MOGLIE BIDEN IN UCRAINA, È ANCORA GUERRA A MARIUPOL

Mentre il marito ripeteva ancora questa mattina quanto fosse fondamentale una visita del Presidente Usa Joe Biden in Ucraina nelle prossime settimane per segnare definitivamente il sostegno dell’Occidente a Kiev contro la Russia di Putin, ecco che la first lady ucraina accoglieva la visita (a sorpresa) di Jill Biden, la moglie del n.1 alla Casa Bianca.



Un simbolo importante della vicinanza tra i due Paesi, specie in un momento in cui gli scenari da terza guerra mondiale si fanno più cupi all’orizzonte dell’Europa: «Sentiamo il vostro sostegno e la leadership del presidente Usa, il vostro amore e sostegno durante questo giorno cosi’ importante e simbolico per noi», ha detto Olena Zelenska accogliendo la moglie di Joe Biden per le strade di Uzhhorod, cittadina ucraina al confine con la Slovacchia. Se le ultime notizie sul fronte economico vedono ancora una volta slittare le sanzioni Ue alla Russia (per la prossima settimana, manca ancora l’accordo sull’embargo al petrolio russo), dal campo di battaglia la situazione è tutt’altro che florida: «Continueremo a combattere finchè saremo in vita per respingere gli occupanti russi, chiediamo alla comunità internazionale di aiutare a evacuare i soldati feriti perché non abbiamo molto tempo, affrontiamo intensi bombardamenti», è l’appello lanciato in conferenza stampa dal Battaglione Azov ancora asserragliato all’interno della acciaieria di Mariupol. Nello spiegare la situazione attuale, il vice comandante del battaglione Azov all’acciaieria Azovstal di Mariupol, Svyatoslav Kalina Palamar, ha poi aggiunto: «Ora l’impianto è sotto pesanti bombardamenti, in una sola notte abbiamo contato più di 25 sortite, di cui tre bombardieri strategici». Secondo la brigata ucraina, all’interno della Azovstal vi sono ancora «molti civili e molti militari feriti sul territorio dell’impianto. Decine di migliaia di cittadini sono morti come conseguenza dell’aggressione delle truppe russe. […] Ora i nostri politici stanno provando a negoziare con quegli animali. Ma non ricordano cosa hanno fatto? Non possiamo parlare con questa gente. Il nostro obiettivo è eliminare la minaccia». La resa alla Russia, conclude il battaglione Azov, «non è accettabile»; dal Cremlino invece la replica di Putin è alquanto belligerante, «dovremo sconfiggere questa feccia nazista».



GUERRA IN UCRAINA, ANCORA RAID SUL DONBASS (E NON SOLO)

Sono giorni, settimane, ormai anche mesi di interminabile tensione in Ucraina con la guerra avanzata dalla Russia che non si placa e con la parola “pace” che sembra sempre più un concetto lontano e forse irraggiungibile, stante le attuali condizioni. La “terza guerra mondiale” evocata di continuo da Papa Francesco non sembra trovare un freno: le bombe sul campo, lo scontro economico-energetico e il conflitto diplomatico, da ultimo con la Nato che in sostanza allontana l’ipotesi dei negoziati litigando con la Russia (e pure con Zelensky, ndr) sul destino della Crimea.



La situazione insomma è estremamente complicata, specie perché ancora oggi in larga parte dell’Ucraina bombe e missili dal cielo continuano a “piovere”: per uno scenario in lieve miglioramento – ieri l’annuncio di Kiev sull’evacuazione riuscita di tutti i civili dall’acciaieria Azovstal di Mariupol – ce ne sono molti altri in peggioramento continuo. Nella giornata di ieri una scuola a Pryvillia, distretto di Sievierodonetsk della regione di Lugansk, ha subito un ingente raid russo che ha provocato la morte, tra gli altri, di 4 giovanissimi tra gli 8 e i 12 anni. La scuola si trovava nel villaggio di Bilohorivka ed era usata da settimane ormai come rifugio per i civili che avevano avuto distrutto la casa nei dintorni di Pryvillia. Al momento del bombardamento, all’interno della struttura v’erano almeno 90 persone: molte sono ferite, diverse le vittime e locali completamente distrutti. «Tutte le 60 persone rimaste sotto le macerie degli edifici sono molto probabilmente morte», ha spiegato il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergii Gaidai, su Ukrinform.

LA TERZA GUERRA MONDIALE: NATO, G7 E…

«Stiamo preparando la seconda fase della missione di evacuazione: i feriti e i medici. Se tutti rispettano gli accordi. Se non ci sono bugie. E stiamo lavorando per evacuare i nostri militari. Tutti gli eroi a difesa di Mariupol», ha spiegato questa mattina il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendosi a soldati, medici e feriti ancora presenti all’interno dell’acciaieria Azovstal.

Simbolo della “terza guerra mondiale” in Est Europa, Mariupol ha visto completarsi l’evacuazione dei civili organizzata da Onu e Croce Rossa, ma resta comunque assai complicata la piena liberazione dei soldati del battaglione Azov ancora presenti nell’acciaieria. «Sembra come se mi fossi ritrovato in un reality show infernale, dove noi siamo i militari, combattiamo per le nostre vite, tentiamo ogni possibilità per salvarci, e il mondo intero sta solo a guardare una storia interessante. L’unica differenza è che questo non è un film e non siamo personaggi di fantasia», scrive su Facebook Serhiy Volyna, comandante della 36/ma brigata dei marines dell’esercito ucraino in Azovstal. Il tempo stringe e l’Occidente viene invitato a più riprese ad intervenire direttamente per porre in salvo i soldati rimasti. La situazione diplomatica è però tutt’altro che serena anche al di fuori dell’Ucraina: dopo l’intervento del segretario generale Nato Jens Stoltenberg, che si è opposto all’apertura fatta venerdì da Zelensky sulla possibile annessione della Crimea alla Russia («I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Ci siamo sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale», ha detto Stoltenberg al “Welt”), Mosca non ha gradito l’incursione della Nato sugli affari ucraini, specie dopo l’apertura del Presidente di Kiev. È in corso stamane la riunione in video collegamento con i leader del G7: parteciperà lo stesso Zelensky che informerà sull’andamento della situazione attuale, il tutto nel giorno in cui l’Europa intera celebra la liberazione dell’Europa dalle forze naziste per la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sono passati 77 anni ma l’emergenza mondiale è tornata, purtroppo, a ricordare quei terribili “fantasmi” del passato.