TERZA GUERRA MONDIALE, LA TELEFONATA DRAGHI-ZELENSKY

Con un messaggio su Twitter, mentre il conflitto sul campo procedere a sprazzi tra bombardamenti e tregue per i corridoi umanitari, il Presidente ucraino Zelensky annuncia di aver parlato telefonicamente con il Premier italiano Draghi: «Ho discusso con il Presidente del Consiglio Mario Draghi del modo per contrastare l’aggressione. L’ ho informato sui crimini della Russia contro i civili, sul terrorismo nucleare. E’ stata sollevata la questione del sostegno all’Ucraina e dell’esame della nostra domanda di adesione in Europa».



Poco dopo è la nota di Palazzo Chigi a confermare l’avvenuto vertice e il contenuto di quanto i due leader si sono scambiati al telefono: «è stata ribadita la profonda amicizia tra il popolo italiano e il popolo ucraino e la grande solidarietà dell’Italia nei confronti dell’Ucraina. Il Presidente Draghi ha condannato gli attacchi della Russia ai civili e alle infrastrutture nucleari, ha riaffermato la volontà italiana di fornire sostegno e assistenza all’Ucraina e alla sua popolazione e ha ribadito come l’Italia sostenga l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea. Il Presidente Zelensky ha ringraziato il Presidente Draghi per la sua vicinanza e per quella dell’Italia». È una giornata fitta di colloqui telefonici quella che accompagna altre immagini terribili in arrivo da Kharkiv, Kiev, Mariupol e nel centro dell’Ucraina: Putin e Bennett rimangono in contatto quotidiano, così come il Premier israeliano con gli omologhi di Francia e Germania. Nel frattempo da Bruxelles, il Presidente del Consiglio Ue Charles Michel non nasconde i timori per il proseguire del conflitto: «La chiusura dello spazio aereo dell’Ucraina nelle circostanze attuali sarebbe considerato come l’ingresso in guerra della Nato e quindi un rischio di una terza guerra mondiale», risponde a distanza all’accusa di Zelensky contro l’Occidente di starli «uccidendo lentamente non applicando la no-fly zone in Ucraina». Nel frattempo la Russia avverte tramite il Ministero della Difesa: «qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini sarà coinvolto nel conflitto. Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l’uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato». Da ultimo, la promessa-minaccia fatta da Putin a Macron durante la lunga telefonata di quest’oggi: «Putin ha ribadito le sue richieste, ovvero la denazificazione dell’Ucraina, la sua neutralizzazione, il riconoscimento dell’annessione della Crimea e dell’indipendenza del Donbass», riporta l’Eliseo; tali obiettivi, secondo Putin, «se non saranno raggiunti con il negoziato lo saranno con le operazioni militari».



PUTIN: “STOP GUERRA SE UCRAINA ACCETTA LE CONDIZIONI”

«Kiev esaudisca le richieste di Mosca, poi dialogo»: lo ha detto il Presidente russo Putin nel colloquio odierno con l’omologo francese Macron. Per poter fermare il rischio “terza guerra mondiale” a fortissimo rischio in Ucraina, spiega ancora il leader del Cremlino, «serve che Kiev esaudisca tutte le richieste russe».

La risposta di Putin arriva dopo le accuse lanciate da Mariupol per il secondo fallimento consecutivo dell’evacuazione di civili, certificato anche dalla Croce Rossa Internazionale: sebbene Macron sia riuscito a strappare al Presidente russo la promessa di non attaccare le centrali nucleari in Ucraina, la possibile pace negoziale appare ancora molto lontana. «Vi chiediamo ogni giorno una no fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre», è l’appello durissimo questa volta contro l’Occidente lanciato dal Presidente ucraino Zelensky. Lo stesso leader di Kiev si è detto poi, in un video messaggio alla nazione, disposto a negoziare direttamente con Putin: «Siamo favorevoli alla fine della guerra e ai colloqui di pace. E il Presidente dell’Ucraina è pronto per colloqui diretti con Putin. E non ha paura di parlare di qualsiasi punto all’ordine del giorno. Naturalmente, senza alcun ultimatum e con fermezza», ha detto il vice capo dell’Ufficio della presidenza, Andriy Sibiga, riportando il pensiero del Presidente Zelensky.



GUERRA UCRAINA: INTERROTTA SECONDA EVACUAZIONE A MARIUPOL

Non sembra esserci pace per i cittadini di Mariupol: dopo l’inizio del secondo ‘cessate il fuoco’ temporaneo per far evacuare i civili dalla città assediata dalle forze russe, Kiev annuncia l’interruzione della stessa per via di presunti spari dell’esercito del Cremlino sulle colonne di civili.

