GUERRA DONBASS, NO CORRIDOI UMANITARI A MARIUPOL. SALTA TREGUA PASQUA
Non ci sarà alcuna tregua umanitaria per la Pasqua Ortodossa (prevista domenica 24 aprile), non vi sono corridoi umanitari a Mariupol e la situazione internazionale non depone a favore ancora di un cessate il fuoco: la “terza guerra mondiale” è sempre più potenzialmente all’orizzonte del conflitto Russia-Ucraina, segnali di pace mancano e le bombe su Donetzk e Lugansk aumentano ogni giorno di più.
Entrati nel 58esimo giorno di guerra, all’annuncio fatto ieri da Putin sulla conquista di Mariupol, non è seguito un accordo sull’evacuazione delle migliaia di civili e soldati ucraini rimasti nella città sul mar d’Azov: il Presidente russo dal Cremlino ha ordinato di interrompere l’assedio all’acciaieria Azovstal ma ancora dal battaglione Azov non è arrivata la piena resa totale. «A causa del pericolo sui percorsi, oggi in Ucraina non ci saranno corridoi umanitari», ha spiegato stamane la vicepremier Iryna Vereshchuk su Telegram, accusando Mosca di non voler trovare un accordo sulla tregua temporanea. Nelle sole ultime 24 ore sono stati occupati dai russi almeno 40 villaggi nel Donbass, all’interno della provincia di Donetsk: «in questo modo sarà più difficile far pervenire in quelle zone aiuti umanitari», denuncia Olena Symonenko, assistente del capo di Stato maggiore del presidente Volodymyr Zelensky. È lo stesso Presidente ucraino che nel video notturno da Kiev annuncia il non accordo con Putin sulla tregua per la Pasqua ortodossa, invocata da giorni da Papa Francesco: «La Russia ha rifiutato la proposta di una tregua per la Pasqua ortodossa. Questo dimostra quanto i leader russi tengano in considerazione la fede cristiana e una delle feste più importanti e gioiose. Manteniamo comunque la nostra speranza che la vita vinca la morte».
LA TERZA GUERRA MONDIALE NEL DONBASS: SCONTRO BIDEN-PUTIN
La situazione resta molto complicata e la diplomazia internazionale in tal senso non sembra compiere affatto passai avanti: chi dice che già la “terza guerra mondiale” è in corso vedendo i rapporti tra Occidente e Oriente, ecco al momento non sembra avere molti torti. Ieri gli Usa di Biden hanno formulato come unica ipotesi realizzabile l’invio di aiuti e armi all’Ucraina, escludendo i negoziati per il momento in quanto rifiutati dalla Russia.
«Le forze della Russia non hanno compiuto alcun progresso significativo nel Donbass», spiega il Pentagono sottolineando come le truppe di Putin «hanno compiuto diversi attacchi nel nord della regione, sotto la città di Izium, ma senza guadagnare terreno». In merito alla presa di Mariupol, il vicesindaco Sergij Orlov a RaiNews24 ha ribadito che in realtà è una mera menzogna che la Russia abbia conquistato e controllato l’intera città: concetto poi ribadito ieri pomeriggio dal Presidente Usa Joe Biden nell’annunciare nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari in armi a Zelensky. «Putin non vincerà mai», ha attaccato il Presidente americano, aggiungendo «lo sforzo continuo e coordinato della comunità internazionale, guidato e facilitato dagli Stati Uniti, è una ragione significativa per la quale l’Ucraina è stata in grado di impedire alla Russia di conquistare il Paese». Intanto giungono novità dalle indagini sui crimini di guerra commessi a Bucha durante l’occupazione per più di un mese dell’esercito russo: «Ci sono diversi possibili crimini di guerra che sono stati commessi, e il loro numero suggerisce che potrebbero essere crimini contro l’umanità, che sono attacchi diffusi o sistematici contro la popolazione come parte di una politica del governo» ha detto Richard Weir, ricercatore dell’associazione Human Right Watch, che ha partecipato alla missione a Bucha. Secondo l’analista, la cosa più impressionante era che «non era quasi possibile camminare senza incontrare qualcuno che aveva assistito a un possibile crimine di guerra o aveva qualche familiare che ne era stato vittima – ha concluso Weir – o avevano dovuto seppellire un vicino, un amico o un familiare vicino la loro casa».