, verso i territori «ancora controllati da Kiev».



GUERRA UCRAINA, ONU: “EVACUAZIONE DA MARIUPOL”

«L’operazione di evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal, a Mariupol, continua anche oggi», ha fatto sapere in questo pomeriggio del 1 maggio 2022 il portavoce Onu a Ginevra Jens Laerke. Dopo l’accordo raggiunto a fatica tra Putin e Guterres nella visita della scorsa settimana, «Le Nazioni Unite confermano che è in corso l’evacuazione presso il complesso siderurgico di Azovstal, in coordinamento con la Croce Rossa e le parti in conflitto».

Poco prima era stato il comune stesso di Mariupol – la città forse “simbolo” della potenziale terza guerra mondiale in atto tra Ucraina e Russia – ad annunciare l’evacuazione nei pressi dell’acciaieria e del centro commerciale Port City. Dall’Europa, una risposta sul sostegno all’Ucraina arriva dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz che pure era stato il più incerto nell’accordare l’invio di armi pesanti al fronte: «Continueremo a sostenere Kiev con denaro, aiuti umanitari, con consegne di armi, come stanno facendo molti altri Paesi in Europa, ora è necessario. Rispetto il pacifismo, rispetto tutti gli atteggiamenti, ma deve sembrare cinico che a un cittadino ucraino venga detto di difendersi disarmato dall’aggressione di Putin». Chi ancora non si rassegna al pericolo di “terza guerra mondiale” nell’est Europa è Papa Francesco che durante l’Angelus del 1 maggio da Piazza San Pietro esclama «piango e soffro pensando alla popolazione ucraina e a Mariupol, barbaramente bombardata e distrutta: rinnovo la richiesta che siano predisposti corridoi umanitari sicuri per le persone intrappolate nell’acciaieria di quella città».



GUERRA UCRAINA: BOMBE SU ODESSA, KIEV CHIUDE I PORTI

Entrati oggi con l’inizio di maggio nel 67esimo giorno di guerra, la situazione diplomatica in Ucraina – e più in particolare tra l’Occidente e la Russia – è ai minimi storici dalla fine della Guerra Fredda: il pericolo concreto di terza guerra mondiale viene evocato ogni giorno che passa. Vedendo i rapporti ormai ridotti al nulla tra Est e Ovest del mondo – e con le bombe sul campo che continuano ad essere sganciate dai russi, nelle ultime ore su Odessa in maniera concentrata e sul buona parte del Donbass – il timore serio di un conflitto internazionale è presente.

Secondo i media Uk, Putin sarebbe pronto ad annunciare la “guerra totale” all’Ucraina il prossimo 9 maggio, con la Russia che non smentisce né conferma (come ovvio che sia) ma ribatte accusando l’Occidente di star ostacolando i negoziati con l’Ucraina. Fronte Nato, si registra stamane la visita a sorpresa della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Kiev per incontrare il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Compiamo questa visita per ringraziarla per la vostra battaglia per la libertà. La vostra battaglia è per tutti. Il nostro impegno è essere qui fino alla fine della battaglia», ha detto Pelosi arrivando in Ucraina. Da Zelensky il commento sui social nel postare il video dell’incontro è di continuo ringraziamento all’opera degli Usa nel sostegno alla guerra contro la Russia: «Ho incontrato la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Kiev. Gli Usa sono un leader nel forte sostegno alla lotta contro l’aggressione russa. Grazie per l’aiuto a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale del nostro stato». Dopo i recenti raid su Odessa, il Governo ucraino ha deciso chiudere tutti i porti delle città occupate o assediate: «Berdiansk, Mariupol, Kherson e Skadovsk hanno i porti chiusi fino al ripristino del controllo su queste città». Lo dice Ukrinform citando una dichiarazione pubblicata sul sito web del Consiglio dei ministri ucraino.

LA TERZA GUERRA MONDIALE RUSSIA VS NATO: CAOS IN SVEZIA

Negoziati praticamente fermi da più di un mese, bombe su Mariupol, il Donbass e ora anche Odessa, e continue minacce-accuse tra Occidente e Russia: la terza guerra mondiale per molti analisi internazionale potrebbe davvero essere alle porte e nessuno al momento sembra in grado di permettere una tregua, o almeno un riavvicinamento negoziale, tra Mosca e Kiev.

Secondo Zelensky, nell’ultimo video messaggio su Telegram, la guerra deve essere sostenuta da tutto l’Occidente per liberare l’Ucraina definitivamente dall’invasione russa: «L’Ucraina sarà libera, e Kherson, Melitopol, Berdyansk, Dniprorudne e su tutte le altre città e comunità temporaneamente occupate. C’è ancora molto lavoro da fare. Gli occupanti sono ancora sulla nostra terra e ancora non riconoscono l’apparente fallimento della loro cosiddetta operazione. Dobbiamo ancora combattere e dirigere tutti gli sforzi per cacciare gli occupanti. E lo faremo». Di contro, segnali tutt’altro che distensivi arrivano anche dal Cremlino: ieri sulla tv di Stato russa diversi servizi hanno contemplato l’ipotesi di lanci di missili contro l’Europa e le sue principali capitali: «Ci vogliono 106 secondi per colpire Berlino, 200 secondi per colpire Parigi e 202 per Londra». Va detto che sempre nel programma andato in onda su Russia 1 diversi analisi sottolineavano come una potenziale e inquietante guerra nucleare sarebbe da evitare ad ogni costo, in quanto «non ci sarebbero vincitori. Non ci sarebbero sopravvissuti». Nuovo segnale pessimo dei rapporto tra Russia e Occidente è infine arrivato dallo Svezia dove lo spazio aereo locale è stato nuovamente violato da caccia russi: «È del tutto inaccettabile violare lo spazio aereo svedese», ha spiegato il Ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist. Il Paese che nelle prossime settimane potrebbe definitivamente chiedere di entrare nella Nato ha denunciato l’ingresso nel proprio spazio aereo del volo russo AN-30 lo scorso venerdì: «Naturalmente, ci opporremo diplomaticamente a questo. L’azione è poco professionale e, data la situazione generale della sicurezza, estremamente inappropriata. La sovranità svedese dovrebbe essere sempre rispettata», conclude il Ministro.