Lo ha annunciato il consigliere del ministero dell’Interno, Anton Gerashchcenko, specificando che «le evacuazioni pianificate lungo i corridoi umanitari designati sono state interrotte» a causa di alcuni «attacchi che sarebbero in corso. Non ci possono essere ‘corridoi veri’ perché solo il cervello malato dei russi decide quando iniziare a sparare e a chi». Mariupol di nuovo del baratro, così come Vinnytsia, nel centro dell’Ucraina, dove l’aeroporto è stato distrutto da razzi russi questa mattina. È stato direttamente Zelensky a comunicare l’esito dei bombardamenti in un clima sempre più davvero da “terza guerra mondiale”: «Missili sono stati lanciati sulla pacifica Vinnytsia, una città di 370mila abitanti, che non ha mai minacciato la Russia in alcun modo. E’ brutalmente cinico. Continuano a distruggere le nostre infrastrutture, le nostre vite, che sono state costruite da generazioni di ucraini». Nel frattempo proseguono a distanza i tentativi di trovare un compromesso per interrompere le ostilità: prima il colloquio tra Erdogan e Putin dove il Presidente turco ha invocato «è necessario garantire il cessate il fuoco, aprire i corridoi umanitari e firmare il trattato di pace». Di contro, il leader del Cremlino ha specchiato che la sospensione della guerra avverrà solo se saranno accettate le richieste della Russia: «Si richiama l’attenzione sull’inutilità di qualsiasi tentativo di trascinare il processo negoziale, che viene utilizzato dalle forze di sicurezza ucraine per raggruppare le proprie forze e mezzi. A questo proposito, è stato sottolineato che la sospensione dell’operazione speciale è possibile solo se Kiev cesserà le ostilità e accetterà le ben note richieste della Russia», spiega la nota del Cremlino. Dopo pranzo è invece andata in scena una telefonata di quasi due ore tra Putin e l’omologo francese Macron.

ALLARME ONU SU GUERRA: CATASTROFE MONDIALE, 1,5 MLN RIFUGIATI

«Sono più di 1,5 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina in 10 giorni»: a lanciare l’allarme è l’agenzia Onu, un esodo di profughi di dimensioni tali da riportare le lancette indietro alla fine della seconda guerra mondiale.

In un discorso diffuso sui social il Presidente ucraino Zelensky rilancia l’appello alle armi per difendere il proprio Paese: «siamo una una superpotenza dello spirito. L’Ucraina ha unito milioni di persone nel mondo, che sono diventate tutt’uno». Sempre il Presidente di Kiev spiega come ormai «Mosca si prepara a bombardare il porto ucraino di Odessa». Il Segretario di Stato Usa Blinken, in visita in Moldavia, fa sapere che gli Stati Uniti «lavorano attivamente per un accordo con la Polonia per l’invio di jet di guerra all’Ucraina». L’invasione della Russia, conclude il diplomatico di Biden, «è una violazione dell’integrità territoriale ucraina». C’è stato un nuovo colloquio tra il Premier israeliano Bennett e Zelensky, così come una “triangolazione” diplomatica è in corso tra Germania, Francia e Israele: il Cremlino invece fa sapere che in mattinata si è tenuto un nuovo colloquio telefonico tra i Presidenti di Russia e Turchia. «Il portavoce del presidente turco, Ibrahim Kalin, ha detto che Erdogan intende presentare all’interlocutore proposte per negoziare con Kiev», fa sapere l’agenzia Tass. Dall’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha rinnovato il suo appello alla pace immediata tra Russia e Ucraina: «Imploro che cessino attacchi armati e prevalga il negoziato e il buon senso. Si torni a rispettare il diritto internazionale». Nel ringraziare i giornalisti che per «garantire l’informazione mettono a rischio la propria vita», propone il Vaticano come possibile argine al conflitto, «La Santa sede é disposta a fare di tutto e mettersi in servizio per la Pace. La guerra é una pazzia. Fermatevi».

ASSEEDIO MARIUPOL, NUOVA TREGUA A GUERRA MONDIALE

Dopo il fallimento del cessate il fuoco avvenuto ieri, oggi la città di Mariupol (nel sud-est del Paese, l’ultima roccaforte dell’Ucraina sul Mar d’Azov) annuncia una nuova tregua dalla “terza guerra mondiale” in costante offensiva russa ormai da 11 giorni.

