PUTIN TESTA MISSILE INTERCONTINENTALE: È TERZA GUERRA MONDIALE?

La Russia ha annunciato nel pomeriggio del 20 aprile di aver testato, con successo, un nuovo missile balistico intercontinentale di nome “Sarmat”: il timore di una terza guerra mondiale davanti ad esercitazioni del genere si fa ovviamente più urgente, specie vedendo le parole pronunciate dal Presidente Putin a corredo dell’operazione militare.



«Il nuovo missile darà garanzie di sicurezza a Mosca contro le attuali minacce e farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia»: alle parole del Cremlino, segue anche la spiegazione dell’esercito russo in merito alla particolare tecnologia in uso con questo nuovo missile intercontinentale, «è in grado di penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura». Tornando alla guerra sul campo, dopo la non-resa di Mariupol per le poche sacche di resistenza ancora presenti, la Russia tira comunque dritto e annuncia per il prossimo 9 maggio una grande parata militare per celebrare tanto la vittoria sul nazifascismo della Seconda Guerra Mondiale, quanto la conquista della strategica città ormai ex ucraina. «Avverrà senza alcun dubbio. La popolazione di Mariupol aspetta questo evento», ha spiegato la vicesindaca nominata dai russi, Viktoria Kalachova, citata dalla Tass. Mentre si attende la lista completa di nuove sanzioni preparate dall’Europa contro la Russia, il Presidente ucraino Zelensky ringrazia pubblicamente il Presidente del Consiglio Ue Michel dopo la sua visita a sorpresa a Kiev: «Un grande amico dell’Ucraina, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, è venuto oggi a Kiev. Sono state discusse le sanzioni contro la Russia, la difesa e il sostegno finanziario del nostro Stato e le risposte al questionario sul rispetto dei criteri Ue (per l’ingresso nell’Unione, ndr). Grazie per l’incontro significativo e per la solidarietà al popolo ucraino», ha twittato il leader di Kiev.



MARIUPOL NON SI ARRENDE: VENTI DI GUERRA TRA CINA E USA

Mariupol subisce l’assedio ma non si arrende: scaduto e inascoltato l’ultimatum lanciato dalla Russia contro la città sul Mar d’Azov, con il corridoio umanitario che ha visto fermarsi in queste ore i primi autobus in uscita da Mariupol anche vicino alla acciaieria Azovstal. «Non abbiate paura a riparare a Zaporizhzhia, dove potete ricevere tutto l’aiuto di cui avete bisogno – cibo, medicine, beni essenziali – e la cosa principale è che sarete al sicuro», ha spiegato il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko. La “terza guerra mondiale” in potenza nel Donbass e nell’area vicino Mariupol resta ancora dirimente, come dimostrano le ultime schermaglie sull’asse sia Usa-Russia che Usa-Cina ma pure tra Germania e il Governo ucraino.



Tanti nodi, un unico campo di battaglia: «Non c’è stata per ora nessuna conquista significativa da parte delle forze russe nella loro nuova offensiva nel Donbass», spiegano dalla Difesa americana secondo quanto riportato dalla Cnn. Ma non è solo la guerra militare nel mirino dell’Occidente contro la Russia di Putin: «La Commissione Ue sta lavorando al sesto pacchetto di sanzioni e il petrolio sicuramente ci sarà. Sappiamo che l’impatto sarebbe enorme sulla Russia, che è il secondo esportatore di petrolio dopo l’Arabia Saudita al mondo e la metà del suo export va nel mercato premium dell’Ue per un totale che nel 2020 è stata di circa 45 miliardi di euro», spiega Ivo Schmidt – Dg Ener (direzione Energia, ndr) della Commissione. Al netto dello scontro tra Zelensky e Scholz sul fronte della armi inviate (qui il focus, ndr), da segnalare anche la reazione di Vladimir Putin contro le dure sanzioni scagliate da Ue-Usa-Nato contro il Cremlino: «Pronta azione al Wto contro le sanzioni dell’Occidente, sono illegittime», ha denunciato dal Cremlino il Presidente russo. Poco prima, il suo portavoce Peskov aveva annunciato l’invio di una nuova bozza sui negoziati di pace alla delegazione ucraina, nonostante la stessa Russia abbia riferito di non fidarsi più dello schema di trattative avvenute durante il primo mese di guerra. Da ultimo, a rendere ancora più “mondiale” la guerra in Est Europa, registriamo la dura nota del Ministro della Difesa cinese Wei Fenghe, a margine del colloquio telefonico con il capo del Pentagono Usa Lloyd Austin: «La Cina sollecita gli Stati Uniti a non usare la questione ucraina per diffamare, incastrare o minacciare la Cina».

