UCRAINA: “DIPENDIAMO DA OCCIDENTE PER LA GUERRA”
«Severodonetsk, Lysychansk e altre città del Donbass, che gli occupanti considerano ora gli obiettivi primari, sono ancora in piedi»: lo ha detto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso apparso sui social, non prima che il suo vice capo dell’intelligence militare lanciasse un nuovo appello-monito all’Occidente per il timore di una “terza guerra mondiale” allargata qualora non arrivassero più armi e sostegni dall’estero.
Secondo Vadym Skibitsky, nel Donbass l’Ucraina «sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall’Occidente per tenere a bada la Russia»: intervistato dal “Guardian”, il vice degli 007 di Kiev ammette «Questa è ormai una guerra di artiglieria – ha spiegato parlando al “Guardian” -. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l’Occidente ci dà». Nuovi attacchi sono scattati nelle ultime ore oltre a buona parte del Donbass anche nella regione di Kharkiv, città dell’Ucraina orientale: «cinque civili sono stati uccisi e 14 sono rimasti feriti durante i bombardamenti russi», sentenzia il capo dell’amministrazione militare regionale Oleh Syniehubov. «Le forze ucraine al momento mantengono le loro posizioni nelle direzioni nord e nord-est», conclude il vertice militare. È di ieri la forte critica nata nell’intelligence Usa per la gestione delle mosse militari in Donbass dell’esercito ucraino: addirittura, riportano fonti autorevoli del NYT, Kiev non starebbe comunicando sempre elementi “veritieri” nelle varie manovre militari per le battaglie nel Donetsk e Lugansk rendendo ancora più difficile per la Difesa Usa un intervento in soccorso delle forze ucraine.
BOMBE SU IMPIANTI UCRAINA: “A SEVERODONETSK SI GIOCA IL DESTINO DELLA GUERRA”
Nelle ultime 12 ore per ben due volte le notizie che giungevano dal Donbass, in particolare modo da Severodonetsk, hanno fatto tornare alla mente i giorni tremendi dell’assedio russo alla centrale di Mariupol: la “terza guerra mondiale”, come denuncia di continuo l’Ucraina per definire il conflitto in corso da ormai 106 giorni, entra ancora di più nel “vivo” con il doppio bombardamento avvenuto sull’impianto chimico Azot a Severodonetsk.
All’interno della struttura, proprio come la Azovstal di Mariupol, vi erano rifugiati almeno 800 civili, 200 dipendenti e 600 residenti: secondo il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai, riportato da Ukrinform, è stata colpita dai raid russi le due officine per la produzione di ammoniaca. «Con armi a lungo raggio occidentali l’Ucraina potrebbe ripulire (dalle truppe russe) Severodonetsk in due o tre giorni», è l’affondo fatto sempre da Gaidai, spiegando che al momento l’esercito della Federazione assalta con forza la zona industriale ed è impossibile evacuare la popolazione. Prima di intervenire stamane al vertice ministeriale dell’OCSE – presieduto dal Premier Mario Draghi – il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello all’Occidente: «Severodonetsk resta l’epicentro dello scontro nel Donbass, dove viene deciso il destino della regione», e diremmo anche di tutta l’Ucraina. Zelensky ha poi aggiunto nel suo consueto discorso sui social, «Difendiamo le nostre posizioni e infliggiamo perdite significative al nemico. Questa è una battaglia molto feroce, molto difficile. Probabilmente una delle più difficili di questa guerra. Sono grato a tutti coloro che ci difendono in questa direzione».
LA TERZA GUERRA MONDIALE E LA CRISI GRANO: ZELENSKY “MILIONI DI MORTI SE…”
Davanti alle bombe e combattimenti continui nel Donbass, davanti alla crisi mondiale del grano e con il rialzo critico dei costi per l’energia, la situazione da potenziale terza guerra mondiale cresce ogni giorno di più: da qui l’appello veemente fatto dal segretario ONU Antonio Guterres su Twitter per provare a sbloccare la situazione diplomatica.
«L’invasione russa dell’Ucraina deve finire. Ma finché ciò non accadrà, abbiamo bisogno di azioni immediate: 1. Dobbiamo portare stabilità ai mercati alimentari ed energetici globali. 2. Abbiamo bisogno di rendere immediatamente disponibili risorse per aiutare i Paesi e le comunità più povere», ha scritto il n.1 delle Nazioni Unite che già ieri aveva invocato un possibile riavvio dei negoziati di pace tra Mosca e Kiev. In un video discorso registrato per il “Time 100 Gala”, sempre Zelensky avverte non solo l’Ucraina ma tutto il mondo occidentale in contrasto con la Russia di Vladimir Putin: «Non possiamo esportare il nostro grano, il mais, l’olio vegetale e altri prodotti che hanno svolto un ruolo di stabilizzazione nel mercato globale. Questo significa che, purtroppo, decine di Paesi potrebbero trovarsi di fronte a una carenza fisica di cibo. Milioni di persone potrebbero morire di fame se il blocco del Mar Nero da parte della Russia dovesse continuare».