Il Consiglio comunale di Mariupol ha rivelato l’entrata in vigore del nuovo cessate il fuoco temporaneo in città dalle 10 alle ore 21 (9-20 ore italiane), con l’inizio dell’evacuazione dei civili in arrivo dalle ore 11 italiane con un percorso concordato tra forze russe e autorità ucraine. «In mattinata i corridoi umanitari saranno riaperti a Mariupol e a Volnovakha. Noi speriamo ancora che i comandi ucraini incaricati di difendere le regioni abitate ordinino ai loro subordinati di sbloccare le vie di fuga (…) affinché i civili possano lasciare queste aree popolate», ha detto alla Tass il vicecomandante della milizia filorussa dell’autoproclamata di Donetsk (Dpr), Eduard Basurin. Già ieri Putin con Lavrov hanno accusato il Governo nazionalista ucraino di non aver fatto presentare in civili fuori Mariupol per continuare la resistenza della città. In serata però il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, ha ammesso che al momento «non abbiamo altra scelta che lasciare la città»: in una nota ai cittadini ha poi spiegato, «Cari, cari residenti di Mariupol, da oggi comincia in città l’evacuazione dei civili. Questa non è una decisione facile, ma come ho sempre detto, Mariupol non è un insieme di strade e di case. Mariupol è i suoi abitanti. Siamo voi ed io». Stamane intanto il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha annunciato da Mosca che parte della città di Mariupol è al momento controllata dalle forze separatiste e filo-russe di Donetsk. La capitolazione, a questo punto, potrebbe essere vicina per Mariupol.

LA TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: I COLLOQUI CINA-ISRAELE-GERMANIA CON PUTIN

Nel frattempo continua a “fasi alterne” il cessate il fuoco nel resto dell’Ucraina in attesa del terzo round di negoziati atteso per la giornata di lunedì: in diverse città ucraine però il Presidente Zelensky fa sapere da Kiev che vi sarebbero state violazioni della tregua con le forze russe che sparano ancora sui civili e sull’esercito a protezione dei corridoi umanitari. Mosca smentisce e ricaccia le accuse verso Kiev: la città portuale di Odessa, sul Mar Nero, rimane sotto il controllo ucraino e per ora è stata risparmiata dai combattimenti. Si teme però un possibile assalto anfibio con navi da guerra russe pronte al largo delle coste del Mar Nero: in altre parti del Paese invece si fanno saltare ponti e strade per impedire il più possibile ai russi di avvicinarsi ai centri più strategici, da Kharkiv a Kiev ovviamente, dove i convogli del Cremlino sono dati ormai a pochi chilometri dalla Capitale. Dalla terza guerra mondiale potenziale sul campo a quella già iniziata a livello diplomatico: nelle ultime 24 ore si sono succedute importanti delegazioni a Mosca e Kiev con la presenza in prima fila di Israele, Germania e Cina. Dopo il colloquio telefonico tra Zelensky e il Presidente Usa Joe Biden – dove si è discusso nuovamente della possibilità finora sempre scartata dalla Nato di attuare una no-fly zone in Ucraina (con Putin che ha parlato espressamente di guerra nucleare imminente qualora ciò avvenisse) – è stata la volta della Cina di provare a far valere una “moral suasion” sul Cremlino attaccando però la Casa Bianca: «gli Usa non gettino benzina sul fuoco». A dirlo il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, al segretario di Stato americano, Antony Blinken: il capo della diplomazia di Pechino ha spiegato come Usa ed Europa «dovrebbero prestare attenzione all’impatto negativo sulla sicurezza della Russia dell’espansione della Nato a est», chiedendo poi negoziati per risolvere la crisi e trattative per creare un bilanciato meccanismo di sicurezza europeo. Ieri poi il Primo ministro israeliano Bennett è volato di “nascosto” a Mosca per incontrare Putin e subito dopo ha sentito anche Zelensky: sulla medesima scia, anche se via telefonica, la mossa del Cancelliere tedesco Scholz. «L’obiettivo comune resta quello di mettere fine alla guerra il prima possibile. Lavoreremo per questo», ha riferito il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit. Obiettivi principali i negoziati, la tregua perenne sui combattimenti e un possibile conclusione nel breve periodo della guerra: finora però, dalle dichiarazioni russe (Putin ancora ieri ha parlato di sanzioni che risuonano come «una dichiarazione di guerra») e di Kiev, tale ambizioso progetto sembra ancora molto di là da venire.