LA TERZA GUERRA MONDIALE E LA BATTAGLIA NEL DONBASS

Papa Francesco l’ha già definita una “terza guerra mondiale”, così come il Presidente ucraino Zelensky: quella tra Russia e Ucraina in corso da 56 giorni è purtroppo lo scontro più vicino al concetto di “guerra mondiale” dai tempi nefasti della Guerra Fredda. Ogni giorni di più sembra confermarlo, con equilibri instabili e imprevedibili scenari che si scorgono all’orizzonte tra la battaglia per il Donbass e le possibili conseguenze.

È ormai in corso da 48 ore l’assedio finale su Mariupol, in particolare sull’acciaieria Azovstal dove vivono asserragliati oltre a un migliaio di civili (nascosti nei cunicoli) anche le ultime sacche di resistenza del battaglione ucraino “Azov”. Le forze armate russe hanno rilanciato un ultimatum di resa per le ore 13 di oggi dopo il nulla di fatto di martedì: «se vi arrenderete i soldati ucraini avranno garantite sicurezza e cure mediche», rilancia il generale russo Mikhail Mizintsev. «Quelli che stiamo vivendo potrebbero essere i nostri ultimi giorni, le nostre ultime ore di vita», scrive invece su Facebook l’ufficiale dei militari ucraini nell’acciaieria, «la comunità internazionale ci aiuti ad evacuare tutti i soldati». Nell’orrore della guerra almeno un piccolo focolare di speranza è giunto stamane con l’accordo trovato tra Kiev e Mosca per un corridoio umanitario riaperto su Mariupol.

GUERRA RUSSIA-UCRAINA, NUOVO SCONTRO PUTIN-OCCIDENTE

È arrivato stamattina a Kiev il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, confermando la piena vicinanza di Bruxelles al Governo ucraino in attesa dell’invio di nuovi aiuti e armi – oltre alle sanzioni economiche contro la Russia. «Sono nel cuore di un’Europa libera e democratica», ha sottolineato Michel ribadendo l’alleanza tra Ue e Ucraina in quella che sempre più assomiglia ad una “terza guerra mondiale”.

Mentre la guerra si fa incessante nel Donbass – bombardate nelle ultime 24 ore le città di Rubizhne e Sievierodonetsk, nella regione orientale del Lugansk – soffia ancora altissima la tensione nei rapporti diplomatici tra Occidente e Russia. Ieri pomeriggio il Presidente Usa Joe Biden ha tenuto una video call con gli alleati occidentali (tra gli altri, Draghi, Macron, Scholz, Von der Leyen e Stoltenberg) ribadendo la necessità di produrre nuove sanzioni contro Mosca e appoggiare l’invio di altre armi Nato in Ucraina. La replica immediata dal Cremlino è giunta con il primo vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky: «I membri dell’Europa orientale della Nato sembrano soddisfatti. Non devono più pensare a come sbarazzarsi delle armi obsolete dell’era sovietica. Sebbene promettano di consegnare all’Ucraina equipaggiamenti nuovi di zecca di livello Nato, spediscono prontamente esemplari che spesso non riescono a sparare o a muoversi, sapendo che le forze russe ‘frantumeranno’ questi rottami metallici, risparmiando loro problemi con lo smaltimento». Secondo una fonte informata dal “New York Times”, il presidente americano annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina nei prossimi giorni, di importo simile a quello appena varato, ovvero 800 milioni di dollari. Nel suo ultimo video messaggio da Kiev il Presidente Zelensky lamenta la posizione dell’Occidente (e lo ribadirà nell’incontro a breve con Michel): «Se avessimo accesso a tutte le armi di cui abbiamo bisogno – ha detto dal bunker -, che i nostri partner hanno e che sono paragonabili a quelle usate dalla Federazione Russa, avremmo già posto fine a questa guerra. L’esercito russo rimarrà per sempre descritto nella storia come il più barbaro e disumano del mondo […] L’uccisione mirata di civili e la distruzione di edifici residenziali con tutti i tipi di armi, comprese quelle vietate dalle convenzioni internazionali, questo marcherà davvero la Federazione Russa come la fonte del male».